IN RICORDO DI PEPPE CALISE
di Gigi Di Fiore
Mi piace ricordarlo così, sorridente, con l’eterna sigaretta tra le dita. Peppe non c’è più e non mi sembra vero. E’ stato, per me, l’ultimo grande capocronista del Mattino, l’uomo dalla grande umanità e dal fiuto unico per la notizia. Un cronista di strada, si direbbe oggi, di quelli all’americana, tutto intuito, pochi fronzoli. Poco Oxford e molta sostanza, soprattutto quando la squadra che si era scelto (una cronaca deve essere fatta di incastri rodati, diceva) dava decine e decine di buchi alla concorrenza.
Ho lavorato con Peppe in due cronache di Napoli, dal 1988 al 2000. La prima fu indimenticabile, squadra irripetibile. Quando capii che stava per andare in pensione, chiesi di andarmene da quel settore. Io il cronista giudiziario, che aveva soprannominato con Bruno Buonanno “il consigliere” (che sta per consigliere di Cassazione), in anni difficili, tra mille ostacoli, problemi, difficoltà. Tanto ho imparato da lui, che veniva da una scuola giornalistica profonda maturata sul campo ed era stato preceduto alla guida dell’allora gloriosa Cronaca di Napoli, da gente come Ciro Paglia, Gianni Campili, Pietro Gargano. E scusate se è poco.
Ho imparato l’umanità, ho imparato che il calcolo e il carrierismo non devono mai diventare cinismo, violentando i sentimenti. Ho imparato a valutare una notizia, ho imparato che un capo non espone mai i suoi giornalisti, ma li difende sempre e li sostiene anche contro potenti direttori (altre generazioni!). Ho imparato che Il Mattino era un grande giornale, fucina di cronisti, di cui essere orgogliosi. Ho imparato…Addio Peppe, la nostra ultima telefonata e i tanti momenti vissuti con te mi rimarranno sempre dentro, come parte della mia vita, professionale e privata.
Anno 1993; la squadra della Cronaca di Napoli del Mattino
Anno 1999