Il virus circola tra i migranti: blitz in elicottero per trasferirli
Peggiorano le condizioni di due stranieri a Lampedusa: isolati e trasferiti. Ma resta l’allarme per la diffusione di Covid
Sofia Dinolfo – Ven, 31/07/2020
Lampedusa adesso rischia il collasso e lancia un sos. La situazione sull’isola maggiore delle Pelagie sta divenendo sempre più difficile da gestire: i migranti arrivano dall’altra sponda del Mediterraneo e con essi anche il coronavirus.
Come ormai risaputo, dentro l’hotspot di contrada Imbriacola vi sono dei migranti risultati positivi al virus ma la situazione peggiora sempre di più: nella tarda mattina di oggi per due ospiti stranieri colpiti dal Covid è stato necessario il trasferimento dall’isola su un elicottero della Guardia di Finanza. Le loro condizioni, stando a fonti del luogo vicine al Giornale.it non sarebbero apparse del tutto buone e, per questo motivo, è stato disposto il trasferimento in una struttura ospedaliera adeguata fuori dall’isola. Attraverso delle delicate operazioni compiute dai militari e dal personale sanitario, i due migranti sono stati isolati dentro una struttura tubolare di protezione e imbarcati sull’elicottero.
E intanto altri migranti, prima ospiti nel centro di accoglienza di Lampedusa, sono risultati positivi altrove. L’ultimo caso è quello accaduto a Torino. Qui, nel centro di accoglienza della Croce Rossa della Pellegrina, nella serata di mercoledì scorso, quattro extracomunitari sono risultati positivi al virus. Erano sbarcati tutti a Lampedusa qualche giorno prima. A rendere ufficiale la notizia è stata la locale Asp dopo che ha eseguito lo screening su tutti i migranti ospiti nella struttura. Fortunatamente i quattro sono asintomatici e quindi in discrete condizioni di salute. I migranti sono stati quindi isolati e verranno sottoposti a sorveglianza sanitaria. Per le persone risultate negative vale comunque l’obbligo di osservare il periodo di isolamento dentro la struttura d’accoglienza.
Ma intanto a i migranti continuano ad arrivare in modo continuo sulle coste siciliane. Ieri ne sono arrivati 157: 81 persone sono state recuperate in mare a Lampedusa, 68 sono approdate in modo autonomo a Isola Capo Rizzuto e 8 migranti sono stati rintracciati a terra a Pantelleria. Sull’isola maggiore delle Pelagie attualmente sono in 700 gli ospiti dell’hotspot. Il pericolo che il coronavirus possa essere importato dagli stranieri aumenta sempre di più con conseguenti gravi rischi sia per i cittadini ma anche per le Forze di polizia sempre impegnate a gestire le operazioni di sbarco e di identificazione dei nuovi arrivati. In tal senso è intervenuto il Segretario Generale del sindacato Autonomo di polizia Stefano Paolini che ci ha raccontato del pericolo cui vanno incontro gli operatori di polizia: “La situazione è diventata ingestibile- racconta alla nostra redazione- e non ci sono risposte dal ministero dell’Interno per gestire il fenomeno. Non abbiamo ancora indicazioni in merito alle regole di ingaggio da poter applicare quando i migranti scappano via dal centro di accoglienza. Come possiamo bloccarli?”. Ed intanto, in ogni parte d’Italia, le fughe dei migranti dalle strutture di accoglienza continuano.
Migranti ammassati per terra. A Lampedusa l’hotspot è un inferno
Ininterrotti gli sbarchi di migranti a Lampedusa. L’hotspot non accenna a svuotarsi e i cancelli di contrada Imbriacola rimangono sempre aperti per accogliere sempre nuovi ospiti. Grandi disagi nella struttura dove i presenti sono arrivati a 872 a fronte di una capienza massima prevista per 95.
Maurizio Zoppi – Ven, 31/07/2020
Migranti ammassati tra di loro, distesi per terra senza nessun dispositivo di protezione. Il centro migranti di Lampedusa è la fotografia di un paradosso che il governo romano a quanto sembra non riesce a gestire.
L’hotspot dell’isola siciliana è stracolmo e gli sbarchi non smettono di cessare. Quasi mille gli ospiti a fronte di una capienza prevista di 95. Gli ultimi arrivati circa un ora fa: una cinquantina di nord africani a bordo di quattro barchini. Due imbarcazioni sono approdate direttamente al molo Favarolo e al molo commerciale. Mentre in mare la guardia di finanza ha rintracciato le altre due barche. Chiaramente, sono tutti stati portati all’hotspot di Lampedusa. Numerose sono state le proteste da parte degli abitanti dell’Isola. Addirittura è stato indetto un referendum popolare che ha sancito la chiusura immediata dell’hotspot. Inoltre due esponenti politici – il segretario di Forza Italia Lampedusa, Rosario Costanzo e Angela Maraventano, commissario della Lega “Salvini premier” – hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento contro il ministro Lamorgese, esponento le criticità dell’isola di Lampedusa a causa dell’emergenza.
Sembra proprio un luglio di fuoco sul fronte migranti: gli sbarchi si intensificano, così come le fughe di massa dai centri siciliani.
Nel frattempoo la titolare del Viminale è volata a Tunisi dove ha fatto presente al presidente Kais Said gli enormi problemi causati all’Italia dai “flussi incontrollati”, invitandolo ad agire per rafforzare la vigilanza ed impedire le partenze.
“Il Viminale si accorge solo ora di dover fermare i flussi dalla Tunisia, con centinaia di immigrati in fuga dai centri di accoglienza e silenzio totale sulla redistribuzione degli immigrati all’estero”. Afferma il leader della Lega Matteo Salvini che aggiunge: “Mentre i clandestini arrivano a frotte, anche con barboncini evidentemente scampati ai lager libici, oggi il Senato deciderà se devo essere processato per aver difeso i confini. Orgoglioso di aver protetto l’Italia e gli italiani: la rifarei e lo rifarò”.
Parole dure e critiche pesanti anche da parte del governatore della Sicilia, Nello Musumeci nei confronti del governo nazionale. Proprio ieri (29 luglio ndr) durante il suo intervento alla riunione del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo Schengen, il presidente siciliano ha ribadito:“Gli hotspot siciliani sono inadeguati a gestire il fenomeno in queste condizioni che sono rese eccezionali anche dall’emergenza coronavirus. Così questa presenza massiccia di migranti alimenta il rischio di dare vita a focolai di infezione che non ci possiamo permettere. Ed è un delitto di Stato il fatto che le norme e regole di sicurezza che vengono disposte per tutti, non trovino applicazione per questi poveri disgraziati“.
Musumeci ha puntato il dito contro l’esecutivo romano: “Siamo costretti a gestire un fenomeno che dimostra approssimazione, superficialità, qualche volta persino impotenza da parte degli organi dello Stato…L’arrivo di migliaia e migliaia di migranti sulle coste siciliane – ha aggiunto – non solo nell’isola maggiore, ma anche in quelle minori, era già previsto da febbraio-marzo. C’era, quindi, tutto il tempo per poter definire una strategia di gestione dei flussi che fosse compatibile con l’esigenza di salvaguardare la salute di tutti. Ancora oggi invece si vive alla giornata, non c’è un protocollo che metta assieme le competenze dello Stato e quelle della Regione”.