Il tornello per il «Covid-19» made in Naples

Il tornello che annusa il «Covid-19» made in Naples, chiesto negli States

 NandoSantonastaso

Da loro la rivoluzione digitale è già di casa da anni. E l’intelligenza artificiale pure. Non si può essere selezionati tra le migliori aziende del G20 e sedere al tavolo dei più grandi players mondiali per discutere di innovazione
e futuro, com’è capitato in Arabia Saudita, se non hai certi requisiti, tecnici ma anche o forse soprattutto di mentalità, di visione.
Loro, cioè quelli della Protom di Napoli, una pmi da 180 dipendentiN(età media 35 anni) e quattro storiche missioni produttive (tra i suoi clienti nel comparto industriale big come Leonardo, Airbus, Fca, Atr, Hitachi Rail). Un’azienda gioiello diventata in pochi anni leader europeoN nei servizi avanzati di ingegneria e consulenza per lo sviluppo di progetti ad alto tasso di innovazione. Una storia che si identifica con quella del presidente e fondatore, Fabio De Felice, tra i massimi esperti italiani di digitalizzazione delle imprese nonché docente universitario di Ingegneria degli impianti industriali a Napoli e Cassino.

IL TEAM
È partita da lui e dall’affiatato team che lo accompagna dal 1995 anche l’ultima sfida, forse la più difficile ai tempi della pandemia: produrre un dispositivo che rendesse più efficace l’azione di contrasto alla circolazione del Coronavirus, riunendo in sé tutti i controlli richiesti dalle norme di sicurezza e distanziamento.
È nato così “Pass” (l’acronimo sta per “Protected access security system”), una porta anti-Covid adatta soprattutto ad esercizi commerciali, aziende e locali pubblici. Attraverso l’intelligenza artificiale, “Pass” verifica in maniera facile e veloce che tutti coloro che accedono a un qualsiasi luogo aperto al pubblico abbiano ottemperato alle misure di sicurezza e di prevenzione del contagio. Il dispositivo, in altre parole, attraverso un monitor verifica in pochissimi secondi il corretto utilizzo della mascherina, controlla la temperatura corporea, sanifica le scarpe (mediante esposizione delle suole ai raggi UV-C) e consente l’igienizzazione delle mani (attraverso l’erogazione automatica
del gel).

IL TORNELLO
Inoltre, come un qualsiasi “tornello” ipertecnologico, controlla la densità di presenze nel locale, gestendo i nuovi accessi in modo che non si superi mai il numero massimo di persone consentite, in funzione delle dimensioni del locale e dei sistemi di aerazione.
Al mondo prima di “Pass” non esistevano sistemi smart del genere e gli ordinativi già acquisiti anche oltre confine (dagli Stati Uniti, ad esempio) ancor prima del lancio ufficiale, dimostrano l’interesse immediato del mercato (da domani anche i primi spot televisivi su La7). «Abbiamo immaginato di dover fare qualcosa di utile in questa difficile stagione, consapevoli che è iniziata una riscrittura delle regole della nostra vita di tutti i giorni, un po’ come era accaduto dopo l’11 settembre, e che di conseguenza dovevamo adeguare ad essa le migliori risorse umane e tecnologiche di cui disponiamo», spiega De Felice. Protom ha schierato su “Pass” la sua prima linea, per così dire, aggregando sul
progetto competenze ingegneristiche diverse, l’intelligenza artificiale, le tecnologie e la sensoristica.
Una scelta rafforzata dall’arrivo di manager di provata affidabilità come Salvatore Rionero, ex Ad di Tecnosystem, e dalle competenze ereditate dalla Gma, acquisita dopo il fallimento.
«Il prototipo – rivela – era pronto in soli 5 giorni lavorativi, senza rinunciare a nessuna delle altre nostre attività».

IL MINIBOND
Gioco di squadra ma anche voglia smisurata di innovare per migliorare la qualità della vita, il mantra che De Felice trasmette anche ai suoi studenti attraverso i libri su Industria 4.0, il suo terreno di elezione. Sul piano finanziario
l’operazione è sostenuta dall’emissione di minibond per 3 milioni di euro legati a Protom, previsti dal Piano finanziario della Regione Campania e garantiti dal Medio credito centrale.
«Abbiamo subito pensato ad una interazione con le istituzioni pubbliche nazionali – dice De Felice – ma intanto già ci hanno contattato amministrazioni ed enti di altri Paesi europei. Ci mettiamo il cuore e un know how made in Campania che dimostra come essere pronti ad accettare i cambiamenti, anche traumatici come quelli derivanti dalla pandemia, è sempre possibile se si investe in innovazione e ricerca».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

il mattino del 6 giugno 2020