IL SEGUENTE ARTICOLO DI MAURO GIOIELLI è TRATTO DA :
Il tarantismo campano a cura di Mauro Gioielli con traduzione in Inglese
Posted by altaterradilavoro on Dic 11, 2022
in una lettera di metà settecento[1]
Una delle fonti musicali maggiormente utilizzate negli studi sul tarantismo è la tarantella campana inserita in chiusura d’una lettera di Stefano1 Storace, che nel settembre 1753 fu pubblicata sul mensile inglese The Gentleman’s Magazine.[1]
L’articolo-lettera apparve contemporaneamente anche in un altro periodico: The London Magazine,[2] ma senza la trascrizione musicale.[3] The Gentleman e The London erano pubblicazioni quasi gemelle, infatti contenevano più articoli identici.
Il titolo con cui è conosciuto il resoconto di Storace è A genuine letter from an Italian Gentleman concerning the bite of the tarantula; forse, però, sarebbe meglio considerare come giusta intitolazione quella che si legge nell’indice iniziale di entrambi i magazine, ossia Bite of the tarantula cured.
«Signore, secondo il vostro desiderio vi mando un resoconto dell’effetto che il morso di una tarantola ha sul corpo umano. Fornirò solo un dettaglio distinto di tutte le circostanze che ho visto, essendo stato una volta determinante nella cura di un povero aratore che è stato morso da quell’insetto.
Non mi impegnerò a darvi alcun resoconto della tarantola stessa, essendo certo che la conoscete perfettamente, vi dirò solo quello che è successo nel mio paese, in un piccolo villaggio, chiamato La Torre della Annunziata, a una decina di miglia da Napoli, dove mi trovavo all’epoca in cui avvenne la vicenda che sto per raccontare.
Era la fine di ottobre, stagione dell’anno in cui tutti gli studenti napoletani, che hanno qualche parente nel paese, hanno il permesso di visitarli. Io ero uno di quelli che godevano del privilegio di visitare il luogo della mia nascita, e siccome allora studiavo musica nel collegio di Napoli, generalmente (ogni volta che andavo in campagna) portavo con me il mio violino.
Accadde un giorno che un poveretto si ammalò per strada, e si seppe presto che era l’effetto della tarantola, perché i contadini hanno dei segni indubbi per saperlo, e particolarmente (dicono) che la tarantola morde sulla punta o sotto il labbro dell’orecchio, perché la tarantola morde, quando si dorme per terra; e la parte ferita diventa nera, il che accade tre giorni dopo che uno è stato morso, esattamente nell’ora della ferita ricevuta: e affermano inoltre, che se nessuno si impegnasse a curarlo, ne sentirebbe l’effetto ogni giorno alla stessa ora per lo spazio di tre o quattro ore, fino a farlo precipitare in una tale follia da distruggerlo in circa un mese; alcuni (dicono) sono vissuti tre mesi dopo essere stati morsi; ma a quest’ultimo non posso credere, perché mai capita che alcuno muoia per tale malattia, essendo obbligato il prete della parrocchia a suonare il violino per curarli; e non è noto nella memoria dell’uomo che qualcuno ne sia morto, ma procedere.
Un pover’uomo si ammalò in una strada (come ho detto prima) e siccome il prete era fuori strada, diversi signori mi pregarono di suonare per quel pover’uomo. Non ho potuto fare a meno di andare, senza offendere un certo numero di amici; quand’ero lì vidi un uomo steso a terra, che pareva stesse per spirare. La gente al vedermi gridava –suona –suona la tarantella: (che è una melodia che si usa in tali occasioni). Accadde che non avevo mai sentito quella melodia, di conseguenza non potevo suonarla. Ho chiesto che tipo di melodia fosse? Risposero che era una specie di giga; Provai diversi jig, ma inutilmente, perché l’uomo era immobile come prima. La gente chiedeva ancora la tarantella. Dissi loro che non potevo suonarla, ma se qualcuno l’avrebbe cantata, l’avrei imparata immediatamente; mi si presentò per fare il buon ufficio una vecchia, che la cantava con un suono di voce così inintelligibile, che non potevo farmene un’idea; ma venne un’altra donna e mi aiutò a impararlo; cosa che ho fatto in circa dieci minuti, essendo un tempo breve: ma devi osservare che mentre stavo imparando la melodia, e, per caso, ho sentito la tensione delle prime due battute, l’uomo ha cominciato a muoversi di conseguenza, e si è alzato veloce come un lampo, e sembrava come se fosse stato svegliato da una visione spaventosa, e si guardasse intorno freneticamente, muovendo ancora ogni giuntura del suo corpo; ma siccome non avevo ancora imparato tutta la melodia, smisi di suonare, non pensando che avrebbe avuto qualche effetto sull’uomo.
Ma nell’istante in cui smisi di suonare, l’uomo cadde e gridò molto forte, e deformò la faccia, le gambe, le braccia e ogni altra parte del suo corpo, raschiò la terra con le mani, ed era in tali contorsioni, che indicava chiaramente che era in miserabili agonie. Ero spaventato a morte e ho fatto tutta la fretta che potevo per imparare il resto della melodia; fatto ciò, ho giocato vicino a lui, voglio dire a circa quattro metri da lui. Nell’istante in cui mi ha sentito, si è alzato come aveva fatto prima e ha ballato più forte di quanto potesse fare qualsiasi uomo; la sua danza era molto sfrenata, manteneva un ritmo perfetto nella danza, ma non aveva né regole né maniere, solo saltava e correva, anche e da, assumeva posture molto comiche, qualcosa come le danze cinesi che a volte abbiamo visto sul palco, e altrimenti ogni cosa era molto selvaggia di quello che ha fatto; ha sudato dappertutto, e poi la gente ha gridato – più veloce – più veloce, intendendo che avrei dovuto dare un movimento più veloce alla melodia, cosa che ho fatto così velocemente, che riuscivo a malapena a continuare a suonare, e l’uomo ballava ancora a tempo. Ero molto affaticato, e sebbene avessi diverse persone dietro di me, alcune mi asciugavano il sudore dal viso, altre soffiavano con un ventilatore per mantenermi fresco (perché erano circa le due del pomeriggio) altre allontanavano la gente affinché non si accalchino intorno a me; e tuttavia, nonostante tutto ciò, ho sofferto una lunga pazienza per sostenere un tempo così lungo, perché ho giocato (senza esagerare) più di due ore, senza il minimo intervallo.
Quando l’uomo ebbe danzato circa un’ora, la gente gli diede una spada sguainata, che applicò con la punta nel palmo delle mani, e fece saltare la spada da una mano nell’altra, la quale spada tenne in equilibrio, e continuava ancora a ballare. La gente sapeva che voleva una spada, perché poco prima di averla si grattò le mani molto forte, come se volesse strappar loro la carne.
Quando si fu ben punto le mani, afferrò la spada per l’impugnatura e si punse anche la parte superiore dei piedi, e in circa cinque minuti le sue mani e i suoi piedi sanguinarono in grande abbondanza. Continuò ad usare la spada per circa un quarto d’ora, pungendosi a volte le mani, e a volte i piedi, con poca o nessuna pausa: poi la gettò via e continuò a ballare.
Quando fu completamente esausto per la stanchezza, il suo movimento cominciò a rallentare, ma la gente mi pregava di tenere il tempo, e poiché non poteva ballare di conseguenza, si limitava a muovere il corpo e a tenere il tempo; alla fine, dopo due ore di danza, caddi completamente immobile e smisi di suonare. La gente lo prese e lo portò in una casa, lo mise in una grande vasca di acqua tiepida e un chirurgo lo fece sanguinare; mentre faceva il bagno, gli fu fatto sanguinare sia le mani che i piedi, e gli presero una grande quantità di sangue: dopo di che legarono gli orifizi, lo misero a letto e gli diedero un cordiale, che forzarono giù, perché l’uomo teneva i denti molto vicini. Circa cinque minuti dopo, sudò molto e si addormentò, cosa che fece per cinque o sei ore, quando si svegliò, stava perfettamente bene, solo debole per la grande perdita di sangue che aveva subito, e quattro giorni dopo fu completamente guarito, perché l’ho visto camminare per le strade, e ciò che è notevole, che non ricordava quasi nulla di ciò che gli era successo; da allora non ha mai sentito altri dolori, nessuno li sente, tranne che sono di nuovo morsi dalla tarantola.
Questo è quello che so della tarantola, che spero possa soddisfare la tua curiosità, e siccome sei un grande filosofo possa filosofare a tuo piacimento. Non ho bisogno di scusarmi per la mia cattiva scrittura, devi scusarlo, considerando che era solo per obbedire ai tuoi comandi: se ne hai altri, puoi disporre del signore, il tuo umilissimo servitore, Stefano Storace».
[1] S. Storace, Bite of the tarantula cured. A genuine letter from an Italian Gentleman concerning the bite of the tarantula, «The Gentleman’s Magazine», London, September 1753, pp. 433-434. Diego Carpitella, occupandosi della musica trascritta in chiusura dell’articolo di Storace, afferma ‘sbadatamente’ che essa fu raccolta «alla fine del ’700» (D. Carpitella, L’esorcismo coreutico-musicale del tarantismo, in E. de Martino, La terra del rimorso. Contributo ad una storia religiosa del Sud, Milano 1994 [1ª ed. 1961], pp. 335-372: 352).
[2] S. Storace, Bite of the Tarantula cured. A genuine letter from an Italian Gentleman concerning the bite of the tarantula, «The London Magazine», Dublin, September 1753, pp. 483-485.
[3] Ristampata più volte, difatti la si può leggere in:
– A selection of curious articles from The Gentleman’s – Magazine, 3 voll., London 1809, vol. II, pp. 410-412;
– Cabinet of curiosities natural, artificial and historical, 2 voll., Hartford 1822, vol. II, pp. 318-321;
– The Manchester Iris. A literary and scientific miscellany, n. 67, vol. II, May 10, 1823, pp. 151-. 152;
–The Edinburgh Journal of Medical Science, n. 4, vol. II, October 1826, pp. 441-443 (qui la lettera è riprodotta a completamento d’una annotazione medica di Francisco Mazzolani).
[1] La lettera è firmata col nome di battesimo reso in inglese (Stephen).
Tarantella di Torre Annunziata, da The Gentleman’s Magazine, 1753
Notizie sul tarantismo nel salernitano.
Dal volume di Giuseppe Bamonte, Antichità pestane, Napoli 1819, pp. 4-5
La genuine letter di Storace
«Sir, according to your desire Isend you an account of the effect the bite of a tarantula has upon the human body. Ishall only give a distinct detail of all the circumstances that Ihave seen, having once been instrumental at the cure of a poor plow-man that was bit by that insect. I’ll not undertake to give you any account of the tarantula itself, being sure you are perfectly well acquainted with it, Ishall only tell you what has happened in my
country, at a small village, called La Torre della Annunziata, about ten miles from Naples, where Iwas at the time the affair Iam going to relate happened.
It was in the mouth of October, a season of the year when all the students in Naples, that have any relations in the country, have leave to visit them. Iwas one of those that enjoyed the privilege of visiting the place of my nativity, and as Iwas then studying music in the college of Naples, generally (whenever Iwent into the country) brought my violin with me.
It happened one day that a poor man was
taken ill in the street, and it was soon known to be the effect of the tarantula, because the country people have some undoubted signs to know it, and particularly (they say) that the tarantula bites on the tip or under lip of one’s ear, because the tarantula bites one, when sleeping on the ground; and the wounded part becomes black, which happens three days after one is bit, exactly at
the hour of the hurt received: and they further assert, that if no one was to undertake to cure him, he would feel the effect of it every day at the same hour for the space of three or four hours, till it would throw him into such madness as to destroy him in about a month’s time; some (they say) have lived three months after they have been bit; but the latter Icannot believe, because it never happens that any man is suffered to die by such distemper, the priest of the parish being obliged to play on the fiddle in order to cure them; and it has not been known in the memory of man, that any one is dead of it, but to proceed.
A poor man was taken ill in a street (as Isaid before) and as the priest was out of the way, several gentlemen begged of me to play for that poor fellow. Icould not help going, without offending a number of friends; when Iwas there Isaw a man stretched on the ground, who seemed as if he was just going to expire. The people at the sight of me cried out –play –play the tarantella: (which is a tune made use of on such occasions). It happened that Ihad never heard that tune, consequently could not play it. Iasked what sort of tune it was? They answered, that it was a kind of jig; Itried several jigs, but to no purpose, for the man was as motionless as before. The people still called out for the tarantella. Itold them Icould not play it, but if any would sing it, Iwould learn it immediately; an old woman presented herself to me to do the good office, who sung it in such an unintelligible sound of voice, that Icould not form an idea of it; but another woman came, and helped me to learn it; which Idid in about ten minutes time, being a short one: but you must observe that while Iwas a learning the tune, and, happened to feel the strain of the first two bars, the man began to move accordingly, and got up as quick as lightning, and seemed as if he had been awakened by some frightful vision, and wildly stared about, still moving every joint of his body; but as Ihad not as yet learned the whole tune, Ileft off playing, not thinking that it would have any effect on the man.
But the instant Ileft off playing, the man fell down, and cried out very loud, and distorted his face, legs, arms, and every other part of his body, scraped the earth with his hands, and was in such contortions, that clearly indicated him to be in miserable agonies. Iwas frighted out of my wits, and made all the haste Icould to learn the rest of the tune; which done, Iplayed near him, Imean about four yards from him. The instant he heard me, he rose up as he did before, and danced as hard as any man could do; his dancing was very wild, he kept a perfect time in the dance, but had neither rules nor manner, only jumped, and runned, too and from, made very comical postures, something like the Chinese dances we have sometimes seen on the stage, and otherwise every thing was very wild of what he did; he sweated all over, and then the people cried out –faster –faster, meaning that Ishould give a quicker motion to the tune, which Idid so quick, that Icould hardly keep up playing, and the man still danced in time. Iwas very much fatigued, and though Ihad several persons behind me, some drying the sweat from my face, others blowing with a fan to keep me cool, (for it was about two o’clock in the afternoon) others distancing the people that they might not throng about me; and yet notwithstanding all this, Isuffered a long patience to keep up such long time, for Iplayed (without exaggeration) above two hours, without the least interval.
When the man had danced about an hour, the people gave him a naked sword, which he applied with the point in the palm of his hands, and made the sword jump from one hand into the other, which sword he held in equilibrium, and he kept still dancing. The people knew he wanted a sword, because a little before he got it, he scratched his hands very hard, as if he would tear the flesh from them.
When he had well pricked his hands, he got hold of the sword by the handle, and pricked also the upper part of his feet, and in about five minutes time his hands and feet bled in great abundance. He continued to use the sword for about a quarter of an hour, sometimes pricking his hands, and sometimes his feet, with little or no intermission: arid then he threw it away, and kept on dancing.
When he was quite spent with fatigue, his motion began to grow slower, but the people begged of me to keep up the same time, and as he could not dance accordingly, he only moved his body and kept time; at last after two hours dancing, fell down quite motionless, and Igave over playing. The people took him up and carried him into a house, and put him into a large tub of tepid water, and a surgeon bled him; while he was bathing, he was let blood in both his hands and feet, and they took from him a great quantity of blood: after that they tied up the orifices, put him in a bed, and gave him a cordial, which they forced down, because the man kept his teeth very close. About five minutes after, he sweated a great deal, and fell asleep, which he did for five or six hours, when he awakened, was perfectly well, only weak from the great loss of blood he had sustained, and four days after he was entirely recovered, for Isaw him walking in the streets, and what is remarkable, that he hardly remembered any thing of what had happened to him; he never felt any other pains since, not any one does, except they are bit again by the tarantula.
This is what Iknow of the tarantula, which Ihope will satisfy your curiosity, and as you are a great philosopher may philosophize as you please. Ineed not make any apology for my bad writing, you must excuse it, considering that it was only to obey your commands: if you have any other, you may dispose of Sir, Your most humble servant, Stephen Storace».
traduzione e montaggio a cura di Vincenzo Giannone
Posted by altaterradilavoro on Dic 11, 2022