il Mattino compie 125 anni. Il giornale dei napoletani compie gli anni.
per affetto son più legato al Corriere, vuoi perchè per chi fa questo mestiere è un po’ la meta (che ho raggiunto in parte, ma vabbè…) vuoi perchè il Mattino me l’han fatto vedere come il braccio armato di Caltagirone e non penso sia vero. Al Mattino ci lavorano colleghe e colleghi che stimo tantissimo. per il mattino faceva le foto il maestro Mario Siano, a cui sui fatti di nera molte volte facevo il numero della redazione sullo “startak” motorola, perchè il maestro non vedeva benissimo ma scattava da dio, quasi gli occhi fossero l’obiettivo. Oggi le foto le scatta Sergio Siano (assieme a Stefano Renna , Sasà La Porta e Ciro Fusco tra i fotoreporter che ammiro di più). al mattino ci hanno lavorato Giuseppe Di Somma e Petro Ca (petronilla carillo) che hanno iniziato più o meno quando ho iniziato io e come me facevano le nottate ai consigli comunali o quando ammazzavano qualcuno. Non esistevano le stese, se ti volevano ammazzare venivano sotto casa o al bar e amen. Al Mattino lavorano Maurizio Cerino e Giuseppe Crimaldi, maestri di cronaca e di vita (sempre pronti, mai egoisti). Una firma del Mattino è Gigi Di Fiore, ancora oggi quando leggo i suoi pezzi, penso “questo sta da un’altra parte. ha sempre qualche particolare in più”… Al Mattino ci lavoravano Salvo Sapio (una persona speciale) e Ciro Paglia (il capo della cronaca quando il mattino usciva con queste prime pagine….) che sono partiti già. Corpo anima e cervello del Mattino è stato Antonello Velardi, oggi sindaco in frontiera in terre abbandonate, che fa la differenza. Al Mattino ci lavora Marisa la Penna signora del giornalismo e di vita. Ai vertici capita che ti monti la testa, ma Marisa no. Oggi alcuni pezzi da novanta del Mattino li ho conosciuti al Corriere del Mezzogiorno. Antonio Sacco e Francesco Durante oltre ad avermi insegnato il mestiere mi han fatto conoscere meglio musica e letteratura. Il Mattino è il giornale che compro a papà tutte le mattine, tranne quando perde il Napoli. aug. aug. aug. Per un po’ ho sperato quando facevo la cronaca al cormez si doppiare i maestri. di arrivare prima di Maurizio Cerino che all’epoca della prima faida di Scampia girava ancora in moto e seguiva gli omicidi. Arrivavo quasi sempre prima, perchè l’hornet era più veloce della moto guzzi, ma il giorno dopo nella riunione di redazione, nonostante il cormez non puntasse tantissimo sulla cronaca, il pezzo di Cerino aveva sempre qualcosa in più.
w il mattino Paolo Perrotta