Il futuro è nei Piccoli Comuni: dove c’è vita, aria pulita, lentezza, cibo sano. La sfida di riconnettere il Paese per ripopolare i borghi
Di Redazione – 3 Giugno 2020
Il futuro dell’Italia è nei Piccoli Comuni. E’ in questi caratteristici borghi in cui il tempo pare essersi fermato, si respira aria pulita, i ritmi scorrono più lentamente e l’enogastronomia favorisce una dieta capace di valorizzare i territori, che l’uomo dovrebbe tornare. Vita agreste, passo più leggero e sguardo ancora capace di fermarsi sui volti. E magari di conoscere anche i nomi dei vicini di casa. Ce lo hanno ricordato di recente anche i noti architetti, Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas, che intervistati hanno entrambi sostenuto la necessità di incoraggiare la dispersione residenziale, una sorta di «fuga dalla città», come risposta alla pandemia del Covid-19. Una «fuga dalla città» verso i Piccoli Comuni, le campagne, i posti al momento meno popolosi. Spazi aperti ed incontaminati.
Ma ce lo ricorda anche Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, l’associazione ambientalista che proprio lo scorso 2 giugno ha celebrato “Voler bene all’Italia 2020”, la festa dei piccoli comuni che quest’anno – forse non a caso – si è concentrato su un tema importante per lo sviluppo ed il futuro dei borghi italiani: riconnettiamo il Paese. Perché senza (ri)connessione i sogni di ripopolamento di queste magnifiche aree è molto più difficile, in quanto gli agi ed i servizi offerti dalle città e dai grandi centri urbani, in molti dei Piccoli Comuni mancano ancora oggi. E queste mancanze, in una valutazione complessiva di modifica del proprio ambiente e stile di vita, potrebbe incidere e non poco. «Nei piccoli comuni c’è vita più di quanta se ne possa immaginare, ma questi territori lottano di continuo contro l’abbandono insediativo – spiega Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – . Una legge inerente esiste ma tarda l’attuazione dei decreti previsti. Ricordiamo che la legge 158/2017è rivolta ai centri con meno di cinquemila abitanti e prevede misure di sostegno tra cui l’estensione della banda ultra larga, un Piano di istruzione per le aree rurali, il potenziamento dei servizi scolastici, la riqualificazione di edifici in stato di abbandono, la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, la realizzazione di strutture ricettive. Dov’è tutto ciò? Nel 2017 abbiamo festeggiato l’approvazione della legge salva borghi dopo sedici anni di battaglie. Quando festeggeremo la sua attuazione?».
Per questo, ieri dalla Puglia, così come nel resto del Paese, Legambiente ha lanciato un appello al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottoscritto da numerosi sindaci. L’obiettivo è che vengano messe in atto misure di sostegno per i Piccoli Comuni. «La pandemia – si legge nell’appello – ha posto all’attenzione di tutti la necessità di ripensare l’organizzazione e la fruizione dei territori e in questo anche il ruolo che i Piccoli Comuni hanno nella tenuta delle comunità. Per fare questo è necessaria una grande opera di riconnessione del Paese, nel ricomporre l’originario policentrismo e l’armonico modello di urbanità. Al centro delle infrastrutture per la ripartenza dell’economia dovrà necessariamente esserci la connessione veloce come diritto di cittadinanza, che colmi in tempi certi lo scarto del digital divide, ancora oggi infatti oltre 3.900 Comuni sono sprovvisti di linea dati veloce, 1.200 Comuni non ricevono un segnale stabile per la telefonia mobile e 5 milioni di italiani non ricevono adeguatamente il servizio televisivo. Questa è una precondizione perché i territori e le comunità possano essere protagoniste della rinascita del Paese».
Senza scomodare gli architetti Boeri e Fuksas, è probabilmente sogno condiviso da molti quello di vivere ambienti meno inquinanti, stressanti, strombazzanti. Insomma, luoghi a misura d’uomo e di bambini, dove poter vivere senza rinunciare a tutti i servizi ed i comfort a cui oggi siamo tutti abituati. Perché forse davvero il futuro è nei Piccoli Comuni, che rappresentano circa il 54% del territorio italiano. Territori al di sotto dei 5mila abitanti che puntano su innovazione e sostenibilità, turismo di prossimità, valorizzazione e tutela dell’ambiente, percorsi enogastronomici, promozione di culture e tradizioni. Sono questi gli ingredienti a cui puntano i Piccoli Comuni per contrastare lo spopolamento e la riduzione dei servizi essenziali. E basta farsi un giro per gli splenditi Borghi della provincia di Foggia, come Bovino, Orsara di Puglia, Faeto, Accadia, Deliceto solo per citarne alcuni per capire che sì, il futuro non troppo lontano potrebbe essere lì. E chi è rimasto in questi luoghi il futuro lo ha visto molto prima. Forse da sempre.