Gaffe su Scampia, la ministra Azzolina si scusa e accetta l’invito a venire a Napoli
Telefonata al presidente della municipalità dopo le polemiche. Paipais: “Verrà a incontrare nostre eccellenze e a vedere processo cambiamento a Scampia. Serve un modello per far conoscere le nostre eccellenze”
Napoli. Dopo la gaffe, le scuse. Il caso della “scuola – appartamento” a Scampia citato – e poi ritrattato – dalla ministra Luicia Azzolina in conferenza stampa si chiude con una telefonata e con l’invito, accettato, a recarsi a Scampia per incontrare i dirigenti scolastici e i docenti del territorio.
Il ministro ha contattato il presidente dell’ottava Municipalità di Napoli, Apostolos Paipais, che aveva smentito l’esistenza di una “scuola in appartamento” sul suo territorio e aveva stigmatizzato l’uso del nome di Scampia “come se fosse il male assoluto”.
Questa mattina Paipais è stato contattato prima dal sottosegretario Peppe De Cristofaro, poi dalla stessa Azzolina: “Mi ha detto che è dispiaciuta di quanto accaduto e si è scusata per l’errore – racconta il presidente di municipalità – io le ho spiegato che le scuse vanno rivolte a tutta la comunità educante. E’ uno scivolone che fa riflettere. Sono stati tantissimi i dirigenti scolastici e i docenti che mi hanno contattato, ringraziandomi per la mia presa di posizione. Ho voluto quindi ribaltare la situazione in positivo e l’ho invitata, insieme con il sottosegretario De Cristofaro, a venire qui per incontrare le nostre eccellenze, i nostri dirigenti scolastici e vedere il processo di cambiamento che c’è a Scampia ma non solo. Il ministro ha accettato l’invito”.
Paipais ha colto l’occasione per fare una proposta al governo: “Come municipalità non ho molti poteri, ma posso fare da ponte per il territorio. Non bisogna soltanto ascoltare ma portare avanti investimenti. Come il ministro, anche le imprese non sanno che a Scampia ci sono delle eccellenza, ho chiesto ad Azzolina di creare un polo per il riscatto di Napoli, un modello per far incontrare domanda e offerta”.
L’invito del Comune
“In merito alle polemiche suscitate da un’infelice esemplificazione del ministro, non si può non richiamare l’anagrafe scolastica nazionale e regionale: fonte da cui si può evincere senza timore di smentita che al di là degli stereotipi, né Scampia né numerosi altri quartieri popolosi delle periferie napoletane hanno “scuole in appartamenti”. L’assessora all’Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, commenta così il pasticcio della ministra Lucia Azzolina che ieri, in conferenza stampa con il premier Giuseppe Conte, parlando di Napoli e di Scampia, ha fatto riferimento a una “scuola in un appartamento” e si è impegnata con il presidente a offrire nuove possibilità e nuovi spazi ai ragazzi della periferia napoletana. Ma il caso della “scuola in un appartamento” è stato smentito dalla settima municipalità e il ministero ha ritrattato in serata.
Oggi nella polemica interviene l’assessora, che invita la ministra “a inaugurare l’anno scolastico a Napoli, così da visitare di persona le nostre belle scuole, a Scampia come in altri quartieri”. Non basta. “Il tema che abbiamo posto come enti locali – aggiunge Palmieri – non riguarda la natura delle strutture ma le misure di adeguamento edilizio necessarie al distanziamento e alla conquista di spazi consoni all’attuazione delle misure di prevenzione sanitaria quale il distanziamento. Spiace che dopo tante interlocuzioni ancora questo non sia chiaro, ci auguriamo che lo diventi al più presto”.
L’assessora poi aggiunge: “La ricchezza del patrimonio edilizio scolastico napoletano vede una grande varietà di situazioni, con scuole che vanno da fine Ottocento agli anni Ottanta come epoca di costruzione, e solo residuali situazioni di scuole in edilizia privata, che si contano sulle dita di una mano”.
Degli oltre 400 plessi scolastici della città di Napoli che nascono ab origine come scuole, “molte sono già investite da lavori di adeguamento per la sicurezza finanziate dagli enti locali e da fondi europei – conclude – Permangono, certo, forti difficoltà di manutenzione ordinaria legate allo strangolamento dei bilanci degli enti locali, cui si aggiungono oggi esigenze straordinarie legate alle emergenza covid, che sono state ampiamente segnalate al governo tramite Anci e Upi”.
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