Venezuela terra di paura
E’ sul finire degli anni Cinquanta che vengono a mancare le prospettive di sviluppo nei settori fondamentali della produzione. Langue il primario, il cui assetto fondiario ristretto e frazionato riesce a soddisfare a malapena la domanda della comunità locale e costituisce una seria remora all’occupazione. Il secondario, eccetto una piccola e operosa presenza artigianale, è del tutto inesistente. Funziona il terziario fino a quando le crescenti domande di impiego non possono essere più accolte per avvenuta saturazione degli organici, spesso in soprannumero. Le contrade non hanno strade praticabili e i contadini spesso condividono con gli animali lo stesso spazio. In molte case vi è assenza di misure igieniche appropriate. Stante l’economia asfittica e una diffusa inquietudine per la presenza cupa dell’ombra della povertà e del disagio, che inasprisce il sacrificio, l’entità del flusso migratorio intercontinentale, incoraggiato anche dalla libertà di emigrare sancita dalla nuova Costituzione Italiana promulgata nel 1947, si fa sempre più crescente. La corrente transoceanica prende il sopravvento su quella continentale e si verifica, con lo scorrere del tempo, quell’imponente Esodo di Massa, che spopola Pontelandolfo in misura ragguardevole, decisamente in maniera irreversibile, perché l’emigrazione assume carattere permanente per famiglie intere. Le rimesse dei parenti d’oltreoceano furono come una manna piovuta dal cielo, esse contribuirono a elevare fortemente il tenore di vita materiale e spirituale delle masse rurali. Il Venezuela fu una delle mete preferite raggiunte in quel tempo. Diversi pontelandolfesi nel 1949 salirono a bordo della nave Assiminia, ancora in fase di restauro per un precedente affondamento, diretti verso le coste venezuelane. Dove un tempo i nostri nonni trovarono ricchezza e fortuna, oggi una crisi economica sta generando povertà, malnutrizione, violenze, terrore. Il crollo del costo del petrolio ha causato una condizione economica pesantissima. E’ un’emergenza economica, sanitaria e sociale spaventosa. Anche la situazione di molti nostri fratelli non è per niente facile, non si sa in che direzione sta andando il Paese. Si vive nella paura in citta spettrali ingoiate dal coprifuoco. E’ notte fonda sul Venezuela, quello degli anni Cinquanta, quel Venezuela della speranza, quel Venezuela che ha rappresentato la fortuna di tanti pontelandolfesi.
Gabriele Palladino