PAGINE ESTRATTE DAL LIBRO DI GABRIELE PALLADINO A CURA DELLA REDAZIONE
13 settembre 1943 -Pontelandolfo venti di Guerra
La Seconda Guerra Mondiale coinvolse e sconvolse i paesi di tutto il mondo nel più terrificante conflitto che l’umanità avesse mai conosciuto. Le vicende ad essa legate rappresentarono per la nostra nazione un incredibile susseguirsi di disillusioni, di amarezze. Alle sonore batoste militari subite sui vari campi di battaglia si aggiunsero la miseria, la fame, la sofferenza, le distruzioni dei bombardamenti.
Il nove luglio millenovecentoquarantatre, quando le truppe alleate sbarcarono in Sicilia, e proseguivano vittoriose la risalita verso nord, una tormentata Pontelandolfo attendeva con ansia lo scoccare della tanto sospirata ora della definitiva liberazione dall’esercito tedesco. Il bollettino degli eventi rimbalzava sulle frequenze rauche dei pesanti apparecchi radiofonici nelle case di pochi privilegiati.
Giorni di speranza, ore di paura.
Tutto però lasciava presagire un esito positivo. La morte non poteva, non doveva appartenere ai pontelandolfesi
La pace e la tranquillità apparente del paesino, il trascorrere felice della vita, nonostante tutto, da parte dei contadini, quotidianamente all’aperto, nei campi, tra i boschi, la serenità dei pastori e la calma delle loro greggi al pascolo sui monti, erano tutti elementi sufficientemente rassicuranti che facevano ben sperare per il futuro di quei giorni.
Abituati a convivere con le milizie naziste, quasi sempre tra i piedi, gli ignari bambini continuavano a rincorrersi e a giocare come se nulla stesse accadendo.
Ma, lo spettro della Morte si celava dietro l’angolo, pronto ad infierire sulle vittime inconsapevoli del triste destino ormai segnato.
Il piccolo Pasquale Polletta, nato a Pontelandolfo 1’11 aprile del 1933, aveva da poco compiuto l’età di dieci anni, quando pagò il funesto tributo, che ancora oggi pesa sulla sua testa come un gigantesco fardello.
Le persone al mondo a lui più care furono sterminate da un’assurda guerra, che, peraltro, Pasquale nemmeno sapeva perché si stesse combattendo. Impossibile farsene una ragione di vita!
La storia dei grandi eventi non aveva concesso mai onore, neanche un esiguo spazio delle sue memorie, a quelle vittime innocenti che pagarono con atroce morte la follia degli uomini. I loro nomi, le loro voci, i loro volti resteranno scolpiti per l’eternità non solo nei ricordi di Pasquale ma anche di una intera comunità, grazie alla sensibilità dell’Amministrazione del sindaco Rocco Flavio Palladino, che, dopo oltre mezzo secolo di sconcertante silenzio, finalmente, con delibera di consiglio comunale n. 19 del 02/10/2004 ha sancito la data del 13 settembre quale “Giornata del Ricordo”.
Da poche ore era calato il buio della notte di quel fatidico 13 settembre 1943, quando il barlume di luce, che a mala pena si intravedeva attraverso una minuscola finestra di una masseria, scatenò l’inferno alla località Petrillo.
Per un tragico errore di valutazione del tenue bagliore, un cacciabombardiere delle Forze Alleate, improvvisamente apparso nei cieli di Pontelandolfo, immaginando di avere avvistato il fortino tedesco allestito alla località Marzia, si proiettò con feroce accanimento sull’abitato di Petrillo, distante poche centinaia di metri.
In pochi attimi si abbatté al suolo una sequenza di esplosioni tanto rapida quanto micidiale.
Non era scoccata ancora la mezzanotte, quando persero la vita, falcidiati dalle bombe:
Polletta Maria Giuseppa nata a Pontelandolfo il 17.05.1909 (madre di Pasquale)
Polletta Lucia Maria nata Pontelandolfo il 12.12.1930 (sorella di Pasquale)
Polletta Giocondina nata a Pontelandolfo 1’11.05.1935 (sorella di Pasquale)
Polletta Antonia nata a Pontelandolfo il 22.01.1901
Polletta Michelangelo nato a Pontelandolfo il 03.06.1921
Pesce Maria Cristina nata a Pontelandolfo il 10.11.1874
Marcello Anna nata a Casoli (CH) il 03.06.1884 (deceduta durante la corsa disperata che la portava all’ospedale A. Cardarelli” di Campobasso)
Pochi giorni più tardi ponevano fine ai loro giorni terreni nell’ospedale “A. Cardarelli” di Campobasso, dove erano stati trasportati per la gravità delle ferite:
il 15.09.1943, Polletta Vitantonio nato a Pontelandolfo il 28.07.1881 (nonno di Pasquale)
il 18.09.1943, Polletta Pietruccia nata a Pontelandolfo il 31.12.1915
Rinaldi Italia, nata a Pontelandolfo il 13.02.1913, gravemente ferita ad una gamba, lottò lungo tempo tra la vita e la morte. Miracolosamente riuscì a sopravvivere, dopo che le fu amputato l’arto destro.
Circa un mese prima, ed esattamente il 20 agosto 1943, nel corso di un improvviso bombardamento diretto contro la stazione ferroviaria di Benevento, mentre erano in attesa del treno
che li conducesse a Pontelandolfo, avevano perso la vita: Polletta Giuseppe nato a Pontelandolfo il 26.02.1907 (padre di Donatella, oggi moglie di Pasquale)
Longo Domenico nato a Pontelandolfo il 02.12.1914
Guerrera Maria nata a Pontelandolfo il 22.01.1919
Il 30 luglio 1943, intanto, nell’ospedale militare di Caserta, gravemente ferito durante un massiccio bombardamento nel casertano, era morto Polletta Antonio (zio di Pasquale), nato a Pontelandolfo il 12.10.1923.
Poco meno di un mese dopo la tragedia di Petrillo, la mattina del 7 ottobre 1943, a suggellare un macabro disegno del destino, perdeva la vita il piccolo Polletta Raffaele nato a Pontelandolfo il 30.03.1934. Scampato miracolosamente, insieme al cugino Pasquale, nel corso del bombardamento di Petrillo, non ebbe alcuna possibilità di salvezza, quando, nell’ambito di un violento attacco dell’artiglieria delle Forze Alleate della base operativa in forza nella città di Benevento, diretto contro le diverse postazioni dell’esercito tedesco presenti sul territorio di Pontelandolfo, una scheggia assassina gli trapassò inesorabilmente l’aorta sotto lo sguardo incredulo del padre, nei pressi della contrada Gugliete.
Ancora distruzione, ancora massacri, ancora una volta Pontelandolfo, nel corso della sua storia millenaria, viene umiliata e colpita a morte dal vile accanimento delle vicende umane.
Mi è parso giusto e doveroso rievocare il ricordo di quei giorni tristi e rendere omaggio a questi martiri, a tanti sconosciuti, affinché le menti dei cosiddetti grandi uomini, dei leaders, dei potenti, dei fanatici, dei folli, degli insoddisfatti, per una volta siano illuminate di luce vera, nella speranza che il sacrificio di persone senza nessuna colpa rappresenti il sacrosanto punto di partenza per il raggiungimento di quell’obbiettivo comune, che è la pace tra i popoli di tutto il mondo.
Prima di rivivere il pathos di quei momenti raccapriccianti, però, il recupero della memoria storica impone di tornare con la mente indietro di qualche anno per ricordare, e non dimenticare, quei settantacinque giovani eroi pontelandolfesi che nel corso della Prima Grande Guerra, per l’ideale di una più grande Italia, morirono combattendo l’usurpatore austriaco sui campi dell’Isonzo e sulla balze alpine.
Umili artigiani, gente di fatica, contadini, pastori, braccia forti, figli di una madre terra aspra ma benevola, strappati un giorno all’amore che li legava ai campi dorati, agli opulenti verdi pascoli montani, dispersi e caduti eroicamente in battaglia, non fecero mai più ritorno alle proprie case.
Un grazie sincero rivolgo con affetto a Pasquale Polletta, a Peppino Polletta, a Paolo Cioccia, a Rocco Boccaccino, a mio padre Angelo Palladino e al Comune di Pontelandolfo, che, con la gentile fornitura gratuita di materiali, notizie e foto hanno contribuito in maniera significativa alla stesura di questo lavoro.
Gabriele Palladino