Tammurriata nera e altre storie: la ‘magia’ delle donne
Miti, leggende e simboli legati al genere femminile, dalle canzoni al folklore
di Giovanni Vasso
La donna è magica. Connesso al genere femminile c’è tutto un universo di miti, leggende, simboli e tradizioni, più o meno sincretizzate con le culture di volta in volta dominanti. La donna è desiderio ma anche madre. La donna può diventare anche strega, però. La donna incinta è figura ancora più complessa. Perché è incubatrice di vita e da lei dipenderà buona parte del futuro del bambino.
Tutti conosciamo una delle canzoni popolari più belle del Novecento, Tammurriata Nera. Si parla della guerra, appena arrivata a Napoli e subito finita. Si parla d’amore e di vita, contrabbando e licenziosità così come vuole il genere della ballata popolare, alla faccia dei bacchettoni di tutti i colori e di tutte le età. Ma i bacchettoni vigilano sempre attenti sui casi della vita, specialmente quella altrui. Così, in quei tumultuosi anni del dopoguerra, poteva capitare che nascesse un bimbo. Nero.
E qui torna in gioco la magia. “A vote basta sulo na guardata/ e a femmena è rimasta sott’ ‘a botta ‘mpressiunata”. Come spiegare ai parrucconi la nascita di bimbi così diversi dagli altri e così simili a quei ragazzoni coloured giunti a Napoli al seguito dell’offensiva angloamericana? Si ricorreva alla magia. Appunto.
La leggenda, diffusa fino a qualche decennio fa (e ancora adesso, a dirla tutta) in vaste zone della Campania e più in generale di tutto il Sud Italia, secondo cui se una donna incinta si fissa a guardare qualcuno, per chissà che motivi ne attira lo sguardo (foss’anche solo per curiosità), ecco che il bimbo o la bimba che porta in grembo ne assumerà le caratteristiche. E si narrano, a proposito, storie terribili: come quella di una mamma che, nel salernitano, s’era innamorata del ricamo di un puttino su una copertina. Bello, biondo e pacioccone, l’angioletto era stato tessuto a mezzo busto. La futura madre ne era stregata. Mal gliene incolse: il bimbo nacque bello, biondo e pacioccone. Ma senza gambe.
Si tratta di storie e miti che affondano le loro radici in un concetto basilare, quello della tutela della donna incinta da ogni molestia e una vaghissima concezione magica, se non addirittura profetica, della futura mamma. Concetti che, storicamente, possono essere stati “confermati” da nascite straordinarie, ad esempio dai bimbi con la coda. Oggi sappiamo che si tratta di una patologia rara ma comunque scientificamente spiegabile, quella della “spina bifida”. E, ovviamente, queste credenze erano “utilizzate” anche per beffare i difensori del puritanesimo. Come in Tammurriata Nera: Ciro, il bimbo nero è nato nero ma perchè la mamma – vedendo un uomo di colore mentre era incinta – ne rimase turbata e scioccata al punto da trasmettere al feto la sua paura.
Da: https://www.ecampania.it/napoli/cultura/tammurriata-nera-e-altre-storie-magia-delle-donne