SFIZZIO, SFIZZIUSO: MOLTO PIÙ DI UNO … SFIZIO
Come definire un godimento che non impegna, ma che soddisfa, lasciando intatto il desiderio e la gioia di vivere? Un desiderio impellente, un capriccio che chiede di essere esaudito subito e che occupa tutti i pensieri del momento?
Non c’è nulla di meglio dei termini napoletani “sfizzio” e “sfizziuso” , che l’italiano ha copiato con sfizio e sfizioso, utilizzati nel linguaggio comune, ma anche letterario. Ma quella “z” in meno rispetto a sfizzio e sfizzioso, toglie molto forza, nun dà “sfizzio”. La sua etimologia è parimenti complicata; potrebbe derivare dal latino satisfacio, cioè “soddisfo”, oppure da ex-futilis, “non impegnativo, frivolo”, ma potrebbe anche derivare dal vocabolo greco φυχισ, fuxis, che significa evasione, a cui i napoletani avrebbero aggiunto il rafforzativo identificato nella “s” aggiunta all’inizio di parola.
Meno probabile è che derivi dal latino ex + vitium, come una sorta di stravizio. Ma i napoletani, come ci ricorda Raffaele Bracale, hanno una marcia in più anche in questo caso: ‘e sigarrette cu ‘o sfizzio. Nei primi del Novecento , e ancor più dopo la Seconda Guerra Mondiale ci fu un tempo in cui a Napoli ‘e sigarrette (diminutivo femminile dello spagnolo cigarro, di derivazione maya –jigar; a differenza dell’italiano sigaretta che deriva dal francese cigarette), più che dai tabaccai si acquistavano di contrabbando.
Nei vicoli più popolari e massime a Forcella, le contrabbandiere giovani e piacenti Indossavano ampie sottane con grossi grembiuli provvisti di tasche ed ampî corpetti abbottonati o allacciati sul davanti del busto, dove nascondevano i pacchetti di sigarette. E così con un sovrapprezzo il ”cliente” poteva frugare tra i seni, le giarrettiere, sotto le gonne, il pacchetto che avevano intenzione di acquistare, pigliandosi ‘nu passaggio! Finita l’epoca d’’o sfizzio, il contrabbando continua ad essere esercitato, ma in misura molto minore ed ora nei vicoli viene venduta la droga … senza sfizzio e senza sfizziuse!.
Paolo Peluso