Raimondo di Sangro. Le notizie inedite sul suo ingresso in Massoneria e l’Arcana Arcanorum di Napoli
18 Settembre 2019
Sappiamo che la prima loggia massonica fu ‘La perfetta unione’ di Napoli sotto il vicereame austriaco, dal 1728 al 1734. Dato che tale loggia napoletana tentò il risveglio sotto Re Carlo Borbone di Napoli nel 1735, fu soffocata sul nascere dalla polizia napoletana mandata dal primo ministro Benardo Tannucci, iper questo motivo il principe napoletano don Gennaro Carafa di Roccella, 1715-1765, domanda di affiliarsi alla loggia massonica in Parigi, in Francia, diretta dal 1737 dal duca di Villeroy, in data 26 febbraio del 1737 e assegnato come compagno alla loggia di Marsiglia dal luglio 1737.
A Napoli su sua spinta un gruppo di mercanti stranieri tenta nel 1743 il risveglio della loggia la Perfetta Unione, ma la polizia del Tannucci lo impedisce al centro di Napoli, nel palazzo dei Carafa di Roccella, vicino piazza San Domenico Maggiore, in Via Trinità dei Monti, attuale via Benedetto Croce, e nel 1745 in giugno, viene fondata la loggia napoletana. Lo Zelo, nella casina estiva dei Carafa di Roccella, in casa del marchese Gazzola fratello del principe Gennaro Carafa, principe di Roccella, al ponte della riviera di Chiaia diretta dal mercante di vestiti, il francese Larnage da Lione e da 5 ufficiali minori di grado del real esercito borbonico napoletano. e un mese dopo vi entrarono altri 7 ufficiali vari, un sacerdote e due commercianti di Napoli, compreso Francesco Zelaia, alfiere del reggimento Real Napoli, che fu nominato subito nuovo Venerabile di tale loggia napoletana che su presentazione di Don DOMENICO VENIER, aiutante di campo del Re S>M Carlo Borbone di Napoli, viene ricevuto come Maestro di 3 grado, don Gennaro Carafa. Principe di Roccella in luglio 1745.
In tale loggia viene ricevuto una settimana dopo nel luglio 1745 ed iniziato dal venerabile don Gennaro Carafa, sotto la Maestranza generale di Napoli massonica dello Zelaia, il principe don Raimondo Maria di Sangro di Sansevero, 1710-1771, gentiluomo del re di Napoli dal 1737 e cavaliere di San Gennaro dal 1738 e cavaliere di Malta, colonnello comandante il reggimento di fanteria provinciale di Linea, Real Capitanata, di Foggia dal 1742.
Letterato, scienziato inventore dal 1739, studioso di strategia militare, kabbalista, alchimista in Napoli dal 1737. Nel dicembre 1745 per i suoi pregi e titoli, Raimondo de Sangro , viene innalzato al 3 grado massonico, azzurro scozzese, secondo le costituzioni massoniche di Anderson del 1724 e al rango di 1° Sorvegliante ed Oratore e in tale veste riceve due nuovi massoni eccellenti, il colonnello e principe siciliano Calvaruso ed il tenente del reggimento di fanteria svizzera, Tschudy, in Napoli, quel giovane Barone Henry Theodor Tschudy da Metz, 1724-1769, letterato, kabbalista, alchimista, gnostico. Raimondo di Sangro Principe di Sansevero pubblicò molte opere massoniche sue e traducendole dal francese o dall’inglese in Italiano e stampandole a sue spese in Napoli, in modo anonimo, nella sua tipografia Privata di Sangro di Sansevero, diretta dai tipografi Morelli e Salzano, sita al pianterreno di palazzo San Severo a San Domenico Maggiore, nel 1746. Inoltre il Raimondo di Sangro il 3 agosto 1747, al piano ammezzato di sinistra del suo palazzo verso la sua Cappella San Severo in Napoli, fonda una sua loggia massonica di tipo scozzese, ma con principi rosacruciani, chiamata Rosa d’Ordine Magno, anagramma di Raimondo De Sangro, ammettendovi subito lo svizzero Tschudy, il suo architetto e direttore dei lavori in Cappella Sansevero, il veneto Antonio Corradini e l’ingegnere romano, Felice Piccinini, nato nel 1723 e al servizio dei Sansevero dal 1745 come professore di matematica e chimica dei figli del principe e direttore del laboratorio di alchimia in palazzo San Severo, il cugino don gennaro Carafa principe di Roccella e suo fratello il conte di Gazzola, l’amico principe di Calvaruso.
Le iniziazioni sono svolte in Cappella Sansevero di notte, sotto la sorveglianza armata di pugnale dei 30 valletti e lacche del principe di San Severo, tutti incappucciati e giovani fedelissimi pugliesi, calabresi e napoletani, diretti da monsieur Lambert, maggiordomo di casa dei San Severo, che pattugliano il palazzo, la cappella ed i vicoli vicini durante le riunioni della Rosa d’Ordine Magno. Nel 1749 entrano nella loggia Rosa d’Ordine Magno, altri militari, nobili di alto grado, principi, diplomatici stranieri, l’ambasciatore austriaco e quello inglese a Napoli, Lord Herdenesse, amico di S.Germain, in Francia, il residente diplomatico di Venezia a Napoli, l’ambasciatore francese, per un totale in due anni di vita della Loggia di 24 adepti maggiori e 30 tra apprendisti e compagni minori, praticando, unica Loggia in Italia ed a Napoli al tempo, gli alti gradi scozzesi dopo il 3° grado di Maestro. Nello specifico si praticavano il grado di maestro segreto, 4 grado, il grado Eletto dei 9 ed il grado Sublime Filosofia, simile al 18° grado anche detto dei Principi Rosa+Croce.
Il 10 ottobre 1750 viene proposto alla Gran Loggia dello Zelo di Napoli al ponte di Chiaia dai Carafa, di nominare al posto di Zelaia, come nuovo Gran Maestro Nazionale di tutta la Massoneria del Regno di Napoli e di Sicilia il Principe di San Severo, Raimondo di Sangro, su proposta dell’Abate Latilla Benedetto, oratore presso la Gran Loggia e 3° grado di Maestro azzurro presso la Loggia Rosa d’Ordine Magno (futuro vescovo di Avellino e dal 1754 e precettore dal 1759 del principe reale erede al trono di Napoli, Ferdinando IV). Il 24 ottobre 1750 la proposta e votata all’unanimità in tale Loggia al ponte di Chiaia, presenti tutti i Massoni di Napoli compreso i Carafa, Zelaia e Larnage. Abbiamo quindi dal 24 ottobre 1750 sotto la Gran Maestranza di Raimondo De Sangro, nel Regno di Napoli e Sicilia, la loggia Rosa d’Ordine Magno a Piazza San Domenico Maggiore con 280 massoni propri di cui 29 dei tre alti gradi detti all’epoca gradi massonici adonhiramiti – dal 1778 nominati Arcana Arcanorum o Scala di Napoli. Loggia Moncada a Napoli su patente del gm di Sangro, diretta dal principe siciliano Moncada di Calvaruso, con 30 fratelli e 7 apprendisti e primo sorvegliante il Larnage Loggia ‘Virtù Trionfante’ in Aversa provincia di Napoli, in palazzo Pignatelli, diretta dai Pignatelli di San Demetrio Loggia ‘San Giovanni di Scozia’ a Palermo e cosi le logge siciliane di Catania e di Siracusa, quest’ultima fondata dal Gran Maestro di Sangro. Il 20 dicembre 1750 il di Sangro rispettoso del Sovrano Re Carlo III di Napoli informa il re che lui e massone e gran maestro della fratellanza nazionale di Napoli e di Sicilia, che non e un associazione pericolosa ma di studi filosofici e la lettera desangriana al sovrano e spedita tramite l’Abate Latilla per combattere la violenta campagna denigratoria in Napoli contro i Massoni e lo stesso Principe Raimondo De Sangro, dopo la sua pubblicazione della sua opera letteraria e filosofica ‘La Lettera Apologetica’.
Il 12 gennaio 1751, Raimondo di Sangro fonda la nuova loggia in Napoli, la Tschudy, diretta dal giovane barone e alchimista Henry Tschudy, con studi massonici, filosofici e alchemici con 15 fratelli e per sorveglianti il sacerdote Pattoni e il Venier aiutante di campo del Re di Napoli e pochi giorni dopo la tipografia di Sangro pubblica in Napoli gli Statuti e Regolamenti massonici di Napoli per la Massoneria Azzurra e per i tre alti gradi o adonhiramiti, la data precisa il 19 gennaio del 1751. Raimondo di Sangro, Gran Maestro della Massoneria del Regno, uomo sempre più erudito e misterioso, fonda e riconosce la loggia Carafa al ponte di Chiaia con Venerabile lo stesso Gennaro Roccella e primo sorvegliante suo fratello marchese Gazzola, con archivio riservato a Palazzo Carafa di Roccella a Trinità dei Monti in Napoli e 7 fratelli iscritti, la bolla massonica di fondazione di tale ultima loggia desangriana in Napoli è del 12 aprile del 1751.
Fine prima parte, leggi la seconda parte dedicata alla genesi dell’Arcana Arcanorum da Raimondo a Vincenzo di Sangro tra 1751 e 1790.
Da: https://www.esoterismo.blog/massoneria/raimondo-di-sangro-notizie-inedite-sul-suo-ingresso-in-massoneria-e-larcana-arcanorum-di-napoli/