Napoli, la città che piace ai turisti non merita questo sfascio
Giovedì 28 Novembre 2019 di Gigi Di Fiore
L’«industria dei forestieri», come la definiva Francesco Nitti, nelle grandi città conosce poche e semplici regole: accoglienza logistica ottimale, ampia offerta di storia, tradizioni, cultura, eventi e buon cibo, ma soprattutto servizi, e ancora servizi, efficienti. Se questo cocktail è vero, il boom del turismo a Napoli, agevolato come in tutt’Italia da favorevoli contingenze internazionali, rischia di fare crac nell’imminente periodo natalizio che si annuncia di grandi pienoni.
Perché sull’ultimo punto, l’efficienza dei servizi, a Napoli proprio non ci siamo. A cominciare dalla Metropolitana, linea Uno, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello in un veloce e moderno sistema di qualsiasi collegamento cittadino. E invece, come è regola da mesi, i treni sono pochi e vecchi, vanno in tilt di continuo, si muovono con ritardi impossibili, procedono a singhiozzo. E il metrò dell’arte, celebrato da più programmi televisivi e esaltato da tante riviste, rischia di diventare soltanto una grande mostra di opere, «artistiche» appunto, lontano dalla sua funzione principale: il rapido trasporto cittadino.
E gli annunci che il corpo di polizia locale non farà straordinari nei giorni natalizi aggiungono fuoco a fuoco. Figurarsi il caos di auto in seconda e terza fila che nessuno controllerà. Figurarsi il proliferare di venditori di custodie di telefonini, borse Vuitton perfettamente imitate e di calzini a rate. Figurarsi il trionfo dell’industria dei parcheggiatori rigorosamente abusivi che, come documentato anche dall’ultima inchiesta della Dda sul clan Sibillo di via dei Tribunali, raccolgono denaro anche per onorare «il giro» degli emissari della camorra.
L’affascinante mostra al museo di Capodimonte sul ‘700 e i Borbone, le incantevoli opere del Caravaggio, il San Carlo, San Gregorio con i suoi pastori, le chiese e ancora le chiese ricche di storia, i decumani ormai stravolti da friggitorie e offerte di cibo mordi e fuggi che hanno cannibalizzato storiche botteghe artigiane rischiano di trasformarsi in incubi. Il rebus principale, nella Napoli dei B&b a volte senza regole, spuntati come sardine (non quelle anti-salviniane) e spesso non censiti, è come si muoveranno in città le migliaia di turisti annunciati. Sarebbe davvero vergognoso dover sbarrare la Metropolitana linea uno per mancanza di treni, o tenere bloccati nel traffico chi è arrivato in auto. Senza contare le difficoltà che, in strade prive di controllo, avranno a muoversi anche i taxi. Servizi, servizi, servizi, per non scoppiare di troppa affluenza. Vedere la Linea sei ancora incompiuta, con i fondi 2007/2013 persi e poi compensati dall’inserimento nei finanziamenti 2014/2020, ricorda come anche per le metropolitane napoletane i soldi ce li mette in prevalenza l’Europa. Per la Linea uno sono 66.720.000 euro su progetti pronti. Ma quei soldi non si vedono, quando si è in attesa per 20-30 minuti nelle stazioni. E chi deve gestire il servizio trasporti, chi deve assicurare in città ordine amministrativo e controllo per le strade non sono la Questura o la Prefettura, ma è l’amministrazione comunale. La sicurezza è diventata spesso un alibi scaricato su responsabilità che spettano ad altri. Ma stavolta si parla di problemi di tipo diverso, che riguardano la macchina-città.
Forse va rivista la coda della stagione dei sindaci partorita dal dopo-tangentopoli, in cui il carisma dei primi cittadini conta più della loro capacità di sapersi anche creare una squadra amministrativa efficiente senza temere di rimanerne oscurati. Forse quella stagione, anche in una Napoli che ha bisogno di farsi europea nei servizi, andrebbe definitivamente chiusa. Meno politica nazionale e europea, più amministrazione della città. I napoletani chiedono al Comune principalmente servizi: nei trasporti, nella nettezza urbana, nel traffico. E poi eventi culturali, se si guarda anche al turismo. Ma se i servizi sono carenti, persino il concerto di Paul McCartney rischia di diventare solo uno sforzo d’immagine. Natale è alle porte e i napoletani che possono programmano fughe dalla propria città, per non rischiare di trovarsi imprigionati nel caos da turismo in una situazione non governata. Speriamo ci vada bene, nonostante le premesse annunciate.
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