RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “Storia de’ monumenti di Napoli e degli architetti che gli edificavano” dell’architetto Camillo Napoleone Sasso -Vol.unico-Napoli-1858
(effettuata dal Prof.Renato Rinaldi)
Da pag.96 A 99
DESCRIZIONE DELLE OPERE DI Masuccio II
Chiesa dell’Annunziata.
Come dalla vita or ora esposta dell’ illustre architetto e scultore Masuccio II, si rileva che questo magnifico monumento ebbe molti deboli principi; imperocché bisogna conoscere che nel regno di Cado II. d Angiò avendo questo Sovrano di Napoli guerra in Toscana, rimasero in una battaglia prigionieri i due fratelli Giacomo e Niccola Sconditi nobili del Seggio di Capuana, così non credo superfluo dare le minute notizie della fondazione del monumento, concessioni, ampliazioni, ricchezza, distruzione, e riedificazione.
Tornando ai Sconditi, era per sette anni durata la loro prigionia nel castello di Montecatino in Toscana, nè speranza vi era per essi di ricuperare la perduta libertà, e rivedere le patrie mura. Nei momenti del più affliggente dolore, col cuor devoto, pregavano la ss.” Vergine gli infelici prigionieri, supplicandola d’invocarcela da Dio. Fecero gli addolorati germani Sconditi un voto, che se liberi nella patria ritornavano, edificare in onore della ss. Vergine una Chiesa. Miracolosaraente nel vegnente giorno ricevettero la tanto sospirata grazia. Giunti liberi e lieti in Napoli nell’anno 1304 in un luogo donatagli da Giacomo Galeota ( pure nobile dello slesso seggio di Capuana ) che denominato veniva il mal passo, essendo che spesso vi si commettevano misfatti; edificavano una piccola chiesa in onore della ss. Vergine dall’angiolo Gabriele Annunziata, e ciò in conformità di un apparizione avuta nella lora prigionia. Questa chiesetta fu da essi edificata nel luogo medesimo dove oggi vedesi eretta la chiesa della Maddalena (benanche del nostro secondo Masuccio).
Vi fondarono ancora una confraternita detta dei Battenti ripentiti nella quale primi vi si ascrissero. Indi a poco vi si ascrissero benanche quei della Famiglia Reale, e molti Baroni del Regno.
Crebbe a tal segno questa congregazione, che in breve tempo vi edificavano un comodo ospedale per i poveri infermi. Nell’anno 1324 avendo ricevuto in iscambio dalla Regina Sancia l’attuale suolo di maggiore ampiezza, ed il danaro bisognevole per edificar la nuova chiesa ed ospedale, dettero fervorosamente principio all’opera sopra il disegno avutone dal nostro secondo Masuccio.
La Regina Margherita di Durazzo madre di Re Ladislao sendo inferma fé’voto, che se ricuperava la salute, d’ applicare la città di Lesina a qualche chiesa alla ss. Vergine dedicata. Ricuperò la salute. Adempì al volo fatto con applicare le rendite di detta Città all’ospedale eretto sotto la protezione della Vergine ss.Annunziata, e ciò nell’anno 1411.
Nell’anno 1438 la Regina Giovanna II. vedendo il luogo angusto al numero degli infermi che vi concorreva, a proprie spese lo riedificò dalie fondamenta aumentandone positivamente la pianta, e terminato lo dotò di molti beni stabili consistenti in case nella città di Napoli, ed in terre nel tenimenlo di Somma.
Posteriormente vi concorsero ad arricchire questo pio luogo, molti cittadini con ampie donazioni di feudi, e di opulentissime eredità, di modo che divenne uno degli stabilimenti più ricchi non del Reame ma dell’Italia. Nell’anno 1540 fu la chiesa riedificata dalle fondamenta con disegno del Manlio.
Nel 1654 fu fatta la soffitta dal celebre Lama, e vi concorsero a gara a dipingervi l’Imparato, il Curia, e’l Santafede.
Nella cupola, e nel coro vi dipinse il Gorenzio.
Per la chiesa vi erano lavori del Massimo, del Mellino Lorenese, del Santafede, del Lanfranco, del Giordano, del Vaccaro, del Lama, e di Raffaello d’Urbino.
Le statue di stucco sulle lunette erano di Niccolò Vaccaro.
L’altare maggiore ornato con preziosissimi marmi, e con colonne le di cui basi, e capitelli erano di bronzo dorati, come similmente il baldacchino sostenuto da due gran putti, fu opera immaginata ed eseguita dal celebre Cavalier Fanzaca, spendendovi come già dissi nella prefazione ducati settantamila.
La custodia, fatta dal Napolitano Antonio Monte, di argento, constava ducati ventisettemila.
Due angioloni pure di argento tenenti ciascuno un torciere, pure opera del sullodato distinto artefice, costavano ducali diecimila. Come le porte laterali conducenti al coro pure dal Monte eseguite di argento valevano ducali ottomila. Vi erano sculture del Santacroce, del Bernini, di Giovanni da Nola.
La notte del 24 Gennaio 1757 segui l’incendio della chiesa dell’Annunziata, con danno delle più celebri dipinture, guaste e rovinate le sculture con la perdita di più centinaja di migliaia di ducati!!!
Quest’incendio avvenuto un secolo or compie, sarà sempre da rammentarsi con immenso doloro da tulli i Napolitani, e dagli amatori delle arti belle.
Terminato lo incendio, dai governatori del luogo si fé’ dare subilo principio alla nuova fabbrica dell’attuale monumento in forma più magnifica ed augusta sul disegno, e sotto la direzione del Napolitano Architetto Luigi Vanvitelli; la di cui attuale esistenza sarà da me esposta nelle opere di si distinto artista.
RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “Storia de’ monumenti di Napoli e degli architetti che gli edificavano” dell’architetto Camillo Napoleone Sasso -Vol.unico-Napoli-1858
Da PAG 482 486
DESCRIZIONE DELLE OPERE DI Luigi Vanvitelli
Chiesa dell’Annunziata.
Non credo qui superfluo ripetere quanto io dicea per questo magnifico monumento parlando delle opere dell’illustre architetto Masuccio 2″; massime per avere sott’ occhio il lettore tutto intero l’articolo che la storia e la descrizione comprende di questo ben inteso e ricco Tempio alla SS. Vergine dall’Arcangelo Gabriele An-
nunziata.
Dissi adunque nella descrizione delle opere del 2°Masuccio che questo magnifico monumento ebbe molto deboli principi, imperocché regnando il secondo Angioino, in una campale giornata tra noi ed i Toscani rimasero colà prigionieri di guerra i due germani Giacomo e Niccola Sconditi nobili del seggio di Capuana, e per sette anni gemeano prigioni nel castello di Montecatino in Toscana, né speranza vi era per essi di ricuperare un giorno la libertà perduta, e riprovare l’ineffabile gioja di riveder di nuovo le patrie mura. Nel momento del più affligente dolore col cuor devoto pregavano la SS.Vergine gli infelici prigionieri supplicandola d’invocarcela da Dio. Fecero gli addolorati germani Sconditi un voto che se liberi nella patria ritornavano edificare in onore della SS.Vergine una chiesa. Miracolosamente nel vegnente giorno ricevettero la tanta sospirata grazia. Giunti liberi e lieti in Napoli nell’anno 1304 in un luogo datogli da Giacomo Galeota ( pure nobile dello stesso seggio di Capuana) che denominato veniva il mal passo (essendo che spesso vi si commellevano misfatti), edificavano una picciola chiesa in onore della SS.Vergine dall’Angiolo Gabriele Annunziata e ciò in conformità di un apparizione avuta nella loro prigionia.
Questa chiesetta fu da essi edificata nel luogo medesimo dove oggi vedesi eretta la chiesa della Maddalena (benanche del nostro 2° Masuccio ).
Vi fondarono pure una confraternità detta dei Battenti ripentiti nella quale primi vi si ascrissero. Indi a poco vi si ascrissero benanche quegli della famiglia Reale e molti Baroni del Regno.
Crebbe a tal segno questa congregazione che in breve tempo vi edificavano un comodo ospedale per i poveri infermi. Nell’anno 1324 avendo ricevuto in iscambio dalla Regina Sancia l’attuale suolo di maggiore ampiezza , ed il danaro bisognevole per edificar la nuova chiesa ed ospedale, dettero fervorosamente principio all’opera sopra il disegno avutane dall’architetto Masuccio 2°.
La Regina Margherita di Durazzo madre di Re Ladislao sendo inferma fé’voto , che se ricuperava la salute, d’applicare la rendita della città di Lesina a qualche chiesa alla SS.Vergine dedicata. Ricuperò la salute ed adempì al voto fatto con applicare le rendite di detta città allospedale eretto sotto la protezione della Vergine Annunziata, e ciò nell’anno 1411.
Nell’anno 1438 la Regina Giovanna 2.^ vedendo il luogo angusto al numero degli infermi che vi concorreva, a proprie spese lo riedificò dalle fondamenta aumentando positivamente la pianta, e terminato lo dotò di molti beni stabili consistenti in case nella città di Napoli, ed in terre nel tenimento di Somma.
Posteriormente vi concorsero ad arricchire questo Pio luogo molti cittadini con ampie donazioni di feudi, e di opulentissime eredità di modo che divenne uno degli stabilimenti piti ricchi non del Reame ma dell’Italia tutta. Nell’anno 1540 fu la chiesa modificata ( come ò esposto ) con disegno del Manlio.
Nel 1654 fu fatta la soffitta dal celebre Lama, e vi concorsero a gara a dipingervi l’Imparato, il Curia, e’I Santafede. Nella cupola e nel coro vi dipinse il Corenzio.
Nella chiesa vi erano lavori del Massimo — del Mollino Lorerenese — del Santafede — del Lanfranco — del Giordano — del Vaccaro — del Lama — ed un quadro di Raffaello d’Urbino.
Le statue di Stucco sulle lunette erano di Niccolò Vaccaro.
L’ altare maggiore era ornato con preziosissimi marmi , e con colonne le di cui basi e capitelli erano di bronzo dorati, come similmente il baldacchino sostenuto da due gran putti — opera del Fansaca che constò Duc. 70,000 — La custodia fatta dal nostro argentiere Antonio Monte, un masso d’argento, valea Duc. 27,000.
Due grandi angioli pure di argento tenenti ciascuno un torciere, opera benanche del sullodato Monte costavano Duc. 10,000: come le porte laterali conducenti al coro pure dal Monte eseguite in argento valeano Duc. 8,000 — Vi erano sculture del Santacroce, di P. Bernini, del Merliano,
La notte del di 24 Gcnnajo 1757 segui l’incendio della chiesa dell’Annunziata, con la distruzione delle più celebri dipinture, guaste e rovinate le sculture con la perdila di più centinaja di migliaia di ducati.
Terminato lo incendio i governatori del luogo procurarono subito dar principio alla nuova fabbrica. Questa riuscì in forma più magnifica ed augusta, e così riescir dovea, imperocché fu affidata la commissiono al nostro distintissimo Luigi Vanvitelli — il quale si la fece che oggi è una delle più belle chiese di Napoli.
Malgrado che il Vanvitelli avesse dovuto accomodarsi al luogo, pur tuttavia spiegò per questo monumento un gusto squisito in tutte le sue parti.
Il gran cornicione che gira intorno è sostenuto da 44 belle colonne corintie di marmo di Carrara. I quadri dell’altare maggiore e della crociera sono di Francesco di Mura, i Profeti dipinti a chiaroscuro ne’pinnacoli sotto la cupola sono del Fischetti. Le quattro virtù di stucco sono modellate dal Sammartino. Non si potea far di
meglio nel secolo della decadenza delle belle arti.
Sotto la crociera della chiesa l’architetto vi à disposto un bel soccorpo o sia confessione di figura ellenica e sostenuto da otto paja di colonne doriche. Non debbe l’artista tralasciare di visitare la Sagrestia ed il Tesoro scampati dall’incendio. Le volte di ambedue sono dipinte a fresco dal Corenzio.
Gli armadi della Sagrestia portano scolpita a basso rilievo sopra noce la vita del Redentore; opera è questa del nostro Merliano, di cui è anche opera sua il basso rilievo della deposizione dalla croce, il quale è situato nel passaggio dalla chiesa al Tesoro.
In questo merita pure d’essere osservata la statua di marmo di Alfonso Sancio, eseguita da Domenico d’Auria.
Nel campanile vedesi la più grande campana della città nostra il cui peso è di cantaja 68. Nella stanza che dicesi l’udienza del governo la Nunziata dipinta a fresco sulla volta è del Solimena. La fontana in mezzo al cortile é un avanzo dei Reali giardini della Duchesca.
Quesla fabbrica durò molti anni; imperocché cominciata subito dopo l’incendio, non prima del 1774 ne fu aperta la metà.
(Un anno dopo la morte del Vanvilelli) rimanendo a farsi la cupola col presbiterio. Nel maggio dell’anno 1781 fu terminalo il resto di tutto punto sotto la direzione di Carlo Vanvilelli figlio di Luigi.
Entrato che sei adunque in questo magnifico Tempio lo miri diviso in tre ripartimenti mediante le 44. colonne di su accennate.
Nel suo ingresso evvi un arco, con colonne, sotto al quale sta situato il coro delle monache. Sotto detto arco sonvi due cappelle. In quella a destra dedicata alla Concezione vi è il Battisterio, essendovi in questa chiesa anche la Parrocchia ed in cornu epistolae di essa l’iscrizione che da ragguaglio dell’incendio e della riedificazione. La cappella a sinistra dedicata allo sponsalizio di S. Giuseppe à un quadro di Giuseppe Farina. Da questo primo compartimento che forma un atrio t’introduci nella nave divisa in tre ripartimenti, con quattro pilastri ciascuno fiancheggiato da due colonne, e tutte sostengono il gran cornicione. Nei tre ripartimenti a man sinistra sono situate altrettante cappelle, la prima della famiglia Somma Principi del Colle con quadro della Vergine col suo morto Figliuolo nel
seno, ed altri Santi. La seconda della famiglia Cerdines Conti di Acerra col quadro dell’Annunziata di Giacinto Diana. La terza della famiglia della Quadra Carrafa Principi di S. Lorenzo con quadro della nascita del Signore di Francesco Norici.
Nel lato destro poi vi sono due solo cappelle; giacchè il terzo ripartimento a rimpetto la cappella dei Principi di S. Lorenzo evvi il vano per dove si entra sulla destra nella sagrestia, sulla sinistra nella cappella de’Carafa, e di fronte nel tesoro. La prima di queste due cappelle è della famiglia Mariconda con un quadro del Crocifisso del Fischetti, la seconda con quadro del Battesimo di N. S.
Nel vano del 3° ripartimento per dove si entra in Sagrestia vi sono situati due bassi rilievi di marmo, quello a sinistra indica la deposizione dalla Croce del Santacroce; l’altro la nascita del Signore dello stesso autore nei quali basso rilievi non può desiderarsi lavoro più finito, espressione più viva.
Dopo ammirerai la maestosa crociera formata da quattro archi. I due di fronte poggiano su quattro colonne, ed i laterali su due; ergendosi su di essi la maestosa cupola forse dopo di quella del Tesoro la più maestosa. Negli angoli di questa vi son dipinti a chiaroscuro dal Fischetti i quattro Profeti maggiori.
Nell’intercolonnio di ciascuno de’sudetti archi vi è situata una statua di stucco rappresentante una virtù. Quelle situate di fronte sono modellate dal Sammartino e quelle nei laterali da Angelo Viva.
I cappelloni della crociera sono anche fiangheggiati da due colonne per ciascuno. In quello in cornu epistolae vi è un quadro con la strage degli innocenti, in quello opposto vi è un quadro indicante il martirio di S. Barbara ambi di Francesco de Mura.
Finalmente entrasi nel Presbiterio chiuso con balaustre di marmo, standoci altre quattro colonne di sostegno alla volta. Il quadro che vi si vede é opera distinta del sullodato de Mura. In questo Presbiterio vi sono altre due cappelle. In quella in cornu epistolae della famiglia Caracciolo Principe di S.Buono vi è un quadro con la B. V. col suo Figlio morto in seno. Nella cappella opposta il quadro che vi è di S.Antonio Abate è indegno di stare in questa chiesa.
Degno di osservarsi è il prezioso altare maggiore ricco di stimabili pietre, e più per l’eccellente lavorio. In mezzo al Presbiterio vi è il sepolcro della Regina Giovanna 2 che non in altro consiste che in una lapide con l’iscrizione scolpitavi, ivi posta dai governatori nell’anno 1610; questa scampò dal fuoco, onde i
governatori ve la fecero riapporre con l’aggiunta di altra iscrizione allusiva al riponimento.
Dopo aver esposta la vita di Luigi Vanvitelli con l’indicazione delle moltiplici e svariate sue opere. Dopo aver come meglio ò potuto descritte le delizie di Caserta, i famosi ponti della Valle, l’intero acquidotto Carolino, il Foro Carolino, e la magnifica chiesa dell’Annunziata: superfluo sarebbe il più dilungarmi nelle descrizioni delle altre indicate, meno pel palazzo Angri a Toledo il quale vieppiù ci appalesa il genio dell’architetto, avendo in sì angusto spazio in una pianta trapezoidale cavatone si bel partito, dandoci nell’androne, e nella magnifica scala pruova del suo elevato ingegno.
Questo palazzo è stato or ora ripulito o decorato dall’attuale sig. Principe D. Francesco Doria sotto la direzione del chiarissimo architetto Antonio Francesconi.
Nella mia tavola 20. osservar potrai il bell’assieme con la veduta prospettica delle due strade laterali di Toledo e di Monteliveto.