COSA CI FA LA STATUINA DI UN BRIGANTE IN UN PRESEPE?
di Valentino Romano (*)
Semplice: i presepi sono lo specchio dei tempi, una forma di catechesi per immagini a metà tra il religioso e il laico, una rappresentazione del presente ma anche del ricordo. E così le fattezze fisiche dell’immaginario collettivo, o anche solo della cronaca, si trasferiscono nella raffigurazione che simboleggia l’umanità; il mistero della Nascita, portandosi dietro un afflato di collettività che emerge imperioso. E la gran voglia di fare parte della collettività umana intera e di non escludere nessuno e di farvici entrare chiunque ne faccia – a qualsiasi titolo e in qualsiasi modo – parte non esclude nemmeno il fuor bandito, l’uomo che dalla collettività si è staccato o è stato costretto a farlo, il “bannito”.
Ma dietro questa statuina, a conoscerne la storia, c’è anche un profondo senso di civiltà.
La statuina, opera di artigiani locali, fa parte di una raccolta museale custodita presso la “Casa della Cultura Leonida Repaci” di Palmi (RC) e, come detto, rappresenta un “bannito”, cioè un personaggio colpito dal bando: ha una particolarità; è senza armi, perché nella notte della Luce non c’è posto per le armi. E qui s’innesta la sua storia reale e profonda. In passato a tutti i “banditi” veniva concesso di trascorrere la notte della Nascita in famiglia e assistere alla Messa di mezzanotte; un salvacondotto di poche ore per bere di quella serenità che promanava dalla Grotta. Le armi potevano aspettare, era il momento dell’intimità degli affetti; un barlume di umanità che scaldava il cuore degli uomini più di quanto potesse fare, come tradizione vuole, l’alito dei famosi bue e asinello. E tutti deponevano le armi.
Ma oggi è ancora così? Taceranno le armi che si contrappongono nel mondo? Zittirà per qualche ora il triste suono delle bombe che Russia e Ucraina si scambiano in una spirale di odio che non conosce fine? Si fermeranno i conflitti in corso in tutto il resto del mondo?
E se non lo faranno non dovremmo interrogarci noi su quale crinale di inciviltà scivola l’umanità? Noi che ci vantiamo del progresso non dovremmo chiederci se tale veramente è o non assume le cupe fattezze del regresso?
Ci sarà qualcuno disposto ancora a dare un salvacondotto al “bandito”?
Amici, non voglio rattristarvi ma invitarvi, anzi, invitarci a una riflessione.
Per questo ho scelto di riaprire la mia rinnovata rubrica domenicale con la statuina e con quello che si porta dietro.
E valga come augurio verso tutti, amici e non (soprattutto a questi ultimi).
Un semplice ma sincero augurio di serenità.
“… immagina non ci siano paesi,
non è difficile.
Niente per cui uccidere e morire
E nessuna religione
Immagina che tutti vivano la loro vita in pace …”
Buon Natale a tutti
(*) Promotore Carta di Venosa