ALFREDO PIGNA IL CANTORE DELLO SPORT ITALIANO
DA PONTELANDOLFO IN POI…
La notizia della scomparsa di Alfredo Pigna dello scorso 19 novembre 2020 è passata quasi inosservata ai più. La Televisione di Stato attraverso i telegiornali, ha ricordato il collega che fu, licenziandolo da questo mondo in punta di piedi. Scarni i comunicati, un po’ come lo stile che aveva accompagnato il giornalista e lo scrittore che abbiamo conosciuto. Quelli della generazione di chi scrive, invece, hanno un ricordo diverso, più profondo. Negli anni Settanta, il buon Alfredo accompagnava le nostre domeniche sera con la celeberrima “Domenica Sportiva” da Milano. Del resto lo sport si viveva con grande parsimonia, per la carenza di mezzi tecnici e visivi che non erano quelli di oggi. Il Campionato di calcio era molto seguito ed era un rito collettivo che si perpetrava un po’ ovunque. Innanzitutto le partite si giocavano tutte in contemporanea la domenica subito dopo l’ora di pranzo. Ci si attaccava con le ansie raccattate nel corso della settimana, per vivere gli avvenimenti delle partite attraverso l’etere con le radiocronache dei commentatori di nome e di fatto. Quanta poesia in quelle descrizioni con la linea che veniva palleggiata dall’uno all’altro campo, con le emozioni che si ingoiavano da un minuto all’altro dei 90 previsti. Gli sfottò erano d’uopo, ma quanta convivialità, serenità e ironia, tutto all’insegna della solidarietà. Solo in serata, potevamo vedere i servizi televisivi coi commenti e le interviste, fatta eccezione la cronaca registrata di un tempo di una partita della giornata che andava in onda intorno alle 19,00. Quindi le attese si concentravano tutte nella domenica sera. Dopo la sigla, che scorreva placida (mi sembra si chiamasse Dribbling)ma scandagliava le emozioni, ecco la faccia simpatica, professionale ed accogliente di questo napoletano di ben più larghe origini, che introduceva i servizi, i dibattiti e le immagini delle partite.
Ma chi era Alfredo Pigna e che rapporto aveva con Pontelandolfo? Le radici sono profonde ed insieme le scopriremo.
Innanzitutto il volto storico della Domenica Sportiva nacque a Napoli il 06 giugno del 1926, dall’ingegnere Corrado e Anna Pesce. Fu il primo di 4 figli con tre sorelle che lo seguirono. La vita della famiglia Pigna è stata più volte soggetta ad avvenimenti avversi e sconvolgenti, come la morte del papà Corrado avvenuta a Tobruk in Libia nel corso delle guerre imperialiste volute da Mussolini. A 14 anni divenne orfano di padre. Quello stesso padre che lo legava strettamente alla nostra comunità… e che legame. In effetti Corrado Pigna era nato il 12 febbraio del 1899 a Guardia Sanframondi ed era l’unico figlio nato dal matrimonio del Regio Notaro Giuseppe e di Malvina Lombardi. Il notaio Giuseppe fu vittima di un agguato notturno tesogli da alcuni malavitosi camorristi del luogo e morì dopo sei mesi a causa delle ferite subite. La giovane vedova si rifugiò dal padre, medico del vicino paese di Pontelandolfo, come recitava la cronaca dal sito ormai in disuso, di Alfredo Pigna. Questo passaggio ha confermato quello che chi scrive sentiva nei racconti intorno alla televisione mentre scorrevano le immagini della Domenica Sportiva. Si diceva che il piccolo Alfredino era stato a Pontelandolfo e avrebbe giocato nella piazzetta antistante l’attuale sede del Municipio, perché era cugino di Don Sisino e Don Chicchino Lombardi, all’anagrafe Dionisio il medico e Francesco l’insegnante.
Il percorso genealogico ci consegna il ceppo di derivazione. Maria Malvina Linta Lombardi era la sesta dei 10 figli di Dionisio Lombardi medico e capostipite e Filomena Carmina Anna Cristina Biondi. Una famiglia benestante quindi e Malvina sposò il 29 settembre 1898 nella nostra Chiesa del SS.Salvatore con rito officiato da Don Michelangelo Caterini, Giuseppe Pigna di Guardia Sanframondi. Tra i due coniugi vi era una differenza di una decina d’anni: 37 lui, 27 lei. Di qua in poi la nonna di Alfredo ebbe un ruolo importante nella formazione del giornalista. Infatti, si diceva che quando rimase vedova a distanza di quasi un anno dal matrimonio, riparò dal padre Dionisio a Pontelandolfo, chiedendogli aiuto per trasferirsi in un luogo sicuro dove avrebbe potuto dare al piccolo Corrado un’educazione degna delle sue ambizioni. Si dice che Malvina fosse una donna minuta, ma molto colta e volitiva, tanto che preferì trovare un accordo coi fratelli firmando ogni rinunzia alla futura eredità in cambio del danaro occorrente per trasferirsi a Napoli. Detto e fatto. La vedova arrivò a Napoli e si dedicò all’insegnamento e caso unico per quei tempi, investì i suoi soldi in piccole dosate speculazioni di borsa. Fu madre amorevole ma inflessibile e fu ripagata da Corrado con l’approdo alla Laurea in Ingegneria. Il giovanotto sposò Anna Pesce e visse un matrimonio romanzesco dal quale arrivarono Alfredo e le sue tre sorelle. Corrado Pigna fu padre affettuoso, ma affidò il primogenito Alfredo alla collaudata sapienza educativa di sua madre Malvina, conseguendo la laurea in giurisprudenza. Nonostante queste solide basi culturali ed economiche, con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, Alfredo dovette adattarsi anche a lavori umili e fu costretto ad emigrare a Milano dove ebbe la buona sorte che poi lo fece diventare il grande giornalista che è stato fino all’idea di vivere con la famiglia in un veliero ristrutturato come casa. Ci ha lasciato all’età di 94 anni lo scorso 19 novembre. Ma Alfredo Pigna, figlio di Malvina Lombardi, era anche un figlio di Pontelandolfo.
Nicola De Michele
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