Storia del “brigante ” pugliese

Storia del “brigante ” pugliese dal cuore d’oro! Prefazione di Pino Aprile.

A Nicola Morra sono state anche dedicate tante canzoni in rima che parlano delle sue gesta poiché il suo ricordo, anche oggi, è vivo nella memoria contadina e non soltanto. Nato a Cerignola (Puglia), apparteneva a famiglia che certamente non aveva problemi economici. Ebbe una vita travagliata e piena. Fu coinvolto in un caso di omicidio ma lui si difese sempre dicendo che fu legittima difesa. Ma la legge di allora o forse, la poca attenzione di chi l’avrebbe difeso lo portarono dritto in galera. E così fu imprigionato nelle galere borboniche. In carcere, Nicola Morra ebbe modo di conoscere le storie e le condizioni di vita dei contadini e di coloro che ogni giorno cercavano di “sbarcare il lunario”, anche dedicandosi a ruberie pur di portare un “pezzo di pane” alle loro povere famiglie. A quei tempi le condizioni di vita erano molto dure per chi aveva la sfortuna di non appartenere a ceti sociali alti. Il Morra, spinto da un istinto di benevolenza e dal suo cuore generoso, dopo il carcere si dice che evase, si impose una “missione” verso chi viveva nell’indigenza a causa delle angherie dei ricchi latifondisti. Si dedicò, dunque, alla rapina ed al brigantaggio, ma penso che dopo tanti anni e dopo tanta storia lo possiamo veramente considerare un lestofante? Ai posteri l’ardua sentenza! Il sagace e colto giornalista e scrittore pugliese Raffaele Vescera, nel suo ultimo libro ripercorre le vicende storie del Morra ma in chiave romanzata.

“La mala vita di Nicola Morra”, il suo ultimo lavoro letterario, parla di questo importante personaggio di cui non si deve assolutamente perdere la memoria storica vero?

“Sì, perché il bandito pugliese Nicola Morra è stato l’ultimo grande esempio del fuorilegge suo malgrado, un Robin Hood o Jesse James, il bandito gentiluomo che toglie ai ricchi per dare ai poveri, vittima della perfidia del potere. Come scrivo nella quarta di copertina del libro. “La bontà dell’eroe si dava per scontata e le sue azioni erano giustificate in quanto dettate dalla necessità della giusta punizione del malvagio o da quella dell’osservanza di un codice d’onore dal quale non poteva prescindere. Le gesta del celebre bandito di Cerignola, vissuto nell’Ottocento, riempivano le fantasie dei pugliesi che le avrebbero cantate per il secolo a venire nelle canzoni popolari e nei dipinti naif. Alla macchia per un indesiderato duello che lo vide vincitore, divenne l’eroe romantico, lo Zorro mediterraneo, il cavaliere irriverente, sbruffone e poeta, beffardo derisore di potenti e pietoso elemosiniere dei poveri, mai violento, avventuroso e burlone, amante infedele, giustiziere a cavallo e ladro di purosangue.”

Il suo primo “amore” è stato il giornalismo; la sua professione è una missione?! Divulgare cultura a 360 gradi! Anche sui Social i suoi scritti, ironici e profondi, sono fonte di riflessione per tutti coloro che la seguono?

“Più che una missione, una “condanna”, da scontare scrivendo. Il solo modo per liberarmi delle tensioni suscitatemi dalle profonde ingiustizie sociali poste sotto i nostri occhi. A partire dal trattamento da cittadini “inferiori” riservato ai meridionali da parte dello Stato italiano. Senza dire delle discriminazioni razziali che colpiscono gli immigrati e quelle più antiche che vivono poveri, emarginati e diversi. Con i miei scritti, miranti a far riflettere i lettori, spero di dare un contributo, seppur minimo, alla attenuazione di tali disparità sociali”

Lei ha scritto, fino ad ora, cinque interessanti libri. Le piacerebbe ricordare ai tanti lettori del famoso GLOBUS MAGAZINE, come si intitolano e che argomenti trattano?

“Dicono che un autore scriva sempre lo stesso libro. I miei romanzi, annoverabili nella letteratura epica, narrano di “giustizieri” realmente vissuti nelle ex Due Sicilie. Il mio primo romanzo è del 1992, “Inganni, ovvero le memorie ritrovate del barone Nicola Scassa di Lucera, carbonaro poi brigante per guasto d’amore”. Il romanzo, scritto in lingua “in costume”, piacque al compianto Gesualdo Bufalino, che così disse: “Raffaele Vescera l’ho trovato interessante assai rispetto alla media delle scritture odierne. Si distingue per originalità e pregnanza di scrittura. Mi ha abbastanza impressionato, anche perché tocca certe musiche e certi temi che mi erano cari quando ho scritto Le menzogne della notte. Ho trovato un vigoroso ingegno…”. E’ del 1994 la pubblicazione di un romanzo breve, dal titolo “Cacciabriganti”, pensato come testo narrativo per i ragazzi delle scuole medie, adottato in alcuni istituti scolastici. E’ del 2003 la pubblicazione di un primo racconto delle avventure del ribelle pugliese Nicola Morra. Ho pubblicato vari racconti su giornali e riviste. Raffaele Nigro ha dedicato un capitolo ai miei romanzi nella sua antologia della letteratura ‘brigantesca’ “Fucilateli sul campo”, edita da Rizzoli nel 2006. Nel 2013, ho partecipato con il racconto “Naufraghi” all’antologia di narratori pugliesi “I fuggiaschi”. E’ del 2014 “Il Barone contro. Don Felice e gli altri baroni di San Chirico tra Borbone e Savoia”, con prefazione di Pino Aprile. E’ infine del 2019 la pubblicazione del romanzo “Il giudice e Mussolini”, ispirato alla storia di Mauro Del Giudice, l’alto magistrato che incriminò assassini e mandanti del delitto Matteotti, capi del partito fascista.

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