L’ECCIDIO DI PONTELANDOLFO: IL LIBRO RAPPRESAGLIA ITALIANA (Marotta&Cafiero editore)
uno dei primi libri che ha raccontato cosa accadde a Pontelandolfo il 14 agosto 1861 nel pezzo di Marianna De Stefano su Littlefreelibrary
Rappresaglia italiana, di Gigi Di Fiore. L’ultima pubblicazione di Marotta e Cafiero editori.
L’ultima pubblicazione di Marotta e Cafiero è il libro, scritto da Gigi Di Fiore, giornalista e scrittore, dal titolo Rappresaglia Italiana, Pontelandolfo e Casalduni 14 agosto 1861.
Il testo è inserito nella collana ‘o pappice, diretta da Pino Aprile, che l’editore dedica al meridionalismo, una selezione di libri che raccontano il nostro sud e i suoi protagonisti, dando voce ai vinti e non ai vincitori.
“Dicette ‘o pappice vicino a noce:
damm ‘o tiempo ca te spertoso”
proverbio napoletano: “disse il verme alla noce: dammi il tempo che ti perforo.”
Rappresaglia italiana Gigi Di Fiore
Anno di edizione 2021, pagine 272, prezzo di copertina euro 15,00
Rappresaglia italiana. Il libro.
Pubblicato per la prima volta e con un titolo diverso nel 1998, Rappresaglia italiana riporta all’attenzione dei lettori di oggi, una delle pagine più buie del nostro Risorgimento.
Si tratta degli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni, comuni del beneventano, avvenuti il 14 agosto 1861, da parte dei bersaglieri del nuovo Stato Italiano, appena unificato.
Il volume è arricchito da un’ approfondita introduzione, che ne costituisce un nuovo capitolo, e da contenuti audible, disponibili su spotify, oltre che da illustrazioni fotografiche, che contribuiscono a calare il lettore nell’atmosfera della narrazione.
Nella corposa introduzione, l’autore compie una ricognizione di quanto è accaduto, in questi ultimi 23 anni dalla prima pubblicazione, in relazione ai fatti storici narrati.
L’intento del libro è chiaramente divulgativo, come evidenzia lo stesso autore.
E’ un romanzo storico, sostenuto da uno scrupoloso lavoro di analisi di fonti e documenti, comparati tra loro, interpretati e relativi alle vicende storiche narrate.
Rappresaglia italiana. La storia.
In un meridione d’Italia, sconvolto dai nuovi assetti dello Stato post-unitario, una banda di briganti uccise nei territori del beneventano, 41 soldati del neonato esercito italiano.
La risposta, contro i briganti, fu durissima e 400 bersaglieri vennero inviati a Pontelandolfo e Casalduni dagli alti comandi. Si consumò una vera strage in quei territori. I due comuni vennero bruciati e perirono tutti i loro abitanti.
“Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra”
– Cialdini al colonnello Negri
Rappresaglia italiana, Gigi Di Fiore, Marotta e Cafiero Editori 2021
Erano donne, anziani, bambini, tutti trucidati, senza distinzione, anche chi era stato apertamente a favore del nuovo re sabaudo. Vennero uccisi, dopo essere stati esposti alle più atroci violenze ed umiliazioni.
La reazione, insomma, fu quella di uno stato di guerra, non di una stato di diritto. L’episodio, tuttavia, nella sua gravità e durezza divenne di portata nazionale, suscitando anche l’interesse della Francia, che reclamava spiegazioni dal nuovo Stato liberale.
Chi erano questi “briganti”?
Il brigantaggio fu un fenomeno molto complesso, una compagine eterogenea e diffusa in tutto il sud Italia.
Come leggiamo nelle pagine di Di Fiore, ne facevano parte i vecchi soldati del Regno dei Borbone, e molti altri. Tutti umili, disperati, appartenenti, per lo più, ad un ceto contadino, sopraffatto da un secolare sistema di latifondo, che le promesse liberali dei “piemontesi” non sembravano cambiare.
Su questa disperazione, il re Borbone, ormai esiliato, fece leva per reclutare quanti si illudevano che, appoggiare il suo ritorno, avrebbe significato riscatto e giustizia.
La realtà, tuttavia, fu tutt’altra e i “briganti” lo seppero a loro spese.
Gigi Di Fiore, attraverso la storia dei due giovani protagonisti del libro, Pasqualino e Concetta, e del loro amore, ricostruisce la portata di quei terribili avvenimenti, dando voce ai vinti.
E avverte: “la storia è interpretazione degli avvenimenti, legata alla scrupolosa acquisizione e continua conoscenza, del maggior numero di fonti possibili”.
A chi consiglio questo libro.
Consiglio questo libro ai lettori giovani, ma anche a chi voglia approfondire la conoscenza di una pagina importante e dura del nostro Risorgimento.
Il libro, infatti, invita a conoscere un episodio della storia d’Italia, sul quale, per troppo tempo, è calato un imbarazzante silenzio o, peggio ancora, l’oblio che si riserva a ciò che s’intende rinnegare.
E’ un invito ad approfondire gli eventi che narra, a valutarli con un nuovo spirito critico. Ne fornisce, inoltre, una ricostruzione che mette in discussione il peso delle fonti ufficiali, che ce li hanno tramandati.
I giovani ameranno questo libro, perché è vivo e palpitante, emozionante fino all’ultima pagina. Non è un freddo resoconto documentaristico, ma vive del partecipato affetto dell’autore, per gli umili protagonisti delle vicende storiche narrate.
Sfilano, in questo romanzo, accanto a personaggi, frutto della vivace penna dell’autore – che incarnano ora un comune sentire, ora una dimensione esistenziale, per altro ancora attualissima – personaggi che hanno fatto la storia d’Italia.
E’ un libro ricchissimo di riflessioni sull’esistenza, e fornisce ai lettori più giovani uno straordinario insegnamento di ricostruzione della storia. Lo stile narrativo è semplice, diretto e non affatica mai il lettore, anche quando la narrazione si fa più dolorosa.
Insomma, davvero un’ottima lettura.
Gigi Di Fiore, Autore
GIGI DI FIORE è una delle firme più autorevoli de Il Mattino. Ha pubblicato oltre 20 libri. Esperto di camorra, di storia del Mezzogiorno e revisionismo del Risorgimento. Vincitore del Premio Calise per il giornalismo. E’ cittadino onorario di Pontelandolfo.
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