“IL LIBRO DEI PRIMATI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE” DI GENNARO DE CRESCENZO: OTTIMA RECENSIONE (4 PAGINE) DEL PROF.
NICO PERRONE (STORICO DELL’UNIVERSITA’ DI BARI) SU “STORIA IN RETE” (gennaio, 2020).
IL LIBRO SARA’ PRESENTATO A GAETA SABATO 15 FEBBRAIO ALLE 17.30 (Hotel Serapo). “Lo spirito del libro di De Crescenzo può dirsi apologetico. Eppure, nella sostanza, offre la documentazione di veri e propri traguardi raggiunti dai Borbone. I dati, i fatti che ricostruisce, sono tutti veri. Dunque, il bilancio delle realizzazioni civili del Regno di Napoli può dirsi positivo […]. Questi 135 primati vengono elencati, descritti, analizzati con passione nel recente volume di Gennaro De Crescenzo… Incominciamo dal progresso civile, inteso come capacità dei sovrani di cavalcare il proprio tempo, e di rendere una parte non trascurabile della popolazione partecipe dei risultati. Questo si tradusse nel continuo tentativo di ammodernare le istituzioni politiche, i servizi di pubblico interesse e gli strumenti per la diffusione della cultura […]. Esaminando la storia del periodo che precedette l’unità, ci si deve chiedere se il regno dei Borbone meritasse soltanto la risoluta demolizione che ha ricevuto dopo la sua caduta. L’autore di questa nota, direbbe proprio di no, pur non potendosi egli in alcun modo annoverare fra i nostalgici «dell’antico Regno». Si era trattato di una conquista”.
Qualche dubbio ci resta solo sul titolo della recensione (titolo di certo non scelto dal prof. Perrone), un titolo “strano”: “OK per i primati. Ma la politica estera?” quasi ad evocare quella famosa scenetta del grande Massimo Troisi quando, riferendosi al lavoro a Napoli, evidenziava che a Napoli il lavoro è sempre associato ad un aggettivo o da qualche gesto della mano (così come quando si parla dei Borbone ci deve sempre essere un’avversativa, un “ma” salva-tutti che in questo caso non c’entra proprio nulla visto che quello della politica estera sarebbe un altro tema magari per un altro libro e non un libro sui primati…). Le uniche note “critiche” non sono riferite al libro ma ai… Borbone. Per il prof. Perrone, allora, i primati riguardavano il “cuore del regno” e forse non tutta la vastissima periferia (premesso che in tutto il mondo in quegli anni tutte le periferie non erano come i centri, il libro già supera le 250 pagine e gran parte dei primati riguardava centri e periferie). Per il prof. Perrone, allora, il libro non manca di “dati numerici” oggettivi ma solo di un’analisi dei limiti della politica estera dei Borbone che, a differenza dei Savoia, si trovarono senza alleati e isolati. Lo stesso prof. Perrone, però, ci ricorda correttamente che i Savoia invasero le Due Sicilie “senza neppure rispettare la regola formale a quel tempo ritenuta basilare prima di mettere le mani sul territorio straniero: quella di dichiarare la guerra”. I Borbone (cattolici e rispettosi di leggi e valori) non avrebbero mai invaso un regno magari saccheggiandolo e massacrando le popolazioni locali… Non ci resta che ringraziare il prof. Perrone (uno storico famoso e impegnatissimo su questi temi) e Storia in Rete invitando chi fosse interessato ad acquistare la rivista (anche online al link http://www.storiainrete.com/12911/edicola/storia-in-rete-n-170-gennaio-2020/)