IL BRIGANTE MICHELE CARUSO DI TORREMAGGIORE.
La mia recensione del testo di Lucera.
Da leggere, anzi da studiare, il testo di Giuseppe Osvaldo Lucera “Michele Caruso da Torremaggiore”, pubblicato l’anno scorso per le Edizioni del Poggio. Di grande interesse e attualità il rapporto tra Adele De Blasio (autore di un testo sul “cavallaro” di Torremaggiore, Michele Caruso) e Cesare Lombroso, medico e scienziato al seguito delle truppe piemontesi dopo l’unità d’Italia. Di attualità perché il Museo Lombardo da qualche anno è stato riaperto al pubblico a Torino ed da allora è sorto il Comitato tecnico-scientifico No Lombroso, fondato da un illustre intellettuale della nostra Capitanata, l’ing. Domenico Iannantuoni di Casalnuovo Monterotaro, il cui ingegno e il cui talento sono – quasi fosse del tutto naturale da più di 150 anni, “prestati” alla bella Milano. Giuseppe (Peppino), l’autore, sconfortato, in questo bellissimo testo si chiede, con la passione che lo contraddistingue, se la storia insegni qualcosa o è soltanto una piacevole lettura di vicende umane.
Una domanda che nasce dalla constatazione che “la prevaricazione, l’arroganza, l’arrivismo, l’abuso di potere e la prepotenza, che si riscontrano continuamente nella storia degli uomini, rimangono sempre tali… “. Bellissimo poi il confronto tra il “rivoluzionario Catilina, al quale Cicerone rivolse la celebre locuzione, e il ribelle Spartaco. Preparatevi ad una cavalcata attraverso il Tavoliere e il Sub-appennino dauno (una cartina geografica dettagliata è altamente consigliata per individuare le località e le mille masserie, luogo degli episodi) al seguito del “brigante” Michele Caruso di Torremaggiore, con diversi sconfinamenti in Basilicata, nell’Irpinia e nel Matese. Un brigante, un difensore dei contadini oppressi, un ribelle, un patriota? Giuseppe Osvaldo Lucera, in maniera impeccabile e con una ricerca documenta, saprà dare la giusta risposta a queste e altre domande, riconsegnando Michele Caruso alla vera Storia.
Michele Eugenio De Carlo