Korea : Diario di Carlo Perugini III-IV

Ogni giorno, per andare al lavoro devo prendere un treno dalla Stazione di Seoul. Dal mio appartamento alla stazione preferisco andare a piedi. Potrei prendere un comodo autobus, ma in previsione di una giornata seduto alla scrivania, preferisco fare due passi a piedi. E la cosa è piacevole. Solo che sul percorso che devo fare, la Yongsan-ro, c’è un incrocio di due strade a doppia corsia con strisce pedonali e semaforo. L’attraversamento e’ possibile solo prenotando il passaggio pigiando l’apposito bottone su un palo. Sarebbe tutto normale. E invece io chiamo questo semaforo 🚦 “ il polemico “ perché appena pigio il pulsante per attraversare, da un’apposito altoparlante 📣 una voce metallica, a tutto volume, mi dice con voce autorevole tutta una serie di cose, in koreano che non capisco. La sequenza della voce dura quasi un minuto, questo tempo mi appare lunghissimo. Nel frattempo, altri pedoni arrivano alle strisce e aspettano insieme a me per attraversare, mentre il semaforo continua a rimproverarmi in una lingua gutturale e stentorea che non capisco. Io sono sempre molto imbarazzato e mi guardo intorno con aria indifferente, ma la voce continua ad avercela con me. Probabilmente mi sta dando consigli sulla mia sicurezza, di cui farei volentieri a meno. Ogni mattina (e sera) la stessa cosa. E io ormai esito, ogni volta che devo premere il pulsante, guardandomi intorno e aspettando che sia qualcun altro a farlo.
Ma come si dirà mai, in Koreano: “guarda che non sono stato io!”
Carlo 28 novembre

IMG_6526

IMG_6527

IMG_6528

IMG_6529

Ci risiamo ! Ogni volta che sono qui, Mr President (il mio capo) mi chiede, gentilmente, di andare a cena con lui. Lui ama i locali tipici con cucina Koreana ed è convinto che, prima o poi, a me piacerà moltissimo. Allora ripasso le regole di uso locale: All’ingresso del locale bisogna togliersi le scarpe 👞 e restare rigorosamente coi pedalini. Il pavimento di legno è caldo, quindi nessun problema. Io ho solo l’incubo che, privi delle scarpe, i miei piedi 🦶 possano emettere sgraditi effluvi. Ma ben presto mi accorgo che il problema nn è solo mio e sono più tranquillo. Poi il bon-ton locale. Impone di pulirsi le mani con le apposite tovagliette caldo umide, ripetutamente. Poi il solito bicchierone di acqua gelida. Non ho mai capito perché durante il pasto, qui non si beve. Solo l’acqua gelata all’inizio e a conclusione del pasto. Poi si inizia. Attenzione a nn chiedere la forchetta. È considerato scortese. Attenzione: quando si porge qualcosa a qualcuno e quando la si prende , sempre con due mani. Usare una sola mano è offensivo. Poi, sorbire con un lieve rumore, il brodo 🥣 dalla tazza è considerato piacevole, ma starnutire, anche se con la mano davanti alla bocca è molto disdicevole. Mettere il riso nella ciotola del brodo 🥣 si può. Ma il contrario è scorretto. Qui non hanno il formaggio. Di nessuna specie. Quando ho visto la fetta bianca in mezzo alla tavola, ho pensato fosse una eccezione. Invece, mi hanno spiegato, che è fatto con la farina dei fagioli. Puah!!
Carlo 29 novembre

IMG_6540

IMG_6541

IMG_6542