L’avv. MICHELE COLESANTI nasce a Pontelandolfo il 12 maggio 1910 dall’avv. Adolfo Colesanti e Teresa Rinaldi.
Studia nel collegio Mario Pagano di Campobasso dall’età di nove anni come interno. Consegue la laurea in giurisprudenza presso la R. Università di Napoli il 17 luglio 1931. All’età di 21 anni inizia la brillante carriera di avvocato presso lo studio del padre a Pontelandolfo.
Svolge il servizio militare a Salerno. Nel 1939 parte per la guerra in Africa come tenente (capomanipolo) nella Milizia Volontaria. Fatto prigioniero dagli inglesi a Bardia (Pirenaica) il 5 gennaio 1941, deportato in India, rientra in Italia il 29 novembre 1946 con sbarco a Napoli.
Nel 1952 viene eletto Consigliere Provinciale sotto il simbolo dell’Ape, come Indipendente, nel Collegio di Pontelandolfo, con voti 3349.
Nel 1963 viene candidato dal M.S.I. alla carica di Senatore.
Svolge per diversi anni l’attività di corrispondente del quotidiano “Roma”.
Si sposa il 19 febbraio 1962 con la Dr.ssa Catalina Spinetto Curotto dalla quale ebbe due figli, Adolfo e Gemma.
Pone fine alla sua vita terrena a Pontelandolfo il 27 maggio 1971 all’età di 61 anni.
Resterà nella memoria collettiva come un professionista onesto ma soprattutto come l’avvocato della pace.
In omaggio al contributo significativo dato al paese in termini di crescita culturale, civile e sociale, nel 1984 la cittadinanza di Pontelandolfo vuole intitolargli una piazza in sua memoria.
Il Foro Sannita alla sua morte lo ricordò così: “Egli svolse la sua attività professionale con signorilità squisita e profondità di cultura, continuando la tradizione paterna ed ispirandosi a principi fondamentali dell’etica professionale”.
LA SCOMPARSA DELL’AVV.MICHELE COLESANTI
IL 27 maggio u.s.decedeva,in Pontelandolfo nel pieno ritmo della sua attività,sia pure condizionata negli ultimi tempi da un male deteriorante,l’Avv.Michele Colesanti.
La sua precoce dipartita commosse i concittadini,che gli tributarono sentite onoranze, e colleghi e magistrati che a Benevento nel palazzo di Giustizia, ne ricordarono la figura e l’azione professionale.
Un folto stuolo di parenti,coetanei e amici si raccolse contristato intorno al feretro,come se fosse venuta a mancare, improvvisamente,una parte di se stessi.
Vincoli particolari mi univano alla sua persona,che si rendevano maggiormente penetranti in ogni incontro,quando affioravano ricordi comuni,sempre più lontani,si rilevano le presenti condizioni e si auspicavano giorni più sereni. Nelle scuole elementari passammo il lieto e breve periodo della fanciullezza,ravvivato dalle continue vicende della prima guerra mondiale,che eccitavano entusiasmi e commozioni,sicuramente un vigoroso amor di patria,mai affievolito con l’andar del tempo e con l’alternarsi degli eventi.
Il Ginnasio e il Liceo divisero durante i mesi scolastici,lui a Campobasso io a Benevento; mai mesi estivi ci trovavano insieme con tutti i compagni spensierati e concordi,per riprendere poi gli studi che ci condussero a mete diverse.Si svolse,dopo,l’epoca più simpatica,più avvincente della ancor giovane vita di tanti di noi, lui particolarmente compreso.
Cominciarono i primi trepidi approcci professionali, le agognate affermazioni e anche i primi distacchi, quando di tanto in tanto qualcuno si allontanava per raggiungere distanti sistemazioni,laboriosamente e meritatamente conquistate. Avveniva allora l”incontro degli amici all’ombra della Torre”, simbolo calamitante del paese,visione che accompagnava il partente e ne stimolava un frequente sia pur momentaneo ritorno.
Si pronunziavano in quei convegni le parole di addio; il discorso ufficiale di lui, il giovane avvocato; i presagi di una celere e favorevole riuscita.
Predominava la coesione di una fraternità perpetua,che in particolari e preparate circostanze ci richiamava tutti rinfrancando l’attaccamento al paese e la volontà di renderne sempre più alto il prestigio.
Poi sopravvenne temuta e dissociante la guerra e sui campi di battaglia Michele fu il cittadino irreprensibile,valoroso combattente,dignitoso ufficiale che accomunò la sorte e i sacrifici dei soldati ai suoi.Prigioniero in India vi rimase fino al 1947 condividendo con moltissimi amici per lunghi anni,in recinti spinati dall’oppressione e dall’arbitrio, le delusioni di entusiasmi travolti,le privazioni fisiche e morali,il desiderio della patria devastata,le preoccupazioni dei cari colpiti negli affetti direttissimi e trepidanti nell’attesa;ma sopra tutto rinsaldando l’amor patrio invitto neppure dalle costrizioni,dalle blandizie rifiutate e dal vendicativo prolungamento della prigionia.
E finalmente il ritorno,l’abbraccio prolungato e commovente ridiedero ragion di vita ai genitori,letizia somma agli amici,nuovo vigore all’attività ripresa con passione,con competenza,con onestà sino alla fine.In buonissima parte ci rivedemmo ancora e riportammo insieme gli ideali di un tempo,rafforzati da dolorose esperienze.E divenne l’Avvocato,come tutti amavano individuarlo.
Nel 1952 venne eletto,nella circoscrizione di Pontelandolfo,Consigliere provinciale,quando per la prima volta si votò per il Consiglio della Rocca dei Rettori.Non posso dimenticare quel tempo.Me lo vidi venire in camera mia,un paio di giorni prima della scadenza della presentazione dei simboli e dei nomi dei candidati.Era triste,conturbato,deluso.Era stato abbandonato,alla vigilia delle competizioni elettorali,dopo che gli era stata assicurata la candidatura con un simbolo partitico. Lo rinfrancai e gli fu promessa tutta la solidarietà incondizionata,disinteressata,efficace. Con alcuni affezionati preparammo un piano di azione,che raccolse sotto il simbolo di un’ape il consenso quasi universale dell’elettorato.
Scorsero altri anni; molti avvenimenti si avvicendarono e poi anche per lui giunse il momento fortunato di incontrare l’anima gemella, la distinta Cilena Catalina Spinetto Cerotto, copn la quale i più felici anni della sua vita.Due bimbi,Adolfo,il quale gli diede la gioia incontenibile del rinnovo di un nome carissimo,e Gemma abbellirono i suoi giorni e diedero un significato e una passione,mai conosciuti,al suo, sempre più intenso,lavoro.
Eppure gravi dispiaceri oscurarono la sua serenità in questo periodo,che formavano argomento di colloquio ogni qual volta ci rivedevamo:la morte dei genitori e un malessere che poi lo portò alla tomba.
Fino all’ultimo giorno riconobbe gli impegni e le soddisfazioni del lavoro e infine coi segni di una pietà cristiana,accentuatasi sempre più,esemplarmente chiuse la sua giornata terrena all’età di sessantuno anni. La memoria di lui rimarrà viva e ancora operante nei suoi,indelebile negli amici e coetanei,presente nei commilitoni che ne anno appreso con cordoglio fraterno l a scomparsa.
Un pensiero di conforto vada alla moglie e ai piccoli figli,oggi maggiormente orgogliosi di lui,che dal suo esempio e dalla sua perenne protezione trarranno motivo per affrontare fiduciosamente la vita; nonché alle sorelle dilette che intensamente lo amarono anche da l ontano nelle loro mansioni familiari:signore Maria,Edvige,Alba,rispettivamente consorti del Generale dei Carabinieri Vittorio Cerracchio, del Commendatore Raffaele De Tata, del Direttore Generale del Ministero dei Trasporti e Aviazione Civile Angelo Caruso.
Pontelandolfo maggio 1971 ROCCO BOCCACCINO
IL CONSIGLIO
Ascoltata dal Presidente la lettura dell’istanza rivolta all’Amministrazione Comunale da un gruppo di cittadini perché una strada del Comune venisse intestata all’avv.Michele Colesanti:
“Noi sottoscritti,facendo appello alla sensibilità che più volte l’Amministrazione comunale da Lei guidata ha dimostrato nel valorizzare le virtù civiche ed umane della nostra gente;memori dei meriti che distinsero l’esistenza del nostro concittadino,Avvocato Michele Colesanti,da un decennio scomparso;
convinti che sia doveroso rendere riconoscente omaggio a tali meriti,additandoli,nel contempo,alle future generazioni,
chiediamo che codesta Amministrazione comunale,facendosi interprete di un desiderio che è comune all’intera cittadinanza,voglia prendere l’iniziativa di intitolare una via del centro urbano di Pontelandolfo al nome dell’avvocato Michele Colesanti,al quale tanto riconoscimento crediamo sia dovuto per quanto lustro conferirono al nostro paese la sua probità di vita e la sua intelligente operosità professionale intenta a perseguire più l’altrui bene che il clamore del successo;la sua cristiana propensione alla generosità e soprattutto la sua totale dedizione ad ogni giusta causa in cui fosse in gioco il prestigio ed il bene della sua Pontelandolfo,per il cui progresso prodigò sempre le proprie entusiastiche e disinteressate energie,facendosi,tra l’altro,apostolo autorevole di pacificazione e di concordia sociale.”;
Uditi gli interventi di: Rinaldi Iris-Consigliere
“Non posso,in questa circostanza,far tacere la mia voce,proprio io che avanzai tale proposta in una passata seduta del Consiglio Comunale.Vedo,con soddisfazione che tale proposta è stata formalizzata in una richiesta scritta. Non voglio dilungarmi nel discorso,perché so quanto l’avvocato Colesanti rifuggiva dall’essere prolisso.
La sua vita fu sempre libera da ogni compromesso e seppe indicare a tutti,con i fatti,il sentiero della verità.Egli intese la religione come forza di cui attingere il coraggio per combattere violenze,ipocrisie soprusi. Il suo Dio non era il Dio di pochi privilegiati, ma quello degli umili e degli emarginati.Questo era il distintivo della sua personalità, tesa a ben operare sempre,ed in qualsiasi occasione. Intitolare una strada all’avv.Colesanti è la migliore scuola di formazione per le nuove generazioni.Se ricordare vuol dire rimettere in cuore l’augurio che io possa fare a tutti i familiari è di non dimenticare mai gli ideali di giustizia,operosità e lealtà del loro indimenticabile congiunto.”;
Avv. Pasquale Sorgente-Presidente dell’Ordine degli Avvocati della provincia di Benevento:
“Signor Sindaco,signori Consiglieri,signori e signore,il mio intervento dopo quello appassionato del Consigliere Rinaldi,deve avere soltanto valore di testimonianza,per quello che posso dare e di gratitudine per l’Amministrazione di Pontelandolfo.
Noi ricordiamo l’avv.Colesanti come un combattente leale della toga.
Era l’avvocato che non ricorreva mai ad uno stratagemma. Di una prosa senza orpelli,ma piena di concetti e di sapere.Egli sapeva sempre quello che diceva e si faceva ammirare soprattutto dai contraddittori.
Come avvocato penalista manifestava plasticamente la sua rudezza che era solo il paravento della sua estrema generosità. Una persona che sapeva farsi rispettare perché incuteva rispetto.Egli poteva aspirare ad orizzonti più vasti della sua Pontelandolfo, ma sentiva troppo il fascino delle sue radici,così che si chiuse in un esilio volontario.
Tutto questo fa di lui un uomo grande,perché la grandezza di un uomo si misura anche da tali cose.Io ringrazio ancora una volta il Sindaco ed i Consiglieri per il riconoscimento tributato a quest’uomo, e che è un omaggio all’uomo,ma anche alla toga,segno che vi è ancora da sperare da un popolo che onora il suo concittadino,perché questo è sintomo che in Italia vi è ancora tanta speranza per la libertà”.;
Il Sindaco:
“ Premetto che perché conoscevo veramente e profondamente l’uomo ho voluto porre un freno alla mia passionalità, misurando pacatamente le parole che andrò a dire:
Quando il prof.Rossi insieme ad altri amici venne in Municipio a consegnarmi la petizione perché il nome di Michele Colesanti trovasse posto nella onomastica stradale di Pontelandolfo,avvertii immediatamente che stava per determinarsi un’altra occasione intensa di spiritualità che avrebbe positivamente ed incacellabilmente segnato il cammino dell’Amministrazione che presiedo.Questa prima considerazione,voglio appunto ribadire.E voglio ribadire il valore profondo che connota la proposta Rossi e come le decisioni che andremo da qui a poco ad assumere saranno certamente un riferimento politico e morale per le giovani generazioni.
Dare il nome di Michele Colesanti ad una strada del nostro paese significa realizzare un omaggio particolare e duraturo per un uomo che ha sempre esaltato il valore del dialogo,della intransigenza e della nitezza.Michele Colesanti ha sempre rappresentato la fedeltà granitica alla fede ed alle proprie convinzioni.La sua vita è stata una sfida al coraggio delle proprie idee,un invito sistematico alla coerenza ed alla libertà delle coscienze.La sua esperienza il suo impegno professionale sono stati quasi di spoliazione evangelica.La sua battaglia politica è stata senza calcoli e senza compromessi.L’amore infinito per Pontelandolfo è stato uguale solo alla sua serenità,alla sua onestà,alla sua limpidità morale.Michele Colesanti per temperamento,per formazione culturale è stato negli anni vividi del mio ricordo e della mia personale esperienza,un combattente generoso e leale della opposizione politica qui in questa nostra Pontelandolfo.Ma la sua battaglia la sua opposizione è stata sempre di segno positivo,mai inquinata dal preconcetto,dal personalismo assolutamente distante,questa sua battaglia di oppositore della gazzarra e delle faide. Simile lezione di vita vogliamo ricordare e testimoniare.L’esempio del cittadino che si impegnò sempre per una Pontelandolfo umana e civile vogliamo porre all’attenzione di tutti. Michele Colesanti,uomo di convinzioni e di ideali,uomo di schieramento ma mai di fazione,deve essere per tutti,per me sicuramente già lo è,fonte di ricarica morale,di convinzione interiore d’amore e di unità nel nome di Pontelandolfo.Propongo pertanto di intitolare al nome dell’avv.Michele Colesanti,la piazza chiamata comunemente mercato ma mai ufficialmente intestata.
A voti unanimi,espressi nei modi e forme di legge;
DELIBERA
Accettare la proposta del Sindaco ed intestare all’avv.Michele Colesanti la piazza chiamata comunemente mercato ma mai ufficialmente intestata,del comune di Pontelandolfo.-