Non so più come gli occhi diventino fiumi
e nel loro corso si abbandonino a mari
questi solchi aridi e dal vento battuti
sono rughe che il tempo ha scavato
e marchi a fuoco su bestiame che va
per biada e riposo al vaglio dei lupi.
Erano nostri parenti, portavano i nostri cognomi.
E quando i Piemontesi invasero e colonizzarono, con la complicità della
massoneria inglese e scozzese, il Sud Italia, allora Regno SOVRANO delle
due Sicilie, 1700 ufficiali e 24 mila soldati non giurarono fedeltà all’Italia,
tanto che nell’ottobre del 1861 il Campo di detenzione di S. Maurizio presso
Torino ne rinchiudeva almeno 12.447. Lo stesso console inglese ancora
presso Napoli, Bonham, denunciò che nelle carceri napoletane vi erano
almeno 20.000 prigionieri ammucchiati, per altri erano 80.000, i quali
vivevano in condizioni di inciviltà, sporcizia e fame, molti morivano di stenti
in attesa di un processo che poteva durare anche molti anni.
Tutto avrà posto nel tempo di sempre
nelle cose dimenticate e vissute
come pene trainate alle caviglie
ci diremo liberati in cave proibite al cielo
Fuori sarà l’urlo della speranza tradita
ancora una volta l’uomo e la serpe
il dolce del palato e la proibizione
il fratello dal profondo del mare
quello da un’impalcatura caduto
Non erano nei conti del gioco fatto
delle regole pensate facili come le mosse
che andavano provando affacciati ai confini
della mente che mente
con l’inganno muove a credere
morire di speranza
Ora la luce alle spalle
e sagome s’alzano dalla polvere
di cavalieri senza macchia
miraggi.
Io non credo e sarò condannata
Non ho neanche voglia di sapere come
non credo
e chiudo le braccia al corpo che ho trincerato
da filo spinato avvolto
Il giorno in cui ho smesso di credere
non ricordo
forse è stato quando avevo fame
quel giorno in cui la sola crosta era muffa
o quando quella mano sul volto si fece spine
e mi asciugo’ lacrime segnandomi il volto
un marchio di proprieta’ sul corpo
sull’amore.
Io non credo, sarò condannata
e citero’ in giudizio Dio
gli angeli, i santi e pure il demonio
o meglio l’uomo che vive di respiri presi
in prestito da un ventre malato d’amore
e chiuso in mattoni bucati di case
s’affaccia al mondo ignaro
del suo orizzonte, di soli tramonti.
Enza Armiento
Enza Armiento premiata come “role model”: figura di riferimento positivo
Vincenza Armiento, Enza per gli amici, insegna Inglese presso il Liceo Roncalli di Manfredonia. Alle lezioni canoniche della sua materia affianca un alacre lavoro di collaborazione con i progetti Erasmus+. Questi progetti hanno la finalità di favorire la creazione e il miglioramento di partnership strategiche tra istituzioni e organizzazioni nei settori dell’istruzione, della formazione e del mondo del lavoro. Grazie a questa sua collaborazione Enza, che è anche poetessa e autrice di due romanzi, ha potuto partecipare con un suo racconto al Concorso europeo “Storie di Resilienza” indetto dall’ Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire. Il tema del concorso riguardava le difficoltà che diventano sfide, che mobilitano le nostre risorse interne e il loro superamento, e questo rappresenta non solo una vittoria, ma un insegnamento, una storia da condividere con gli altri. E tutti sappiamo che i contesti educativi spesso possono promuovere e stimolare la capacità di uscire da situazioni difficili per trasformarle in occasioni di cambiamento e di miglioramento. Enza ha raccontato la sua storia. La sua mamma è scomparsa quando era appena una bambina con due sorelline più piccole alle quali ha dovuto fare da madre. Questo le avrebbe precluso la frequenza della scuola, ma il suo professore di matematica, il professor Giuseppe Sapone, recentemente scomparso, insistette con suo padre per farle continuare gli studi, permettendole di portare a scuola con sé la sorellina di tre anni quando non sapeva a chi affidarla. Il preside, il prof. Cristanziano Serricchio, sapeva di questa “irregolarità” ma chiudeva un occhio. Grazie all’aiuto di questi due uomini lungimiranti, che ricorda sempre con profonda gratitudine, Enza ha potuto finire i suoi studi giungendo fino alla laurea. Il suo racconto ha commosso la commissione giudicatrice, che le ha assegnato il premio lo scorso 21 marzo a Firenze e l’ha inserita tra i “role models”: figure di riferimento positive. Enza quindi per tutto il 2018 potrà avere un ruolo di “testimonial” in scuole, carceri e istituti per l’apprendimento degli adulti, per raccontare la sua storia nell’ottica del role model, ovvero, una figura di riferimento che possa essere d’esempio e ispirazione agli altri. Chi voglia leggere il racconto di Enza lo trova su questo link: http://rolemodel.erasmusplus.it/vincenzaarmiento/
Mariantonietta Di Sabato
Redazione M.
Redazione M.
03/04/2018
https://www.manfredonianews.it/2018/04/03/enza-armiento-premiata-come-role-model-figura-di-riferimento-positivo/