Alle 16,56 del #21agosto del 1962 una scossa di terremoto 6.1 colpì l’Appennino campano. Un tremendo “anticipo” delle due successive, alle ore 19.09 e alle 19.19, che misero in ginocchio le province di #Benevento e #Avellino, causando 14 vittime e 16mila senzatetto.
Il sisma (avvertito vistosamente in città) provocò rovine in particolare a #Molinara, #Reino e Sant’#Arcangelo Trimonte e, sull’altro versante, ad #Ariano #Irpino (dove fu localizzato l’epicentro), #Casalbore e #Melito Irpino. Accorse nel Sannio, il giorno dopo, il presidente del Consiglio, Amintore #Fanfani, che si recò a Molinara, Pago Veiano e Buonalbergo, prima di portarsi ad Avellino.
Una settimana dopo, il #30agosto, accompagnato dal ministro dei Lavori pubblici, Fiorentino Sullo, venne il presidente della Repubblica, Antonio #Segni (nella foto), il quale dopo una breve sosta presso il Palazzo del Governo, si mosse, in mattinata, alla volta di Molinara, Pago Veiano, Pietrelcina e Paduli, e, nel pomeriggio — prima di dirigersi in Irpinia — ad Apice, Sant’Arcangelo Trimonte e Buonalbergo.
Nel corso della visita, il Capo dello Stato, consegnò, a titolo personale, al prefetto Emilio Bruschelli la somma di cinque milioni di lire “per gli urgenti bisogni della popolazione”, aprendo, di fatto, una sottoscrizione pubblica per fronteggiare le devastanti conseguenze dell’evento tellurico.
Bruno Menna
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