Ti racconto una mostra… Un omaggio dell’Università del Molise al “poeta dei rottami” Pasolini
A quarant’anni dalla scomparsa, l’Università degli Studi del Molise ha voluto ricordare e omaggiare Pier Paolo Pasolini con la mostra di pittura “Idroscalo 75”, personale di Claudio Bissattini a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, allestita dall’11 novembre al 14 dicembre presso lo spazio espositivo ARATRO, archivio delle arti elettroniche e laboratorio per l’arte contemporanea, ubicato nel II Edificio Polifunzionale a Campobasso.
L’artista romano Claudio Bissattini ha all’attivo numerose collettive e più di venti personali, tra cui un’antologia del 2013 al Museo di Castel dell’Ovo a Napoli. La sua produzione artistica, nel complesso, è riconducibile a una riflessione critica sul senso di fare pittura oggi.
Bissattini ha conosciuto di persona Pasolini perché ha giocato nella sua squadra di calcio, prendendo parte nel 1975 al celebre incontro Centoventi vs. Novecento in cui si sono sfidati i set cinematografici di Salò o le 120 giornate di Sodoma, l’ultimo film scritto e diretto da Pasolini, e Novecento, il capolavoro di Bernardo Bertolucci.
Il percorso espositivo trova la sua sintesi perfetta nel quadro che dà il titolo all’intera mostra, “Idroscalo 75”, dedicato allo scenario che ha fatto da sfondo alle ultime ore di vita di Pasolini, dal ristorante sulla Ostiense in cui è stato visto in compagnia di Pino Pelosi fino all’idroscalo di Ostia dove è stato assassinato nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975.
Detriti, latta, motori in disuso, copertoni, carcasse di auto, tubi arrugginiti, materassi dismessi, bidoni, cancelli chiusi richiamano alla mente «le distese d‘immondizia contro i palazzi lontani» descritte dallo stesso Pasolini nei Versi del Testamento. Sono i resti estremi di quel «materialismo consumista» che, secondo l’intellettuale, aveva disintegrato la purezza della cultura sottoproletaria, protagonista di tutte le sue opere.
Lontano da qualsiasi retorica celebrativa, le tele di Bissattini traducono in immagini i temi pasoliniani del degrado urbano, delle periferie in disfacimento, dei rifiuti abbandonati nelle discariche, quella «poesia dei rottami» aperta denuncia del consumismo e dell’accumulo del superfluo da parte della borghesia industriale, da lui odiata profondamente.
Oggi vale la pena ricordare Pasolini innanzitutto per la sua attualità. I paesaggi contemporanei dipinti da Bissattini riflettono la devastazione di un pianeta sempre più inondato dai rifiuti. Pasolini – poeta, scrittore, giornalista, regista di cinema e teatro tra i più discussi del ‘900, scomodo a destra come a sinistra – si conferma un genio senza tempo. Non a torto, è stato considerato la coscienza critica di questo Paese.
Mariavittoria Albini