Ricorrono i 160 dalla distruzione totale da parte dell’esercito italiano, di Pontelandolfo e Casalduni, due paesi della Campania a soli 4 mesi dall’Unita’ d’Italia.
Non si fecero prigionieri, tutti furono uccisi in strada o bruciati vivi nelle loro case.
Stuprarono anche le donne rifugiatesi nella chiesa prima di ucciderle.
Si trattò di una strage per rappresaglia durante la cosiddetta guerra al brigantaggio.
La prima strage di Stato di una lunga serie che seguirà.
Pochissimi conoscono questi fatti, malgrado parliamo di una mattanza paragonabile a Marzabotto e a Sant’Anna di Stazzema.
Direi che più in generale ben pochi immaginano il clima di violenza e di barbarie con il quale il regno dei Savoia ha assorbito il sud Italia.
Ben pochi comprendono la guerra di classe ferocissima condotta ininterrottamente nel nostro Paese sin dall’inizio: una guerra ai ‘cafoni’, ai poveri del sud usando soldati del nord e viceversa… Oggi i nostri mali e i nostri difetti maggiori sono il frutto anche di quella immensa semina di morte, sopraffazione, ingiustizia e tradimenti che hanno puntellato la costruzione dello Stato unitario.