Giornate Europee del Patrimonio Culturale
In occasione dell’evento “Giornate Europee del Patrimonio Culturale 2020” promosso dal Ministero per i beni e le Attività Culturali, il Comune di Pontelandolfo aderisce all’iniziativa attivando due appuntamenti di significativo interesse storico monumentale del paese.
Sabato dalle ore 10,00 alle 12,00 è programmata una passeggiata per il centro storico con arrivo alla Torre Medioevale. Domenica dalle ore 9,00 alle ore 11,00 la passeggiata patrimoniale si dirigerà verso la località degli scavi archeologici di “Coste Chiavarine”, deformazione locale dell’originario “Coste Javarine”. Imponente è la torre in pietra bruna che si erge dal suolo per oltre 20 metri e mura spesse di 4,5 metri. Testimone di secolari vicissitudini, il monumento fu eretto nel XIV secolo ad opera dei Gambatesa, conti di Campobasso, a difesa del borgo. Le vicende e la storia di Pontelandolfo sono legate alla torre che ha vissuto l’alternarsi delle dominazioni e assistito a tre distruzioni e saccheggi. Un insediamento antico fu riportato in luce nel 2004 in località Coste Chiavarine lungo la strada comunale Lente Piana che collega Pontelandolfo a Cerreto Sannita. Le indagini archeologiche condotte nel sito dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Salerno, Avellino e Benevento nella persona dell’archeologo Andrea De Tommasi, dall’Associazione Archeoclub d’Italia sede di Pontelandolfo e Morcone in quel tempo, grazie al finanziamento reso disponibile dalla Comunità Montana del Titerno sul Fondo della Montagna, evidenziarono la presenza dei resti strutturali di un insediamento rustico di età romana che, ascrivibile genericamente alla fase primo-imperiale (I – II sec. d. C.). Si tratta di un complesso di ambienti adiacenti, si evince dalla relazione dell’archeologo Matteini, collegati in antico da alcuni passaggi di comunicazione i cui elementi si sono parzialmente conservati, articolati su più livelli digradanti verso il fondo valle, in direzione sud.
Tra i reperti rinvenuti spiccano senza dubbio alcuni oggetti in bronzo, ferro ed osso relativi al corredo personale o alla varia dotazione strumentale, che pur rappresentando tecnicamente dei “residui” archeologici, data la loro posizione stratigrafica di rinvenimento, rappresentano, insieme al resto dei rinvenimenti, i primi elementi di riflessione sulla vita e sulle attività quotidiane degli abitanti dell’insediamento rustico di Coste Chiavarine. Stessa valenza archeologica assumono tutti i reperti ceramici recuperati, specie se considerati in seno alle diverse classi tipologiche e funzionali che erano evidentemente connesse ai diversi utilizzi (ceramiche da mensa; da cucina; di suppellettile varia come lucerne; da conserva o trasporto come la ceramica comune, le anfore ed i dolia; elementi di copertura degli ambienti, come le tegole ed i coppi, etc.). Altro punto di interesse è dato senza dubbio dal rinvenimento di due inumazioni di età medievale e dai reperti ad esse associati, tra i quali si evidenziano, naturalmente, le sei monete del X sec. d.C. (Follis di Costantino VII e Zoe (913 – 919 d.C.) della tomba 1, che aggiungono ulteriori tasselli al mosaico della microstoria del sito indagato.
Gabriele Palladino