Perché un saggio su Gadda?

Perché un saggio su Gadda?
Ungaretti era suo amico e lui ne racconta i limiti in maniera bonaria e fanciullesca, ricordando un viaggio di piacere intrapreso insieme. Hanno partecipato alla stessa guerra. Gadda non ha nulla da invidiare a Ungaretti, eppure a scuola si studia Ungaretti e non Gadda, seppure utile per approfondire aspetti della Prima guerra mondiale e non solo, che risultano dei veri scrigni di conoscenza umana/sociale/filosofica. In Gadda è presente la commistione “Dolore/ironia, meccanica della vita; quanto in Ungaretti “Vita/morte. Dedico a voi una poesia di Gadda, che era soprattutto poeta…e poi torno.

“Questo sonno è passato
Sulle anime
Nostre? Eccoci ancora:
Si sente
Nel vano desolato
L’andare del mondo.
Rotola, rotola sterile
Bestia.
Ingolfati nel profondo
Gli anni sono passati:
Eccoci radunati,
Ancora.
E’ la solita ora.

Quanto tempo ci ha separati?
Io non so dire.
Li lampada è la stessa
eguale silenzio sull’imbrunire.
Non sono mutati
Questi quadri senza senso.
Né i rintocchi lontani.
Né l’oscuro di fuori, denso
Di nebbie.
Il sonno ci condusse
Per eremi strani.
I cupi boati
Hanno corso
le foreste e i monti.
E folgori pazze
Volevano la terra
Nei tramonti rossi.

E strane chiazze
Velavano gli eremi bianchi.
Uomini stanchi
Popolarono le notti
Ed uomini lieti e franchi
Con neri mantelli.
E gli alti castelli
Delle rupi furono percossi,
E rotti
I silenzi cupi
Dalle folgori, nelle immobili notti.

Quanto sonno, quanto sognare,
E il tempo dov’era andato,
Che non si sentiva a passare?
Ma il tempo è passato
Con rapidi anni.
Ma che cosa è mutato
Tra gli immobili scranni
Di queste stanze.
Qualcosa disparve; si sente.
Niente, niente.

Eccoci ancora:
Le stesse mani le stesse
Teste: nessuno
Parla, ma ci guardiamo.
E allora vediamo
Venire dal buio altri visi
Ancor nostri ricordiamo altri cuori.
Ed altri giorni allora
Vediamo ed altri sorrisi.
E rivediamo le torri
Ed i vecchi castelli;
E i mantelli
Scarlatti ed azzurri
Delle dolci donne, quando
Il vento passava sopra le torri.
Ecco che tornano i venti,
Ma vengono dal freddo oltremonte
E portano nella notte
Portano un suono ignoto.
Dev’essere il mondo
Che incontra la notte
E vuole la strada
Del profondo. (Carlo Emilio Gadda
Gli amici taciturni (ovvero “ritorno”).
Mp
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