Napoli revoca la cittadinanza onoraria del generale Cialdini.
“Cialdini, eroe diventato scomodo”, si legge nella cronaca della “Gazzetta di Reggio”. Ebbene si, oggi la “buonanima” di Enrico, il generale dell’esercito del neo Governo piemontese che ordinò l’eccidio di Pontelandolfo del 14 agosto 1861, il cui nome già diverse città hanno cancellato dalle targhe di piazze e strade, perde anche la cittadinanza onoraria di Napoli. A trattare l’argomento è un giornale di Reggio Emilia perché “Il caso Cialdini – scrive lo storico Mirco Carrettieri nelle colonne della Gazzetta di Reggio – era spuntato già nel 2011, quando il vice sindaco di Pontelandolfo (ndr Donato Addona) era venuto in città per ricevere da Delrio (ndr in quel tempo Sindaco di Reggio Emilia) il primo Tricolore”. Ma chi era questo benedetto/maledetto modenese Enrico Cialdini: il generale che nell’esercito del Regno di Sardegna comandò l’assedio sanguinario di Gaeta nel 1861; il generale che, come è scritto da qualche parte, si ““distinse” attraverso azioni disinvolte che contemplavano un disprezzo delle regole dell’onore militare, soprattutto contro i civili (cannoneggiamento di Mola del 17 febbraio 1861)”; il generale che impartì l’ordine perentorio: “di Pontelandolfo non rimanga pietra su pietra”, frase storica, drammatica, immortalata nella canzone della rock band milanese degli anni Settanta Stormy Six, “Pontelandolfo”; il generale che … e che … e che … . Per tutto questo, per tutti i crimini commessi per diritto di rappresaglia, il boia di Gaeta, il fautore della prima strage impunita di migliaia di inermi civili brutalmente assaltati nel sonno nella pacifica Pontelandolfo in una notte d’estate del 1861 fino a poco tempo fa era stato considerato dalla storiografia ufficiale, quella scritta dai vincitori, come un benemerito del Risorgimento italiano. Ma la sua immagine si è scolorita in quest’ultimo scorcio di storia rivista davi vinti, perché non è stato un eroe ma un criminale di guerra!
Gabriele Palladino