La rivista “Napoli mensile” pubblica in questo numero una bella intervista che mi ha fatto la giornalista Simona Bonaura a proposito del mio romanzo “Di morire libera”
Eccone la versione leggibile
The “Napoli Mensile” mag interviewed me about my novel “To Die Free” (Italian only, sorry!)
1) Partiamo da qualche domanda su di lei per conoscerla meglio:
Scrivo da sempre, anche se lo faccio professionalmente solo dal 2003. Ho pubblicato un centinaio tra narrativa e articoli, tra libri, periodici e web, ho curato un’antologia e da poco questo romanzo, “Di morire libera”, sotto l’egida del gruppo editoriale Santiago. Negli ultimi anni però ho aggiunto lavori di regia, tra cortometraggi e video che hanno partecipato a circa un centinaio di festival internazionali. Da questo romanzo ho infatti anche estratto una sceneggiatura che spero di poter un giorno girare qui in Campania, nelle terre di Michelina!
2) Come mai ha scelto questo personaggio quale protagonista della narrazione? Quale messaggio ha voluto dare?
Si tratta della mia prima biografia romanzata, dettata dall’incontro virtuale con Michelina Di Cesare [non De Cesare mi raccomando ], vista nella sua foto post mortem a una mostra sul tema del Brigantaggio organizzata dallo studioso Enzo Di Brango. L’immagine mi lacerò il cuore, e decisi che volevo sapere tutto di lei. Cominciando da zero, ho affrontato qualche anno di studio del tema, e poi ho studiato gli archivi con l’ausilio di un altro grande studioso, Valentino Romano, estraendo la trama del romanzo con assoluta adesione ai fatti storici. Mi occupo prevalentemente di questioni legate ai problemi connessi con le strutture sociali patriarcali, e Michelina può essere definita con una piccola forzatura storica una protofemminista. Il suo bisogno di autonomia e libertà l’ha costretta alla strada del Brigantaggio, facendo di lei un’eroina inconsapevolmente tragica.
3) Purtroppo però oggi si parla ancora troppo di Garibaldi e poco di personaggi come la Di Cesare emblema di libertà e coraggio. Cosa si potrebbe fare per spostare il focus e aprire un serio dibattito sulla questione secondo lei?
Credo che si stia facendo molto per migliorare la conoscenza della storia, ma purtroppo è ancora un dibattito che resta in seno alla ristretta comunità degli esperti di storia. È stato un atto molto pregno e forte quello compiuto dal sindaco De Magistris quando ha revocato la cittadinanza onoraria a Cialdini, bisognerebbe continuare in quel solco. Il mio romanzo si propone questo obiettivo e se trovassi dei finanziamenti per girare il mio film sono certa che avrebbe un impatto fortissimo. L’arte è sempre molto più rivoluzionaria di uno studio, e ciò che si vede impatta a livello di coscienza ben più di ciò che si legge. Quindi un film sarebbe il mio traguardo finale per completare la mia missione civica in questa direzione.
4) E’ comunque un periodo in cui c’è molta attenzione al tema del brigantaggio e dei tempi di gloria passati. Secondo lei come mai?
La storia la scrivono i vincitori, ma dopo 150 anni è tempo di riscriverla dal suo lato giusto, così come gli statunitensi hanno riscritto le loro pagine rispetto alla conquista a scapito delle popolazioni native americane. Il centocinquantenario è stata una splendida occasione per l’Italia di ripensare a queste oscene e falsificate pagine di storia.
5) Si arriverà mai a riscrivere i libri di scuola secondo lei?
Assolutamente sì, certo! Io ci metterò ciò che posso