L’oblio delle tradizioni
Secoli e secoli di arcane costumanze, che hanno caratterizzato l’essenza della vita degli uomini e che hanno costruito giorno dopo giorno la storia viva e vera dei piccoli paesi, oggi, purtroppo, sono state sospinte dalla dilagante ignoranza, lungo la strada che conduce al triste declino. L’attuale periodo storico ci ha imposto di vivere in una società che insegue valori sempre più effimeri. Una società abbagliata dalla materialità dilagante. Una società dove la coesione è una chimera. Una società in cui predominano la solitudine e l’individualismo. Una società dove la cultura è stata definitivamente sommersa nel baratro dell’oblio. Pontelandofo è il paese del folclore per antonomasia. Il paese dalle molteplici tradizioni antiche che caratterizzano i vari periodi dell’anno. Ma anche qui, come in tanti, forse in tutti i comuni italiani, molte sono le costumanze smaltite nel secchio del dimenticatoio e che difficilmente o mai più torneranno in vita. Diventa, dunque, di fondamentale importanza studiare ed analizzare con attenzione l’odierna sofferenza, per stabilirne le cause e attivare tutte quelle iniziative consequenziali capaci di guarire il malessere e garantire eterna vita a tutte quelle tradizioni che si configurano come risorse vitali per animare la futura esistenza della comunità sannita. Sul piatto dell’offerta turistico-ricettiva vanno servite tutte le peculiari risorse del territorio. Dalla bontà delle produzioni eno-gastronomiche alle molteplici manifestazioni folcloriche. Dalle straordinarie bellezze ambientali e paesaggistiche a quelle monumentali, architettoniche ed artistiche, all’immenso patrimonio storico-culturale, alle danze e ai canti popolari, al variopinto e ricco costume delle pacchiane. Oggi non si può prescindere da una offerta concreta e positiva, che va determinata dalla pianificazione di un programma serio e preciso, mirato ad azioni proiettate verso un unico e condiviso obiettivo. Obiettivo che a Pontelandolfo è rappresentato sicuramente dal recupero delle produttività artigianali, in particolare quella rinomata del settore tessile, e da una promozione allargata dei prodotti agroalimentari tipici, come l’impareggiabile olio extravergine di oliva ortice riconosciuto prestigioso dal Prodal – Centro Regionale di Competenza Produzioni Agroalimentari dell’Università di Salerno l’eccellente formaggio pecorino, gli agnelli, che si nutrono delle varietà di erbe officinali presenti in abbondanza sulle alture e che danno agli ovini quel sapore e quella succulenza che li rendono unici nel Sannio. E tutto questo per un nuovo slancio, più forte e più convinto, per un auspicato ripopolamento di un territorio, fortemente depauperato in passato dall’emigrazione di intelligenze e di braccia lavorative, per dare nuova vita ad un paese dal passato fulgido, che tanto ha dato alla storia d’Italia e tanto dovrà ancora dare.
Gabriele Palladino