L’Acquedotto Carolino è una delle più importanti opere realizzate dai Borbone è una delle costruzioni più imponenti del Settecento europeo. Questa opera fu progettata da Luigi Vanvitelli su incarico di Carlo III di Borbone per alimentare le fontane ed i giochi di acqua della reggia di Caserta e la sua realizzazione è collegata direttamente alla costruzione della Reggia stessa. Le sorgenti adatte, per portata e posizione, a rifornire l’acquedotto furono individuate nel territorio del comune di Airola, in località Fizzo. In questa zona le acque provenienti da numerose polle sorgive furono raccordate tra loro in due collettori, conosciuti col nome di Carcarella e Ficucella, e quindi convogliate in un unico condotto: da qui cominciava il viaggio che avrebbe portato l’acqua del Monte Taburno fino alla Reggia di Caserta. Nell’area del fizzo è presente il primo dei 67 “torrini” che contrassegnano il percorso dell’aquedotto fino a Caserta e il mulino ad acqua che fu costruito subito a valle delle sorgenti. Il ponte Carlo III, situato al confine dei comuni di Moiano, Airola e Bucciano, è, a partire dalle sorgenti, il primo dei ponti che Vanvitelli realizzò lungo il corso dell’Acquedotto Carolino. La sua costruzione rappresentò la prima attestazione pubblica della riuscita del lavoro dell’architetto, e fu celebrata in occasione di una visita dei sovrani Carlo III e Maria Amalia di Sassonia al cantiere. E’ costituito da 4 archi ed è realizzato in tufo e pietra calcarea. Sotto uno degli archi passa il fiume Isclero e questo arco è caratterizzato dalla presenza di due lapidi, una per lato, che recano l’iscrizione : “CAROLUS ET AMALIA UTR. SIC. ET. HIER. R. A.D. MDCCLIII” che ricordano l’anno di posa della prima pietra dell’Acquedotto Carolino. Dal 1997, l’Acquedotto Carolino e quindi anche le Sorgenti del Fizzo il Ponte Carlo III, sono stati inclusi dall’UNESCO nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
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