La nascita di Neapolis
Siamo giunti alla nascita di Neapolis ripercorrendo le vicissitudini che contrapposero Kyme e gli Etruschi per cinquanta anni, lasciando finalmente la città greca libera di espandere il proprio territorio.
All’epoca della battaglia di Cuma (474 a.C.), nei pressi di Napoli esisteva già un porto commerciale. Era un porto cumano, forse fondato dagli stessi Cumani, sebbene i ritrovamenti archeologici prima di una certa epoca sono difficili da interpretare.
Ad esempio, ci sono evidenze del passaggio dei Micenei in territorio napoletano assai prima della fondazione di Cuma, ma affinché si possa parlare della fondazione di una città, bisogna appurarne la continuità storica, e quella non è stata mai dimostrata: la storia antica di Neapolis è ricca di reperti scollegati gli uni dagli altri. Quello che gli archeologi hanno appurato è che la continuità storica a Napoli è verificabile dal porto cumano.
Ovviamente, per motivi di sicurezza, quello sarà stato fondato prima sull’isolotto di Megaris (Castel dell’Ovo), dove magari poteva tenersi un mercato, e col crescere degli affari si era esteso da lì a Pizzofalcone, col porto nell’attuale Piazza Municipio, accanto al Maschio Angioino.
Crescendo la città, magari per la necessità di produrre in proprio formaggio, olio, ecc., un altro borgo fu realizzato un po’ più in là, nel cuore di quelli che sono oggi noti come “i Decumani”. Attenzione, perché in questo momento non parliamo ancora di Neapolis, ma solo di un borgo posto su un’altura facilmente difendibile!
Neapolis venne fondata intorno a quel borgo preesistente con l’aiuto dei Siracusani, dopo la battaglia di Cuma del 474 a.C.
Riflettiamo su una circostanza: Neapolis è lo stesso nome di un quartiere di Siracusa, tra l’altro, fondato poco prima della nostra Neapolis, sebbene oggi non ci sia un gemellaggio tra le due città.
I contatti tra Syrakusa e Neapolis però non durarono a lungo: la storia della tirannia di Gerone fu brillante quanto tumultuosa, e la nuova città restò così in balia di sé stessa.
Infatti, la fondazione di un quartiere, all’epoca, comportava l’introduzione di una colonia, che nel caso di Syrakusa sarà certamente stata assai numerosa, e possiamo quindi immaginare che questa nuova città piena di siracusani non volesse certamente sottostare a quanto dicevano i più antichi, ma probabilmente meno numerosi, cumani.
Come possiamo verificare questa serie di eventi? Dalle monete. Nel 500 a.C. Cuma batteva già moneta, moneta che era presa a modello da tutte le città della Campania, ma non si trovano monete di Parthenope, di Palepolis, o di Falero, come qualcuno ha voluto chiamare le “città vecchie” antecedenti alla “fondazione” di Neapolis.
In cambio, dopo la battaglia di Cuma, compaiono nuove monete, con la dicitura “Neapolites” (e poi “Neapoliton”), ovvero “i Neapolitani” o “dei Neapolitani”. Nel sommario introduttivo al suo articolo A Documentary History of Naples: Ancient Naples, Chapter Three – The Early Coinage of Neapolis, Rabun Taylor, dell’Università del Texas, scrive chiaramente: “La monetazione della Neapolis greca viene esaminata dall’inizio della sua attività, forse nel 460 a.C”.
Questa evidenza non nega naturalmente l’esistenza di un borgo prima di Neapolis, ma indica chiaramente che esso dipendeva direttamente da Cuma, o avrebbe battuto moneta per conto proprio!
Non solo. Quando comincia a battersi moneta neapolitana, le effigi di queste monete sono assai simili a quelle poste sulle monete siracusane. Inutile dunque chiedersi cosa accadesse: Neapolis si impose come una nuova realtà diversa da Cuma, e questo lo conferma la storia solo pochi anni dopo.
Autore articolo: Marino Maiorino
historiaregni.it
In copertina moneta di Cuma del primo tipo. Sul fronte, pelle di leone affiancata da teste di cinghiale; sul retro, conchiglia di mitile con la dicitura Kymaion. Fonte foto: dalla rete