APRE LA STAGIONE DEL SAVOIA IL MUSICAL “JESUS CHRIST SUPERSTAR”, OLTRE 40 ANNI DI SUCCESSO MONDIALE SULLA SCENA
di Marinella Ciamarra
Apre la stagione di quest’anno del Teatro Savoia un pezzo di storia del teatro. Jesus Christ Superstar, composto da Andrew Lloyd Webber con testi di Time Rice, uno dei musical più famosi e di successo nel mondo intero, è stato infatti replicato lo scorso week end del 20-21-22 novembre, facendo il tutto esaurito tra il pubblico campobassano.
La versione italiana originale è quella firmata da Massimo Pipero che quest’anno ha compito 20 anni e vanta ormai diverse edizioni, 11 anni consecutivi in cartellone nei teatri italiani dal 1995 al 2006, oltre 1.100.000 spettatori, più di 120 artisti che si sono alternati nel cast, e più di 1200 rappresentazioni. Protagonista indiscusso nelle vesti del Gesù rockettaro, nell’edizione celebrativa dei 20 anni, è Ted Neelev, colui che diede un’impronta mitica ed indimenticabile al ruolo di Gesù nello storico film omonimo di Norman Jewinson del 1973 e per il quale venne nominato miglior attore ai Golden Globe Awards del 1974 assieme a Carl Anderson che impersonava il ruolo di Giuda Iscariota. Il musical, rappresentato per la prima volta in America nel 1971, rimase in scena 720 recite per 18 mesi e con spettacoli itineranti nel Nord America. Tra il cast, il leggendario frontman dei Deep Purple, Ian Gillam. La produzione teatrale nel West End londinese del 1972 al Palace Theatre per la regia di Jim Sharman ebbe un enorme successo: replicata per 3.358 recite in otto anni, diventò allora il musical rappresentato continuativamente più a lungo a Londra.
L’opera continuò a essere rappresentata per tutti gli anni settanta fino al 1980. Venne in seguito ripresa nel 1992 con Ted Neeley e Carl Anderson nei ruoli rispettivamente di Gesù e Giuda, gli stessi che avevano interpretato anni prima la versione cinematografica dell’opera. Lo spettacolo, originariamente pensato per durare qualche mese, si protrasse per cinque anni. Dal 1972 ad oggi continua ad essere messo in scena in tutto il mondo con un successo senza pari nella storia del musical. Uno spettacolo potente, esplosivo, psichedelico, con musiche interamente live e testi in lingua originale, con citazioni in italiano tratte dal Vangelo che scorrono proiettate su uno schermo alle spalle delle scene. La storia è quella dell’ultima settimana di vita di Gesù, l’ingresso a Gerusalemme, il processo, la condanna a morte e la crocifissione, narrate dal punto di vista di Giuda Iscariota. In consonanza con l’impostazione originale e poco ortodossa con cui viene sviluppata la storia e che all’epoca suscitò non poche polemiche, manca la resurrezione. La divinità di Gesù, in versione hippie e rochettara, non è data per scontata, ma posta in dubbio dalle parole di Giuda, che nel brano Heaven On Their Minds (Il Paradiso nelle loro menti) canta: «You really do believe this talk of God is true?» (Credi veramente che queste voci su Dio siano vere?) La figura di Maria Maddalena è rappresentata come all’evidenza innamorata di Gesù nel brano I don’t know how to love him (Non so come amarlo) e nel brano Close your eyes and relax (Chiudi gli occhi e abbandonati) Giuda, interpretato dal bravo e bello Feysan Bonciani, è dipinto come una vittima di un disegno fatalistico che lo sovrasta, ordito da Dio per motivi a lui sconosciuti. Tradisce, perché si stente tradito.
Di forte impatto emotivo la scena della flagellazione, allorquando scorre sullo schermo una carrelata di immagini che, ad ogni frustata, ripercorre Auschwitz, l’attentato dell’11 settembre, gli attentati di Falcone e Borsellino, i femminicidi della storia, la strage di Bologna, i conflitti arabo-israeliani, tutte le atrocità che l’uomo è stato in grado di compiere dietro la barbara spinta del Male, che Gesù con la sua morte redime. Come sempre commovente la scena del Getsemani, in cui Cristo, non senza paura, accetta il suo destino di passione, e della corona di spine, e del dialogo con Pilato quando l’acqua con cui si lava le mani si trasforma in sangue…. Potentissima le musiche e di alto livello i musicisti in scena, ricchi di pathos i testi, emozionante la intatta bravura vocale di Ted Neelev con i suoi vocalizzi, di grande impatto visivo la cangiante e mobile scenografia, bravi i ballerini hippie che, come gli apostoli, accompagnano Gesù nel suo percorso verso la morte senza resurrezione, ma diffondono il suo messaggio eterno di pace e speranza in un mondo migliore.
inserito il: 23/11/2015