Pubblichiamo un intervento di Franco Cardini sulla vicenda delle “statue velate”.
UN PRESIDENTE MUSULMANO, L’ANTICHITA’ GRECOROMANA E IL MAGISTERO DELLA STORIA
Poi dicono che la storia non serve a niente; che il medioevo, in particolare, non serve. Certo che servirebbero entrambi, eccome. Bisognerebbe soltanto saperne qualcosa e mostrare un minimo d’intelligenza.
Ad esempio a politici, diplomatici e amministratori italiani sarebbe stato utilissimo prendere alla lettera la massima dei nostri antichi, Historia magistra vitae: e seguire l’insegnamento del grande Federico II di Svevia in occasione della visita a Roma del presidente iraniano Rohani il 26 gennaio scorso. In particolare, avrebbero dovuto tener presente un interessante episodio.
Nel 1229 l’imperatore Federico, in Oltremare per la sua crociata, si accordò con il sultano ayyubide d’Egitto al-Malik al-Kamil, allora signore di Gerusalemme, per una tregua (che secondo la tradizione giuridica musulmana avrebbe dovuto durare vent’anni) durante la quale la Città Santa sarebbe stata privata di difese militari e considerata “città aperta” ai tre culti abramitici. In quell’occasione, Federico fu deluso e infastidito dal fatto di non aver potuto ascoltare l’appello del muezzin alla preghiera. Fatto venire al suo cospetto il cadì della città, gliene domandò la ragione. Il dignitario musulmano – secondo il cronista arabo che ci narra la vicenda – rispose di averlo fatto per riguardo a lui e alla sua condizione di cristiano. Al che lo Stupor Mundi replicò: “Amico mio, vieni a trovarmi a Palermo quando poi: sarai sempre il benvenuto. Ma t’illudi se speri che, per rispetto a te e alla tua fede, io farò tacere le campane delle mie chiese”.
Non so – e credo, e spero, di no – se sia stata una diretta e spontanea richiesta del presidente Rohani quella di far indossare mutandine o altre pudiche forme di copertura alle statue capitoline: escluderei che l’abbia fatto. E’ una persona colta e intelligente, leader di una repubblica islamica, è vero, ma che coincide con il popolo in assoluto più occidentalizzato del mondo islamico almeno da un secolo, molti cittadini del quale hanno studiato da noi e che è, con Cuba, uno dei più preparati del mondo in termini di numero di lauree detenute, a formulare una richiesta così sciocca. E’ più probabile che il responsabile della mascherata sia stato alche religioso o diplomatico del suo entourage, o della sua ambasciata a Roma, o della Farnesina. Verrebbe da chiedersi se, ospitando l’altro dignitario in Vaticano – luogo dove i nudi greci, romani e rinascimentali abbondano, nonostante la ventata controriformista ne abbia “rivestito” alcuni – si sia fatto lo stesso per non urtare la suscettibilità dell’alto personaggio.
Rohani ha tutto l’interesse ad accreditarsi nel mondo occidentale: e ha bisogno di noi forse più ancora di quanto noi non lo abbiamo di lui. Basti pensare alla Francia, dove si è messo immediatamente la sordina ai fieri sentimenti antiraniani di Hollande non appena l’Iran, nell’àmbito del disgelo, le ha commissionato sei aerobus. I rapporti tra Italia e Iran sotto il profilo economico e commerciale sono già discreti, le prospettive ottima. Ma sarebbe davvero accaduto un incidente diplomatico se il presidente iraniano avesse intravisto qualche marmoreo sacco scrotale, qualche bronzeo prospero petto muliebre? C’è da dubitarne: come in passato si sono sempre risolti in bolle di sapone le solite querele a proposito di bottiglie di vino presenti durante i pranzi di gala offerti ad autorità islamiche.
Rohani condivide senza dubbio, almeno formalmente e ufficialmente, la posizione dell’imam Khomeini a proposito dei costumi morali dell’Occidente. Ma credo sappia abbastanza di storia – e attorno a lui molti ne sanno senza dubbio più di quanto basta – per sapere che il culto del corpo, come riflesso platonico tra l’altro della cura dell’anima, è parte integrante e irrinunziabile di quelle radici culturali della nostra civiltà, con la quale gli preme entrare in proficue relazioni; e che in una certa misura tali radici sono anche quelle della sua, vista l’importanza che la cultura e la scienza classica hanno avuto per lo sviluppo di quelle musulmane in genere, iranomusulmane in particolare, e che l’Islam ha messo dal canto suo splendidamente a frutto. O ci siamo dimenticati che ai musulmani, e in particolare a certi iranomusulmani come il grande Avicenna, che conoscevano del resto bene il greco (ed è proprio in Persia che si erano rifugiati i maestri della scuola di Atene, quando Giustiniano ne ingiunse la chiusura nel 529), noi dobbiamo non solo la rinnovata conoscenza di Aristotele durante il XII-XIII secolo ma anche lo sviluppo della matematica, dell’astronomia, della medicina moderne? O ci siamo dimenticati il culto che ai monumenti dell’antichità (compreso alle statue nude) è stato reso da molti dinasti musulmani, a partire dagli umayyadi di Damasco? Quelle preziose opere d’arte sono sopravvissute per lunghi secoli nei paesi musulmani senza che a nessuno venisse in mente di profanarle, prima dei barbari talibani poi dei bestioni dell’ISIS portatori di una letteralmente inaudita e distorta visione dell’Islam che con l’austera spiritualità sciita di Rohani – che ha esplicitamente e fermamente condannato qualunque forma di terrorismo – non ha proprio nulla a che fare.
Non è escluso che, se non ci fosse stato l’immutandamento delle venerabili antiche nudità, qualche imbecille a Roma o a Teheran avrebbe piantato delle polemiche. Le quali a loro volta, passato l’iniziale imbarazzo, sarebbero state utilissime se non salutari proprio per Rohani. Egli ha parlato più volte, anche al palazzo di vetro di New York e ora qui da noi, di spirito di tolleranza e di reciproco rispetto tra le culture: valori che cominciano proprio dalla religione, dalla fede, dall’arte. Se Rohani avesse visto qualche antico artistico nudo e ciò gli fosse stato rimproverato nel suo paese, egli avrebbe avuto agio di replicare appunto che il dialogo con gli altri comincia dalla comprensione dei loro costumi: specie e soprattutto se ci appaiono ostici. Gli immutandatori delle statue capitoline gli hanno forse dato un’impressione di eccessivo rispetto, se non di debolezza: ma gli hanno fatto perdere un’ottima occasione per impartire, tanto a noi quanto al popolo che egli governa, una salutare lezione di civiltà.
Franco Cardini
BIOGRAFIA
Franco Cardini è nato a Firenze il 5 agosto 1940.
1966 – Si laurea a pieni voti nell’Università di Firenze discutendo una tesi in Storia medievale con il professor Ernesto Sestan. Espleta il servizio militare come sottotenente di complemento nell’Aeronautica.
1967 – Nominato assistente volontario alla cattedra di Storia Medievale della Facoltà di Lettere e Filosofia nell’Università di Firenze.
1968 – Vincitore di pubblico concorso come professore nelle Scuole Medie Superiori; si diploma in Paleografia e Archivistica presso la Scuola specializzata dell’Archivio di Stato di Firenze.
1969 – Borsista presso la cattedra di Storia Medievale e Moderna della Facoltà di magistero dell’Università degli studi di Firenze. Partecipa come borsista al Corso di Perfezionamento del “Centre d’Etudes Superieures de Civilisation Médiévale” di Poitiers.
1970 – Partecipa come borsista ai corsi di cultura dell’Università di Mosca.
1971 – Assistente ordinario in seguito a vittoria di pubblico concorso alla cattedra di Storia Medievale e Moderna della Facolta di Magistero dell’Università degli Studi di Firenze (titolare: professor Giorgio Spini); nominato Professore Incaricato di Storia medievale nella stessa Università, ruolo che mantiene fino al passaggio a Professore Associato e quindi a Professore Ordinario.
1971-1972 – Partecipa ai Corsi di Perfezionamento in Storia Medievale dell’Università di Parigi (Sorbonne) e dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes.
1972 – Borsista della Fondazione Cini di Venezia.
1971-1985 – Insegna Storia medievale nell’Università di Firenze, alternando tale impegno con corsi tenuti come docente presso Universita non italiane (Parigi, Poitiers, Gottingen, Barcellona, Burlington, Turku, Sao Paulo, Amman, Gerusalemme).
1976 – E’ fellow della Harvard University. Svolge lavoro di ricerca presso la Fondazione Berenson (Villa “I Tatti”) di Firenze.
1978-1979 – Insegna Storia medievale nell’Università di Paris VIII – Vincennes.
1978-1984 – Docente di “Italian History and Culture” presso il Middlebury College, Vermont, USA, negli anni 1978, 1980, 1984, Summer Session.
1981-1982 – Ricercatore presso il Max-Planck-Institut fur Geschichte di Gottingen.
1985-1989 – Professore Straordinario di Storia medievale nell’Università di Bari.
1986 – Entra a far parte del Consiglio Universitario Nazionale.
1989 sgg. – Professore Ordinario di Storia Medievale nell’Università di Firenze.
1990-1991 – Professore di Storia Medievale nell’Università di Alcalà de Henares.
1991-1992 – Directeur de Recherches presso l’Ecole des Hautes Etudes di Parigi.
1994-1996 – E’ nominato membro del Consiglio d’Amministrazione della RAI (luglio 1994-luglio 1996).
1996 – Gastprofessor nella Freie Universitat di Berlino.
1996-2002 – E’ nominato membro della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO. E’ nominato membro del Consiglio d’Amministrazione dell’ Ente Cinema, poi Cinecittà Holding (carica coperta tra 1996 e 2002).
1998 – Membro del Consiglio Scientifico del Salone del Libro di Torino.
2002 – Membro del Comitato FAO presso il Ministero delle Politiche Agricole.
2003 – Membro del comitato Scientifico dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (Roma) e dell’Istituto di Studi Umanistici (Firenze).
2006 – Professore Ordinario di storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane / Istituto di Studi Umanistici.
2007 – Direttore del Centro di Studi sulle Arti e le Culture dell’Oriente (C.S.A.C.O.) dell’Università Internazionale dell’Arte di Firenze.
Altri incarichi:
Directeur d’Etudes nell’Ecole d’Hautes Etudes en sciences Sociales (EHESS), Paris
Fellow della Harvard University
Gastprofessor nel Max-Planck-Institut di Gottingen
Già Docente nella Pontificia Università Lateranense, Citta del Vaticano
Già Docente nell’Istituto Universiatrio Suor Orsola Benincasa, Napoli
Già Presidente del Comitato Scientifico per le Celebrazioni di Ugo marchese di Toscana
Presidente onorario dell’Associazione Culturale Firenze-Europa
Già Presidente della giuria del Premio Internazionale “Citta di Vasto”
Presidente del C.I.S.A. (Comitato Italiano di Solidarieta con l’Afghanistan)
Vicepresidente del Consiglio Scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università degli Studi di San Marino
Coordinatore del centro si studi sulle arti e le Civiltà dell’Oriente dell’Università Internazionale dell’Arte, Firenze
Past President dell’Associazione Culturale “Identita Europea”
Past President dell’associazione Dia-Legein per il Dialogo Interreligioso
Già Coordinatore del Progetto di Ricerca Grosseto-Storia e Identità
Già Direttore, insieme con Marco Tangheroni, della collezione di fonti “Corpus Italicarum Peregrinationum” (temporaneamente sospesa in seguito al decesso del professor Tangheroni)
Condirettore della collezione “I Volti della Storia”, edita dalla Citta Nuova di Roma
Direttore della collezione “Classici Cristiani”, edita da Cantagalli di Siena
Direttore della collezione “Speculum Historiale” dell’editore Aragno di Torino
Direttore della collezione “I Cammini dell’Uomo” dell’editore Name di Genova
Direttore della collezione “Arma et Insignia” dell’editore Name di Genova
Direttore della rivista “La Porta d’Oriente”, Edizione pagine, Roma
Già Direttore della rivista “Sacra Militia”, Ed. Name, Genova
Già Direttore della rivista “Il Governo delle Cose”, ed. Polistampa, Firenze. Direttore della rivista “La Porta d’Oriente”, ed. Pagine, Roma
Direttore della collana di studi e testi “Divano orientale-Occidentale” dell’Editrice il Cerchio, Rimini
Direttore della collana di studi e testi “Viatores” dell’Editrice Pacini Fazzi di Lucca
Membro del Comitato Scientifico delle riviste “Iter”, “Archivio storico Italiano”, “Nuova Rivista storica”, “Storia e Dossier”, “Letteratura Italiana Antica”, “Temas Medievales”, “Fondazione Liberal”, “Itineraria”, “Ideazione”, “Percorsi”, “Imperi”, “Krisis”
Presidente e Membro benemerito della Fondazione Marzio Tremaglia di Bergamo
Presidente del comitato scientifico della Fondazione Nuova Italia presieduta dal Sindaco di Roma, on. Giovanni Alemanno
Membro del Consiglio Scientifico del Centro Studi Federiciani di Lagopesole
Membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto Veritatis Splendor della Curia Arcivescovile di Bologna
Membro del Comitato Scientifico del Premio “Citta di Ascoli Piceno”
Membro del Consiglio Scientifico del Premio “Finale Ligure”
Membro del Comitato Scientifico del Centro Studi sulle Dimore del Potere nel medioevo e nel Rinascimento (Comune di Andria)
Membro del Comitato Scientifico Progetto “XX Secolo” della Lux di Roma
Membro del Comitato Scientifico della rivista e della Fondazione “Ideazione” di Roma
Membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto di Studi Umanistici Antichita Medioevo Rinascimento
Membro della Deputazione Toscana di Storia Patria, della Societa Internazionale di Studi Francescani, dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, dell’Accademia dei Rozzi di Siena,dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana, dell’Accademia Sperelliana di Gubbio
Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto di Studi Umanistici
Membro della Commissione di Revisione Cinematografica del Ministero per i Beni e Attvita Culturali
Membro del Comitato per la valorizzazione delle feste civili della repubblica italiana del Comune di Firenze
Membro del Consiglio direttivo dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo
Membro del comitato d’Onore dell’Associazione Mozart Italia
Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Orestiadi di Gibellina
Consigliere d’inindirizzo della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettaclo della Regione Umbria
Consigliere d’indirizzo della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo della regione liguria
Accademico Onorario dell’Accademia Internazionale Medicea
Consulente delle case editrici Mondadori, Laterza, Le Lettere, Giunti, Aragno, Vallecchi, Il Cerchio, Name
Consulente del programma RAI – TV Educational
Elzevirista di “Avvenire”, “Quotidiano Nazionale “, “Il Tempo”, “Il Secolo XIX”, “L’Eco di Bergamo”, “Liberal”, “Il Mattino”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “Il Sole-24 Ore” (collaborazioni ad altre testate sono occasionali)
Finalista al Premio Viareggio-Saggistica nel 1981, al Premio Elba 2001, al Premio Pen Club 2007
Vincitore dei Premi: Repaci, Anghiari, Punta Ala (1985), Circeo (1987), Comisso (1988), Tevere (1994), Columbus (1997), Firenze-Europa (1997), San Giovanni (2000), Chianciano-biografia (2000), “Fiorino d’Oro – Viareggio Carnevale” (2001), “Premio Internazionale Vanvitelli”(2001), “Capalbio” – Politica e Cultura (2001); Premio Europeo “Lorenzo il Magnifico” – Accademia Medicea Internazionale (2001); Premio letterario internazionale “Feudo di Maida”; IX Premio Internazionale di Saggistica “Salvatore Valitutti”, Provincia di Salerno (2002); Proclamato “Scrittore toscano dell’Anno” dall’Associazione Amici della Fiera del Libro Toscano, 2003; VIII Premio Madesimo 13.8.2003; Premio Ernest Hemingway – Lignano Sabbiadoro 2004; Premio Accademia della Torre di Castruccio, Carrara, 2004; Premio Federichino – Jesi, 27.9.2004; Premio Internazionale Ultimo Novecento, XXVII Edizione, Pisa 27. 11. 2004; Premio “Medioevo Presente” del Comune di Monteriggioni, 2006; Premio speciale della Giuria “Il Molinello”, Rapolano Terme, 17.3.2007; Premio III Edizione Microfono di Cristallo “Umberto Benedetto” per la Radiofonia, Firenze, giugno 2007; Premio Scanno 15.9.2007; Premio “Mino da Fiesole”, VIII Edizione, 29.4.2008; Premio Nazionale di cultura nel giornalismo, XX, edizione, “La Penna d’Oro”, Sezione scienza storica 2008; Associazione Mozart Italia, Premio Mozart 2008
Insignito da S.A.I. e R. Sigismondo d’Asburgo Lorena, granduca di Toscana, del titolo di Cavaliere dell’Ordine di San Giuseppe
Insignito dal Sovrano Militare Ordine di Malta del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito Melitense (seduta del Sovrano Consiglio dell’8.3.2001)
Proclamato il 30.3.2007 Cittadino onorario di San Gimignano
Insignito della Croce d’oro dell’Ordine della Guardia d’Onore dei santi martiri Agapito ed Alessandro dall’Esarca d’Italia della Chiesa greco-ortodossa tradizionale, 28.9.2008