Il trionfo del “MA” e del “PERO’”.

Il trionfo del “MA” e del “PERO’”.
È singolare davvero come queste due congiunzioni avversative ormai la facciano da padrone nell’esposizione del pensiero al giorno d’oggi.
“Non sono fascista ma…”, “condanno ogni forma di violenza, ma …” “non sono omofobo, però”, “non sono contro i vaccini, ma …, “non sono razzista, ma …”, “non sono complottista, però …” E l’elencazione potrebbe continuare fino a domani.
In altri termini, fingendo di negare una cosa, la si conferma, la si condivide, la si rafforza.
Non so esattamente se e a quale figura retorica corrisponda questo andazzo. Una cosa è certa: è un modo subdolo di esternare e veicolare il messaggio delle proprie convinzioni. Ad uso e consumo dei “fragili”, come si dice in questo periodo.

Perché ne parlo?
Ho letto sulla seguitissima pagina che prende il nome da un fortunato best seller meridionalista un commento sull’oltraggio al Monumento-ossario garibaldino ai Ponti vanvitelliani in quel di Valle di Maddaloni, nel casertano. Per chi non lo conoscesse è un monumento che ricorda la battaglia del Volturno e che raccoglie alcuni resti di chi vi perse la vita.
Statue decapitate (la prima, manco a dirlo, è quella di Garibaldi), monumento vandalizzato e oltraggi vari … Non solo un esempio di una persistente inciviltà; soprattutto il segno esteriore di un popolo che ancora non ha saputo (o voluto) fare i conti con il passato, che non ha elaborato il lutto dei rancori e delle divisioni che hanno insanguinato l’alba della Nazione; un ulteriore segnale di come questi rancori (giustificati o meno, questo è altro dire) oltrepassino ancora le soglie della pietas. (Guarda un po’, e sempre detto per inciso, di quella stessa pietas che poi s’invoca a gran voce per i caduti della parte soccombente …) Ma torniamo al commento che riporto testualmente: “Gli atti di vandalismo vanno sempre condannati, simbolicamente PERO’ è una notizia abbastante “forte”.
Lasciamo perdere la valenza “simbolica” di un gesto di viltà, ognuno si sceglie i simboli che preferisce. Soffermiamoci, invece, un attimo sulla presunta “fortezza” del gesto: veramente può essere considerato “forte” prendersela con una statua nel buio di una notte? Bah, sarà!
A me pare piuttosto un atto di vigliaccheria allo stato puro. Forse è “forte” solo proprio come vigliaccheria!
E sorge spontanea una domanda: è questo il modo per affermare o riaffermare le ragioni del Sud? Se lo è, allora tutto si spiega: l’autore o gli autori non possono che essere i pronipoti di quelli che Garibaldi non lo contrastarono da vivo, nemmeno con una pernacchia. Buon sangue non mente!
Comunque, “simbolico” o meno, “forte” o no che sia il gesto, un “però” finale posso aggiungerlo anche io? Sì? Grazie!
Eccolo: PERO’ non è che l’oltraggio all’incolpevole e indifeso monumento sia la prova tangibile (della quale pure non se ne avvertiva soverchio bisogno) di quella “minorità” che è la causa prima della più parte delle sventure del Sud?

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Valentino Romano


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La battaglia del Volturno
https://www.pontelandolfonews.com/storia/le-battaglie/volturno/1888-2/