Il Terremoto di Cerreto del 5 Giugno 1688

ARTICOLO TRATTO DALLA RIVISTA “SAMNIUM” n.4 settembre-dicembre 1952-a cura del prof.Renato Rinaldi

pag. 172-173

samnium n.4 1952IL TERREMOTO DI CERRETO DEL 5 GIUGNO 1688
Memoria di una suora del Monastero delle Clarisse –

Impressionante è la cronistoria dei fenomeni sismici del Beneventano e del vicino Molíse, tanto per la frequenza quanto per la violenza di essi. Meritano speciale menzione quelli del 5 dicembre 1456 e del giugno 1688. Il primo mise a soqquadro non solo la regione beneventana e quella del Molise, ma perfino l’Aquilana e parte della Basilicata, e si propagò all’Umbria, alle Marche, alla Toscana e perfino alle Calabrie. Per quel che riguarda Cerreto va ricordata la nota manoscritta esistente su la carta di riguardo di un codice cartaceo del secolo XV di Guido di Monte Rocherii, scritta in caratteri del tempo, conservata nella Biblioteca universitaria di Pavia, e pubblicata nell’Archivio Storico – per le Province Napoletane: (Archivio Storico per la Pr. Nap, anno 1888, p. 782 ) « Cerretto tuto in terra e morti circha persone CCCC che poco più gli erano. Parimenti caduta Guardia e morte persone C; Le quali terre sopra scripte furono portate così per nome da uno messo che mandò il Duca di Milano Francesco Sfortia per avere notizia ferma e vera di esse ».
Il messo dello Sforza mandato a Napoli per condolersi col Re, fu Francesco da Cusano, e la nota ms. del codice pavese non è che un estratto della sua relazione (id., vol. cit).
Del parii terribile, se pure di minore estensione, fu quello del 5 giugno 1688 che danneggiò gravemente Benevento e tutta la regione beneventana e molti paesi del Molise. Di esso non mancano diffuse notizie (1).
Cerreto, totalmente distrutto, fu riedificato a piè del colle ove sorgeva dapprima. Col paese fu travolto il Monastero delle Clarisse, fondato nel 1369 da Francesca Sanframondi, e le suore furono raccolte nel monastero di Maddaloni donde ritornarono a Cerreto nel 1696 quando il nuovo monastero, del quale monsignor De Bellis aveva subito iniziato la costruzione, non era ancora completo.
La « Memoria ». che qui si pubblica, è, quasi certamente, copia di quella menzionata dal Rotondi nei suoi manoscritti (2) e che aveva per titolo “Memoria del tremoto, dimora delle Religiose in Maddaloni e lor ritorno nel nuovo Monastero, scritta da una delle 24 Religiose che sopravissero “.
L’originale è andato smarrito: certo, non ne ho trovato traccia nell’Archivio della Curia Vescovile dì Cerreto. Nel 1908 il sacerdote Alfredo Marchitto rinvenne in casa del sacerdote Matteo Gagliardi, questa copia, la quale concorda esattamente con i riferimenti che ne fa il Rotondi nei citati manoscritti, tranne una omissione, in fine, dove nell’originale ora disperso pare si accennasse al dolore provato dalle suore nell’entrare nel nuovo monastero così diverso dal primo.
 

VINCENZO MAZZACANE

(1) MAGNATI V., Notizie istoriche de’ terremoti, Napoli, Bulifon 1688. – Btn.rFON, Lettere memorabili, Napoli, 1688. PARRINO, Vera fedele e distintissima relazione di tutti i danni così delle fabbriche come delle persone per cagione dell’occorso terremoto- accaduto addì 5 giugno 1688 etc. Napoli, Cavallo Paragallo, Ragionamento intorno alla cagione dei terremotí, Napoli 1681 Pacichellia, Memorie; novelle etc. comprese in varie lettere, Napoli. Parrino, 1690. BONIT0, Terra tremante Napoli 1691. Rossi, Catalogo dei Vescovi di Telese, Napoli, 1827. PERRELLA, Memoria storica sul terremoto dal 5 giugno 1688, in L’Antico Sannio e l’attuale Provincia di Molise, Isernia, 1890. VARI, I terremoti di Benevento, Coop. Tip. Benevenyo, 1927. Per quanto specialmente riguarda Cerreto: MAZZACANE, Il terremoto del 5 giugno 1688 nella diocesi di Cerreto Cerreto, 1909, e in Memorie storiche di Cerreto, Biondi 1911,p. 193 e gli autori e i documenti ivi citati.
(2) ROTONDI NICOLA. Ragiionamento del Monastero di S. Maria Madre di Cristo di Cerreto, 1844: manoscritto della Curia Vescovile di Cerreto. ROTONDi N. Memorie storiche di Cerreto, 1875: Manoscritto dell’Archivio Comunale di Cerreto Sannita.