Il Generale Pinelli ordinò di bruciare tutti i paesi

IL GENERALE PINELLI METTE A FERRO E FUOCO LE CITTA’ DELCENTRO ITALIA-

La mattina del 12 gennaio del 1861 il generale Pinelli fece uscire 2000 piemontesi dalle caserme di Ascoli. La prima colonna comandata dal Maggiore Ficazzi; la seconda dal colonnello Pallavicini Priola, la terza dallo stesso Pinelli. Dovevano circondare i partigiani che pullulavano nel territorio della Valle Castellana, a quelli che operavano alla sinistra di detta Valle, e soprattutto quelle bande organizzate che operavano sul Tronto. Il Maggiore Ficazzi aveva ricevuto ordini precisi: saccheggio ed incendi, fucilazioni. Dovevano dare una lezione ai “Briganti” Si diresse verso Castel Trosino e arrivato a Santa Ruffina fece incendiare la casa parrocchiale.Di sicuro, Il Ficazzi, aveva ricevuto dettagliati ordini da Pinelli. Incendiare chiese e fucilare i preti. Poi, la colonna mobile del Ficarazzi, proseguendo il cammino fece stragi, compì stragi ed eccidi nefandi. Fucilando tutti gli abitanti che loro ritenevano partigiani, cioè briganti. Una ecatombe. Incendiarono i villaggi di Cesano, Cerqueto, Settecerri, Collegrato,Vignatico, Olmeto, Valzo, Latturo, Basto, Leofara, Macchia da Sole. Ovunque lasciarono macerie, distruzione, morte, corpi mutilati, cadaveri per le strade. Il giorno dopo bruciarono San Vito.
La seconda colonna, comandata dal colonnello Pallavicino Priola, non fu da meno. Salita sul monte di Rosara,cannoneggiò senza pietà con pezzi da montagna i paesi di Coperso, Talvacchia, Funti e Rosara, poi passati per le armi ed incendiati. La colonna di Pallavicini Priola, verso sera ,si diresse in aiuto di Pinelli, che sul ponte di Mozzano stava soccombendo contro i partigiani marchigiani, che, essendo guerriglieri, dopo aver dato una lezione al generale piemontese, fuggirono, come erano soliti fare. La seconda e terza colonna, al comando del generale Pinelli incendiarono i villaggi di Trozzano, di Colonna , Colloto e Cervara. I rastrellamenti erano l’imperativo delle colonne mobili, fucilando e massacrando cittadini inermi.
Torre Santa Lucia fu presa d’assalto da un’altra compagnia di bersaglieri, coperti dai cannoni Stenhops. Fu un massacro. Dopodichè, una volta entrati nel paese, i piumati piemontesi finirono la mattanza. Ermenegildo Novelli, ufficiale piemontese, nelle sue memorie scrisse, vantandosi, che camminando per le pericolose gole di quei monti, sentiva i briganti gridare : “ Fuite, fuite, c’è lu 39, ce lu 40. Il 39° e il 40° di linea bersaglieri. Ermenegildo Novelli, smentendo le statistiche sui briganti ammazzati scrisse :” …nella provincia di Teramo ci siamo fermati fino ai primi di maggio del 1861, perlustrando boscaglie, lottando briganti e facendone prigionieri parecchi, incutendo salutare paura nella parte trista di quei disgraziati paesi…molti briganti erano sconosciuti nei paesi dove venivano giustiziati. Nei primi tempi si prendevano, si giudicavano, si fucilavano, si seppellivano. Qui finiva tutto, e non solo per loro, ma anche per gli altri. Chi li conosceva? Chi sapeva delle loro scellerate azioni? Chi della triste e meritata fine loro? …nessuno…la terra copriva tutto”. Già, nessuno vedeva niente, nessuno osava scrivere niente. Cazzullo, Della Loggia, De Marco ed altri scrittorelli, dovrebbero consultare qualche archivio, o leggere le memorie di questi baldi assassini fatti passare per eroi dalle loro pubblicazioni.
Rimasto padrone del campo, Pinelli ordinò di bruciare tutti i paesi fino ad Acquasanta e di fucilare ogni persona sospetta. Lo erano tutti. Furono bruciati atri 10 paesi. In totale 36.
Nel 2011 il parlamento Tosco- padano instauratosi in Roma, ha fatto festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia. Hanno reso onore a Garibaldi a Marsala, a Pinelli nell’ascolano, a Quintini a Tagliacozzo, a Fumel,aCialdini,aFicazzi, a Pallavicini Priola e alle migliaia di ufficiali felloni che hanno massacrato l’Italia intera. Non solo al Sud. Il Presidente della repubblica Napolitano, dimentico che, dal 1943 al 1945, morirono 87 mila partigiani, dimentico che morirono migliaia di canadesi, di americani, di francesi, di australiani, di neozelandesi, di inglesi,di polacchi per liberare l’Italia dalla monarchia e dal fascismo, ha promulgato una legge suicida: Il 17 marzo come festa nazionale. Il 17 marzo del 1861nacque l’autonominatosi Regno D’Italia, mentre i partigiani marchigiani e quelli del Sud, chiamati Briganti, venivano massacrati a migliaia. Giovanni Paolo II ha chiesto scusa agli ebrei, a Galileo, ai musulmani per le crociate. Il Congresso degli stati Uniti ha chiesto scusa agli indiani per le stragi compiute dall’esercito americano nei loro confronti. La regina d’Inghilterra ha chiesto scusa agli indiani, agli irlandesi. Nel 2011 Napolitano doveva chiedere scusa a tutti gli italiani che hanno subito l’aggressione perpetrata da Casa Savoia. E’ stata una occasione perduta. Il Sud resiste ancora.
Vorremmo sapere se Ernesto Galli Della Loggia abbia mai visitato gli archivi di Via Lepanto a Roma. Pare di no. Sfogliando la Busta 27 del Comando della Divisione politica di Chieti,leggerebbe tra le carte che solo nella seconda metà del 1861, i piemontesi uccisero 217 briganti in combattimento e 201 fucilati. Di questi ultimi 141 ad opera del battaglione volontari della Guardia Nazionale e 373 arrestati. Senza contare i briganti uccisi o fucilati,Tanto, “Lì finiva tutto” Lì, nelle boscaglie. Come asserisce Ermenegildo Novelli nelle sue memorie. Nel Teramano, in una settimana fucilarono 526 contadini. L’Ascolano e il Teramano furono desertificate. E si era solo all’inizio.

ANTONIO CIANO