Giovedì, ore 21, alla Libreria del mare di Caprioli-Pisciotta, nel Cilento in provincia di Salerno.
Gigi Di Fiore introduce il bel libro di Lorenzo Marone “La tristezza ha il sonno leggero”
Il centro focale attorno a cui tutto ruota, nel nuovo libro di Lorenzo Marone, sono i personaggi, anzi, il personaggio. Il protagonista e io narrante dell’intera vicenda è Erri, un uomo sulla quarantina con “un nome non nome sul groppone”. Erri analizza, attraverso continui e velocissimi flashback, la sua intera esistenza, scegliendo di partire dal momento in cui, trentasette anni prima, la sua è diventata una famiglia allargata. E’ il tempo in cui, per lui, è cominciato il dolore, ed è il punto di partenza per riflettere sulla sua vita attuale. Ciò di cui l’autore vuole parlare non è la famiglia allargata, ma la famiglia, i rapporti tra i fratelli: le gelosie, l’affetto e l’invidia e i genitori che, volitivi e rigidi, a volte soffocano l’individualità dei figli, perché “a volte chi si preoccupa per te può fare molti più danni di chi a stento si accorge della tua presenza”. Quella raccontata è una famiglia come tante altre, che si riempie di personalità, a volte semplici comparse, a volte individui complessi, veri personaggi perché analizzati in profondità, intensi e vivi, che sfuggono a un’identificazione precisa e non rinunciano mai alla loro ambivalenza. Il protagonista è un maestro nell’arte di raccontarli, perché li conosce da tutta la vita e ne dà, con la sua voce, un ritratto disincantato e lapidario, ironico e coinvolgente. L’ironia domina ogni pagina, è per l’autore lo strumento principe utilizzato per affrontare una tematica difficile e profonda ed è, per l’io narrante, una corazza dietro la quale proteggersi. Il protagonista la sfrutta nel racconto e se ne serve nella vita, per mascherarsi dalla necessità di crescere, perché crescere significa scegliere. Ad abbracciare l’intera narrazione è infatti il tema della difficoltà delle scelte, dei desideri e della volontà. Quella volontà che, il narratore ne è convinto, è la famiglia a donarci, anche se talvolta inconsapevolmente, un’energia che è benzina per i sogni del nostro mondo interiore, quelli che salvano, quando la vita prende la strada sbagliata.
La famiglia è analizzata senza veli, non viene mai idealizzata e nel romanzo non c’è alcuno spazio per il protagonismo, ciò che invece viene crudamente descritto è il “non detto”, la borghese consuetudine a tacere, perché il castello di carte non crolli. Viene messa in scena la difficoltà di sentirsi, all’interno della famiglia, eternamente diverso, per il carattere o le ambizioni, perché il diverso viene estromesso e deve liberarsi per poter esprimere la propria individualità. Erri esprime un folle desiderio di emancipazione da un passato che l’ha fatto partire svantaggiato, nella vita, un passato da cui ci si libera con la rabbia e la speranza, un passato costruito attorno a due genitori che bloccano il figlio con il rigore e il controllo. E’ un personaggio ambiguo, incapace di prendere la vita di petto, incapace di scivolare con grazia nell’età adulta, sembra entrare faticosamente, di sbieco, nella sua stessa storia, tergiversando auto-distruttivamente su ogni questione importante, ma consapevole, ugualmente, che se non scegli spesso è la vita che sceglie per te. Lorenzo Marone dipinge magistralmente la complessità di ogni storia umana e la trasporta nelle pagine del suo libro, dove nessuna questione è scontata, dove si analizzano sempre tutti i lati, le sfaccettature di una vicenda. E’ un libro nel quale brillantemente il punto di vista del narratore sviscera fino in fondo il tema trattato, donando al lettore una nuova prospettiva; così l’amore materno di cui un bambino si appaga si trasforma in una pesante zavorra per l’adulto che lo ricorda.