LA “FESTA DI SAN NICOLA” a Fragneto Monforte (BN)
PAROLE E SUONI DELLA FESTA LA MUTUALITA’ DEVOZIONALE
…..puoi sognare lunghe processioni,
balli all’aperto in costume,
dignitari di confraternite che
raccolgono l’offerta di grano e di vino,
cortei di gente in costume che s’avvia
con asini e cavalli alla macina, o alla
distribuzione dei doni in onore di San Nicola:
il vino, l’olio, le panelle, le braciole di maiale….
DOMENICA ZANIN
nella introduzione alla guida storico – turistica di Fragneto Monforte, 2^ Edizione, 1994
1. ALLE ORIGINI
SINTESI STORICA 1
L’antichità e le particolari caratteristiche della festa di San Nicola a Fragneto Monforte ancora conservano, in maniera indelebile, tutto il loro fascino.
Le tradizioni che si tramandano, i valori religiosi e sociali che si rinsaldano, il coinvolgimento di una intera comunità che diviene carico di motivazioni, rappresentano elementi peculiari che si sono perpetrati nei secoli, sino ai giorni nostri, non privi anche di segnali contrastanti, nell’espletamento delle funzioni e delle mansioni che, per tutto l’arco dell’anno, l’economo, il cosiddetto “mastro di festa”, deve svolgere, nella sua piena disponibilità e sincerità devozionale.
*** *** ***
Gli elementi di devozione millenaria al santo di Bari a Fragneto Monforte in particolare, e più in generale nella provincia beneventana, prendono origine, come ci indicano le fonti storiche, sin dall’ottavo/nono secolo.
Ed anche nella tradizione fragnetana, relativamente alle esperienze di vita dei devoti e quindi riguardo ai miracoli ed alla fama di grande taumaturgo, si vanno ad esplicare le osservazioni che gli agiografi moderni ripropongono sulla figura di San Nicola per quanto attiene i notevoli contrasti tra la sua popolarità sin dai secoli VII/IX, e le notizie realistiche sulla sue vicende di vita terrena, quale vescovo di Myra.
Nota 1 – si confronti la monografia “La Festa di San Nicola a Fragneto Monforte” (1993) – nino capobianco et al..
I semplici e brevi episodi tra realtà e leggenda, nell’immaginario popolare, esposti in successione nel presente lavoro vogliono rappresentare questa fenomenologia e nel contempo offrire testimonianza di fede e devozione, da parte del popolo fragnetano, al Santo di Bari, nella più concreta forma di mutualità devozionale
* * * * * * * * *
La tradizione attuale della festa rimanda i riferimenti storici ai secoli XVII / XVIII.
Era tradizione a Fragneto Monforte assegnare la festa al capo di famiglia povera e bisognosa o che una cattiva annata aveva privato la stessa famiglia dei beni alimentari primari.
Ecco quindi intervenire la comunità in aiuto attraverso la formula della “festa”, che anno dopo anno, si è andata consolidando, assumendo i tratti odierni. Ritengo che storici ed archivisti abbiano la possibilità, tra le pieghe della storia locale, di riuscire ad individuare ulteriori dati precedenti al 1874, come anche a stabilire con buona attendibilità le modalità, le incombenze e gli atti devozionali della festa di San Nicola, nei decenni precedenti e nei secoli XVII e XVIII.
Nelle attuali ricerche è stato possibile risalire sino all’anno 1849, per quanto attiene i nominativi dei mastri di festa che si sono succeduti nel tempo.
Ma il compianto don Nicola Santillo, parroco a Fragneto M. negli anni ‘90, nella sua interessante opera “Vivevamo così” (1996- ed. propria) , afferma: “Si possono trovare i nomi dei vari Economi eletti, dal 1710, in base ai resoconti che annualmente presentavano, sulla gestione effettuata nei vari anni”. “Certo è che a Fragneto Monforte l’analisi storica e cronologia sul suo Santo protettore non poteva mancare e certo ve n’erano di più antiche, poiché millenaria è la devozione del popolo fragnetano per il potente Taumaturgo.
(Prof. Maurilio Sorda – Cap. 1 – Agiografia – dal testo “La festa di San Nicola” a Fragneto M. – Nino Capobianco et Al. 1993).
Lo attestano: una confraternita sotto il titolo di San Nicola, rifondata nel sec. XVII, su una più antica del medesimo nome centenario; la tradizione del pellegrinaggio compiuto a Bari e la chiesa rettorale dedicata al Santo già nel secolo XII.
Del resto la venerazione del vescovo di Myra a Benevento era molto antica, prima del mille; non dipendente da Bari, anzi in antagonismo.
Adventus Sancti Njcolai in Beneventum (Tesi discussa da Maurilio Sorda – Ist. Scienze religiose – Benevento, 1989).
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Va sottolineato come l’insieme delle molteplici tradizionali funzioni si siano andate sviluppando per l’intero periodo dell’anno in maniera sempre più marcata, secolo dopo secolo, ove la disponibilità e la solidarietà, in quanto valori primari, hanno raggiunto gradienti elevati.
La Festa potrebbe rappresentare il solito luogo comune, in cui religione e folklore si integrano, inevitabilmente, nel nostro meridione d’Italia, ma nella sua stessa evoluzione, l’impegno religioso di ogni fragnetano va al di là del folklore e della stessa tradizione.
Proprio perché sussiste la devozione verso San Nicola, implicitamente vengono rinnovate le tradizioni più antiche di Fragneto Monforte.
2. PRINCIPALI EVENTI ORGANIZZATIVI DELLA FESTA 2
Il 6 Dicembre si svolge la rituale festa del protettore di Fragneto Monforte, San Nicola.
Il primo Gennaio di ogni anno, i confratelli della Santissima Croce, cui è demandata la gestione della tradizionale festa, presieduti dal parroco e dalle dignità (il priore, il primo assistente, il secondo assistente e il cassiere) si riuniscono in assemblea.
Dopo aver ricevuto il resoconto e le consegne dall’economo di festa uscente, ascoltata la santa messa alla presenza dell’antico quadro, il priore e il parroco, formulano gli auguri di buon anno ai confratelli e aprono la seduta per la nomina del nuovo economo di festa.
L’incarico si ottiene secondo le norme statutarie, varie volte aggiornate, facendo pervenire al priore una domanda, inviata raccomandata non oltre il 10 di Dicembre.
Il parroco, la Notte di Natale, durante la Messa di mezzanotte, pubblicherà i nominativi degli aspiranti.
Si precisa che per ottenere la festa, bisogna essere confratello, sposato, di buona morale, cattolico praticante, di età non inferiore ai 30 anni e con almeno 5 anni di iscrizione.
L’antico quadro è costituito da una tela su cui è stata dipinta ad olio l’immagine di San Nicola.
Intorno all’immagine è appeso l’oro donato nei secoli dai devoti, il tutto è custodito in una cornice di legno, e ulteriormente in una grossa teca in ferro e vetro infrangibile.
Nota 2 – si confronti la monografia “Le immagini della memoria- la Festa di San Nicola a Fragneto Monforte” (2004) – nino capobianco- giuseppe molinara.
2.1 CALENDARIO DELLA FESTA DI SAN NICOLA
La festa di San Nicola è una festa che dura tutto l’anno, e cioè dal 1° di Gennaio al 31 di Dicembre.
Viene riportato il Quadro sintetico degli eventi, delle attività nell’anno e delle maggiori incombenze.
• 1 Gennaio – assegnazione della festa. In processione, il quadro raggiunge la casa del nuovo economo. La popolazione partecipa alla festa in casa del nuovo economo, consumando pane con alici e formaggio.
• 2 Gennaio – da questo giorno l’economo raccoglierà per i frantoi fragnetani e zone limitrofe l’olio che servirà alla cucina di San Nicola e per la lampada votiva posta dinanzi al quadro.
• 1^ Domenica di Gennaio – l’economo gira per le case con la famosa PIGNATA, e così sarà per ogni prima domenica del mese subentrante, per raccogliere l’olio che serve a mantenere viva la lampada.
• Fine Gennaio o tra Febbraio/Marzo – raccolta delle fascine. Si organizza una squadra di circa 25 persone per raccogliere le ceppe che serviranno a novembre nei forni per la preparazione delle famose panelle di San Nicola. Una domenica precedente il periodo quaresimale – avviene la conta dell’oro. Alla presenza delle autorità della Confraternita, si verbalizzano e si catalogano i regali in oro donati a San Nicola nell’anno precedente. Dopo le formalità di rito, l’economo offre a circa 150 invitati, un lauto pranzo.
• 1° Maggio – La commissione, per la festa della Madonna della Purità, con a capo il mastro di festa di San Nicola, gira il paese.
• 8/9 Maggio – San Nicola di Maggio – Una ventina di ammassatrici preparano e distribuiscono nel paese la pasta (krisc’t ‘e Santunikòla).
• Ultima domenica di Maggio – Festa della Madonna della Purità. L’economo, agli inizi del mese, con una commissione specifica, fa il giro del paese per la questua di tale festività.
• Giugno / Ottobre -La festa di san Nicola entra nel vivo ed inizia, da parte dell’economo, la raccolta dei prodotti nei campi: grano, vino, olio, offerte varie, etc.. L’economo, con i collaboratori zonali, visita le famiglie in campagna che offrono grano per la festa; nel mentre egli offre loro sigarette per i grandi e caramelle per i bambini.
• Mese di Agosto – l’economo offre il pranzo agli emigranti. Già dalla fine del mese vengono raccolti nelle campagne i pomodori per la preparazione della salsa, utilissima pe le future tavolate.
• 1° Novembre – L’economo, con la commissione, raccoglie per il paese le offerte (simbolicamente: quintale, tomolo, mezzetto, elemosina…).
• 22 Novembre – preparazione alla macina ed alla “ tavola di San Nicola “.
• 25 Novembre – macina di San Nicola (festa di Santa Caterina). Dopo la tradizionale benedizione in chiesa, si trasportano al mulino circa 60 quintali di grano.
• 26 Novembre – Si torna con la farina e viene offerta una cena a tutti gli agricoltori (tavola dei massari).
• 27 Novembre – tradizionale “Tavola di San Nicola“. Vi partecipano in media 600/700 persone!
• 28 Novembre / 4 Dicembre e oltre – ammasso delle panelle, con metodi tradizionali. Vi prendono parte circa 20 ammassatrici. Si cominciano a preparare le razioni di carne di maiale e di vitella ed il vino.
• 5 Dicembre – San Nicola va per la Terra (Santunikola và p’ la tèrra).
• 6 Dicembre – ricorrenza liturgica della Festività di San Nicola da Bari – processione e tavola dei poveri.
• 8 Dicembre – distribuzione delle “panelluzze di San Francesco”.
• 9/30 Dicembre – distribuzione della devozione per le campagne e i paesi limitrofi coinvolti.
• 26/31 Dicembre – offerta del pranzo agli emigranti presenti a Fragneto per Natale. Celebrazione serale di una S. Messa per gli emigranti.
• 31 Dicembre – riconsegna del Quadro in processione – Te Deum in Chiesa – fuochi pirotecnici.
I racconti nella tradizione popolare della Festa di San Nicola Episodi tra realtà e leggenda
Gli anziani, come si sa, nel tramandare le loro esperienze di vita, si sono sempre affidati ai racconti orali. Né potevano mancare nella tradizione popolare e religiosa della Festa di San Nicola, episodi tra la realtà e la leggenda. Ne riporto alcuni, con l’intento di rivisitare devozioni popolari ed esperienze che la tradizione non farà mai tramontare.
RACCONTO 1
Il mastro di festa bisognoso
Raccontano i nostri anziani che un anno, il mastro di festa pro-tempore aveva potuto raccogliere ben poco per l’annata ingenerosa dovuta al clima stagionale inclemente.
Si apprestavano intanto, a fine di Novembre, delle incombenze per espletare la festa, dovendo comprare i maiali, da cui la carne per la devozione da offrire a tutte le famiglie fragnetane il 5 di Dicembre, quando, come si dice in gergo, Santu Nikola và p’ La Terra. Non aveva i soldi per acquistare gli animali!
E stava lì, giorno dopo giorno, oramai dormiva poco, a individuare una soluzione soddisfacente per il suo buon nome e per la stessa collettività in attesa… Ma una notte… qualcuno bussò alla porta e gli disse…: “vai a chiudere i maiali…”.
“Ma quali maiali”, pensò tra sé il mastro di festa, se qui non ho avuto occasione di comprare ancora niente…!
Comunque uscì in strada incuriosito e vide poco lontano alcuni maiali che gironzolavano in piena notte, nel vicoletto…Il mastro allora capì l’evento… e con le lacrime agli occhi, il cuore pieno di gioia, radunò gli animali e li condusse nell’angusta e piccola stalla.
L’intervento di San Nicola aveva risanato il deficit e ricompensato il servizio devoto che nell’anno egli aveva comunque espletato!
3. I VALORI SOCIALI
I momenti salienti di vita comunitaria nelle varie funzioni possono essere intravisti particolarmente durante la macina, nel periodo ininterrotto dell’ammasso delle panelle di San Nicola, ultima settimana di Novembre e prima decade di Dicembre, durante le cene quotidiane tra i collaboratori, per finire alla raccolta delle fascine nei mesi di Febbraio/Marzo, necessarie per le infornate di Novembre.
In definitiva potremo annoverare, giorno per giorno, i momenti particolarmente “socializzanti”, in cui i compaesani impegnati nelle varie mansioni della festa, si scambiano opinioni, esperienze, sviluppano ipotesi per migliorare le strutture della stessa festa e così via.
Sono momenti di aggregazione importante che alimentano la solidarietà, in cui nascono nuove amicizie e si consolidano quelle vecchie.
Durante la preparazione delle panelle, che vengono ammassate notte e giorno ininterrottamente per più di quindi giorni, è tradizionale il detto, ma anche una constatazione, del nascere di nuovi amori tra le giovani ammassatrici: San Nicola ha portato un nuovo fidanzamento.
Possiamo affermare che, pur non essendo presente alle attività della festa, ogni fragnetano, giorno per giorno, mese dopo mese, quasi a livello subliminale, avverte la “Festa“ e la vive come se fosse quotidianamente presente alle varie funzioni.
Come le vecchiette e le donne del quartiere che ogni giorno recitano il S. Rosario dinanzi al quadro, nella casa del mastro di festa.
Assolutamente la festa non è una semplice occasione di tavole imbandite, ma occasione di incontro e di solidarietà; di risposte umane ai riferimenti della simbologia stessa della festa che va molto al di là del semplice desinare.
Raccogliere dal popolo per offrire nuovamente ad esso i beni primari è la più alta funzione che un cristiano, anche alla luce del Vaticano II, può assolvere nella sua vita terrena.
Ecco quindi intervenire la comunità in aiuto, attraverso la formula della festa, che anno dopo anno, in una efficace mutualità devozionale, si è andata consolidando, assumendo i tratti odierni.
In definitiva, alla ricerca di una connessione, la festa fragnetana, allorquando San Nicola dona, a ciascuna famiglia, la carne e le panelle, sembra riferirsi ad episodi di vita del santo patrono relativamente a quanto citato in “Navi Granarie”, intrecciato sul motivo della carità e rispecchiato nell’episodio delle tre figliuole.
Sottolinea il Sorda nel primo capitolo della monografia “La Festa di San Nicola a Fragneto M.” (1993): “…infatti la simbologia del pane esprime senz’altro l’idea della partecipazione alla beatitudine in relazione a Cristo, testimoniato da San Nicola nel suo amore di carità, ma è unita una sua valenza più terrena dalla liberazione della fame che opprime il popolo durante la carestia o il povero, essendo il pane il bene per eccellenza.
Salvezza dell’anima insieme a quella del corpo sono indissolubilmente unite per il devoto che mangia, con venerazione verso il Santo, “la panella”, segnandosi e recitando una breve preghiera secondo l’antica tradizione”.
I RACCONTI NELLA TRADIZIONE POPOLARE DELLA FESTA DI SAN NICOLA
RACCONTO 2
Episodi tra realtà e leggenda
IL MIRACOLO DELLA FARINA
Nell’anno del terremoto del 1962, e molti stanno ancora oggi a testimoniarlo, allorquando si portò il grano alla macina, il giorno di santa Caterina, e come ogni anno vennero macinati i soliti 25/30 quintali di grano, per la produzione delle panelle di San Nicola, a notte fonda, il mulino continuò a macinare farina, pur senza immettere grano che era già stato ampiamente consumato.
San Nicola, ancora una volta, per sua intercessione, impegnò la Divina Provvidenza a lenire le sofferenze e a procacciare il bene alimentare primario, in un momento difficile per l’intera comunità…!
4. MOMENTI SIGNIFICATIVI
4.1 IL MASTRO GIRA CON LA PIGNATA
La prima domenica di ogni mese, il mastro di festa girerà per tutte le famiglie, con la pignata , per la raccolta dell’olio che serve a mantenere viva la lampada situata davanti al quadro, nella propria casa.
Si presenta alla famiglia e saluta dicendo: “San Nicola”.
4.2 LA CONTA DELL’ORO (una domenica di Marzo)
Il Mastro di festa organizza la giornata della “conta dell’oro” con le autorità della Confraternita della SS. Croce. Si verbalizzano e si catalogano i regali in oro donati a San Nicola durante l’anno precedente.
4.3 RACCOLTA DEL GRANO
La festa di San Nicola entra nel vivo ed inizia, da parte dell’economo, la raccolta dei prodotti dei campi.
Ovunque vi sarà una trebbiatrice l’economo andrà ad augurare un buon raccolto, portando in dono sigarette agli adulti e caramelle ai bambini. In cambio riceverà grano, granturco, fagioli, ceci ed altri prodotti della terra.
Raggiungerà anche i paesi limitrofi, sino a visitare le famiglie fragnetane trasferitesi, durante la 2^ guerra mondiale, negli anni ‘40, nelle campagne di alcuni centri del vicino Molise. In particolare: Ururi, Larino, Campomarino, Termoli, S. Martino in Pensilis.
il grano raccolto viene depositato per la vendita successiva
4.4 LA TAVOLA DI SAN NICOLA (fine Novembre)
Questa è una cena a cui prendono parte tutti i capifamiglia di Fragneto e quant’altri di località vicine, invitati dall’economo. Si calcola in media la presenza di circa 600 persone.
Alla fine della cena l’economo ringrazierà tutti per la partecipazione e raccoglierà le offerte girando per le tavole con un vassoio.
Finita la cena, in onesta allegria, entrano in funzione organetti e fisarmoniche che intratterranno, coinvolgendo tutti in balli e canti, sino a tarda notte.
“ALLA CENA DI SAN NICOLA”
Sedetti alla tua mensa anch’io, o Santo,
e gustai del tuo pane e del tuo vino,.
Ma chi il senso del tuo spirito divino
Colse ad esaltarlo levò il canto?
Cassa e ricchezze abbandonasti al vanto
delle pietosa voce del meschino,
cui, nello stento andar del suo cammino,
forza infondesti e lenimento al pianto.
E quanto la virtù che spinge ad atto
Ch’altrui solleva da misero stato
Stia su la fama dell’estro dè poeti
E la mano al soccorso pronto acqueti
Più ch’iroso rotear di braccio armato,
l’esempio tuo la prova ha soddisfatto.
Versi di Pasquale Fusco (da un volumetto dattiloscritto, datato 1946)
4.5 CORTEO DEL 5 DICEMBRE
Consegna della devozione a tutte le famiglie del paese. E’ il momento centrale della festa nella mutualità devozionale Si raggiunge la Chiesa Madre per la benedizione delle offerte alimentari, da consegnare a tutte le famiglie, In testa al corteo la banda musicale, le zampogne, le ragazze con i cesti, in costume tradizionale: in media in quel giorno collaborano un centinaio di persone. E’ questa la circostanza in cui il mastro di festa ridona ad ogni famiglia, quale momento di grande devozionalità, quanto è stato offerto dalla popolazione nel periodo della raccolta.
Descrizione spettanze
• Quintale – 6 piatti: 2 arrosti, 2 fettine, 2 lardi, panelle
• Tomolo – 4 piatti: 1 arrosto, 1 fettina, 2 lardi
• Mezzeto – 3 piatti: 1 fettina, 1 lardo, 1 pancetta
• Quarto – 2 piatti: 1 fettina, 1 lardo
• Devozione – 1 piatto: 1 fettina
• ed ancora, a tutte le famiglie: circa 1 litro di vino, un congruo numero di panelle di San Nicola
4.6 PROCESSIONE DEL 6 DICEMBRE
(ricorrenza festiva di San Nicola nell’anno liturgico) Durante la processione, ci si ferma dinanzi “la Casa di San Nicola”, che è poi la casa del mastro di festa, che ospita l’antico quadro di San Nicola; nella strada prospiciente è stata allestita una semplice tavolata: la tavola dei poveri. Vi siederanno 12 persone, più il parroco, a simboleggiare, tra l’altro, l’ultima cena. La dinamica simboleggia come il bisogno primario del cibo viene preservato da San Nicola attraverso la casa del mastro di festa e le incombenze che questi espleterà nell’anno. . .
5. ULTERIORI TRADIZIONI COLLEGATE ALLA FESTA DI SAN NICOLA
5.1 SAN NICOLA AD ADELAIDE
San Nicola viene festeggiato anche dagli emigranti fragnetani in Sud Australia, nella città di Adelaide. Nel trasferirsi in Australia (anni 1940/1960), molte famiglie portarono con sé la fede e la devozione del santo Patrono San Nicola. Nel 1968 un gruppo di persone più infervorate, si impegnarono alla istituzione della tradizionale festa di San Nicola, in quella città, coadiuvati da molti altri compaesani e sanniti colà emigrati. Il quadro del Santo è ospitato presso la chiesa di San Francesco d’Assisi a Newton. La Festa viene celebrata la prima domenica di dicembre, con un vasto programma religioso e ricreativo, che comprende anche la “tavola di San Nicola”, dopo la tradizionale processione. Molte funzioni si svolgono durante l’anno, in sale private, dove amici e paesani si incontrano in un’atmosfera tradizionale. Questi momenti rappresentano forti stimoli di mutualità devozionale, ove la solidarietà e l’amicizia sostengono le necessità di ognuno.
5.1.1 FIGLI DI EMIGRANTI
Testo di Carmelo Corbo – Musica di Armando Masone e Antonio Piccirillo Emigrati in Australia – Adelaide
Canto presentato in occasione della visita scambio culturale del gruppo folk San Nicola di Adelaide S.A. composto da giovani di terza generazione, figli di emigranti, e il gruppo folk La Takkarata di Fragneto Manforte – 3/18 Agosto 2003
1) Dall’Australia siamo partiti
e in Italia siamo arrivati,
nel cuore una gioia infinita,
musica abbiamo portato
Rit. Italia, Italia Bella
tu risplendi come una stella lassù (bis)
tornata la pace, finita la guerra
e la miseria oramai non c’è più (bis)
2) I nostri genitori
dal paese dovetter partire
in cerca di un futuro migliore
e per darci un buon avvenire
Rit. Italia, Italia bella…
3) Siamo figli di emigranti,
siamo giovani e pieni di ardore
viviamo tanto lontano
ma portiamo l’Italia nel cuore
Rit. Italia, Italia bella…
5.2 IL DRAMMA SACRO SAN NICOLA
Tradizione di teatro religioso – popolare molto sentito a Fragneto Monforte. Viene rappresentato periodicamente e vi si cimentano artisti paesani amanti del teatro. Scritto dal parroco G. Battista Mastrogiacomo, fragnetano, intorno al 1887. Si compone di tre atti e un prologo. (FOTO n° 7 didascalia;) scene dal dramma sacro.
S. NICOLA:
Onnipotente… Creatore altissimo
al cui cospetto l’abisso spaventa, eccomi
a Te prostrato vile polvere ed abbietta
cenere e confessando il Tuo potere
la misericordia imploro.
Signor pietà di un misero peccatore.
Ricordo, Signor, ricordo i sospiri,
la lancia, i chiodi, ricordo la morte atroce
gli spasimi della Madre quando appeso
in croce lo spirito per me rendevi al Padre.
Mio Dio! Ti credo, Ti amo, mille non già una vita per tutto donar a te,
bontà infinita….
ANGELO
Nicola, Nicola di Dio servo fedele
Ministro fedel dei santi altari,
io della Trinità Santissima, espressamente
a te mandato sono dell’Altissimo la voce,
il celeste comando.
Qui in Patara, tuo natale suolo, in questa
casa un gentiluomo dimora.
Padre infelice di due nubili figliuole.
Se povero è, non l’è per colpa sua.
Dispose così Iddio per esaltare
anche in terra i figli suoi.
Vedendosi degli anni e povertà oppresso
disperando, pria di morir, legar le figliuole
da eterno sacro nodo al cimento
espose il di lor candore…
Dramma sacro San Nicola di G.Battista Mastrogiacomo (1888) – Atto II, scena quinta – (l’aiuto alle tre sorelle)
5.3 LA BALLATA DI SANTUNIKULAI
Coreografia ideata ed inserita nel vasto repertorio del gruppo folk La Takkarata, intorno agli 1985/1988.
Prende spunto dalle tradizioni della festa di san Nicola e rispecchia fedelmente le mansioni e le usanze del 5 dicembre, quando “San Nicola va per la Terra”, come si dice in gergo fragnetano.
Gli originali motivi musicali e i canti si possono ascoltare nel CD (1999) del citato gruppo folk.
Questa rappresentazione, nel contesto folklorico e di performance, è utile alle nuove generazioni a rinsaldare i vecchi valori, oltre che rendere più simpatico un momento ricreativo.
5.3.1 Introduzione alla BALLATA DI SANTUNIKULAI
Il cinque di Dicembre d’ogni anno
è festa grande a gliu paes’ miu….
è ‘na festa antica, shfizziosa assai
è la vigilia di Santunikulai.
E San Nicola va p’ la Tèrra:
gliu mastru d’ fèsta
ku tutta la kumpagnia
gira kasa p’ kasa
a purtà l’ panèlle d’ Santunikòla;
nu piézz’ d’ lard’ e ‘na bistekka
sì kom’ è stata fatta l’offerta d’ la famiglia,
karn’ d’ maial’ e d’ vitèlla….
Dopp’ ‘u ruoss’ d’ la kumpagnia
arriv’appri‚ss’ ‘u varril’ ku lu vin’ e ku l’uogl’,
la visazza k’arr’k•gl’ cicir’ ‚ fasùli,
‘a borsa p’l’offèrt’e la pignata…
L’ panèlle so stat’ammassate
da giovani ‚ belle ammassatrici
p’ tanti e tanti juorni…
S’ttanta quintali d’ farina c’ vuonn’
p’ tutt’ k‚ll’ panèlle…!
(testo di nino capobianco) ( FOTO n° 8 didascalia:) Il gruppo La Takkarata nella ballata di santunikulai
5.3.2 SANTUNIKULAI VA’ P’ LA TERRA
Canto inserito nel repertorio del gruppo La Takkarata, nella Ballata di Santunikùlài
I PARTE
1
Késte bŠll’ammassatrici
s’ pr’pàr’n’ammàssà,
vìdi tu ku quanta gioia
s’ pr’pàr’n’ammàssà
2
Piglia piglia piglia gliu salu
piglia piglia piglia gliu krishcitu
piglia piglia l’acqua shkaudata
piglia gliu shcioru kiù prelibatu.
Ritornello
Ammassa, ammassa, ohi né,
ammassa, ammassa, ohi nà (bis)
ohi n‚, ohi nà, ohi né, ohi nà! (bis)
3
ammassa, ammassa ohi né,
ammassa e nun ‘sushpirà
ka nu begliu giuvanòttu
già à decis’ é t’ shpusà
Ohi né, ohi nà ohi né, ohi nà 1 (bis)
4
E vvùi bèll’ammassatrici
nu’v’avìta shkunfidà
prima o poi gliu damèrinu
a kàpa ciék’adda kalà
Ohi né ohi nà ohi né, ohi nà! (bis)
5
Giuvinò nun fàcìt’i shkuntrusi
nu l’ facìti kiù ashp’ttà
Tòzzula, tòzzula, tòzzula llà ! (bis)
tòzzùla llà, tòzzùa llà!
ohi né, ohi nà ohi né, ohi nà! (bis)
II PARTE
6
Tozzul’à pòrta, o ammassatrice
bella d’ kor’, bella d’ kor’
ku l’ panéll’ d’ Santunikola, Santunikola, Santunikola…
Santunikòla b’n’ditt’ porta l’amor’ a tutti gli zziti,
pòrta gliu shposu a l’ bèll’ figliole
evviva, evviva Santunikòla, oola…
III PARTE
Santunikòla p’ la tèrra jéva,
e ogni famiglia gli’akkugliéva…
E ku buonnì e ku buonnà.
e Santunikòla p’ ciént’anni…
Santunikòla in kumpagnìa
a nnui la ràzzia c’ farrìa
5.4 FESTA MADONNA DELLA SS. MA PURITÀ
La tradizione vuole che questa festa sia allestita dallo stesso economo della festa di San Nicola, l’ultima domenica di maggio.
E’ un’incombenza che egli deve assolvere, su mandato della Confraternita della SS. Croce, al fine di mantenere viva questa devozione alla Madonna.
I riferimenti storici ci indicano che la statua, conservata anticamente presso la chiesa della SS. ma Croce, nell’antico centro storico di Fragneto, proviene da una cappella rurale, sita in contrada Monterone, ora non più esistente, dedicata “alla Madre Santissima e al santo profeta Samuele”.
riferimenti del reverendo G.B. Mastrogiacomo e V. Cecere – si confronti un articolo di Nino Capobianco su Farnetum 3, Giugno 1988 – pagg. 24/25).
5.5 ULTERIORI CORRELAZIONI
5.5.1 Le zampogne.
Sono presenti in tutte le manifestazioni del calendario.
Gli zampognari, così come la banda musicale, venivano chiamati dalla vicina Pietrelcina, e a volte accompagnavano, nella notte, i mastri delle mautunate.
5.5.2 Le Mautunate.
Le mautunate erano espletate da “esperti maestri del lazzo e dei frizzi”, nella notte tra il 5 ed il 6 di Dicembre.
Le mautunate fragnetane nicolaite non sono altro che un’esemplificazione di lazzi spontanei, in rima, che coinvolgono ad una ad una tutte le famiglie e le autorità locali.
La notte del 5 Dicembre era anche l’occasione per esternare piccoli sfoghi personali, reclamare apertamente una lamentela, esporre richieste e chiarimenti alle autorità e alle persone più in vista del paese.
5.5.2.1 Ne presento alcune significative.
Ogni mautunata si chiudeva sempre col ku buonnì e ku buonnà e santunikola p’ cient’anni!
1
Facim’ ‘na mautunata a sta famiglia
k’ santunicola c’ portass’ kunsigliu
e ku buonnì e ku buonnà
santunikola p’ cient’anni!
2
Facim’ ‘na mautunata
a zì Giuannina sett’cchiese…
dic’ cchiù rusarii essa dint’ a nu juorn
ke ‘u pap’ dint’ a nu més’
e ku buonnì e ku buonnà
santunikola p’ cient’anni!
3
‘na mautunata facìm’
‘a gliu sinn’k’ ‘è stu paes’
a dic’ ‘a verità, nun sembra ‘na cosa vèra
passa cchiù tiémp’a gliu kumun’
ke a la kasa ku la muglièra!
e ku buonnì e ku buonnà
santunikola p’ cient’anni!
4
Facim’ ‘na mautunata al signor duka
‘u popul’ ku iss’ sta adirat’, quasi iesc’ pazz’
p’kké nu piglia a via è arapì stu palazz’
‘a shp’ranza c’ sta,
ma nun c’ kréd’ cchiù nishciun’
p’ mmò l’ p’rtòs’ l’ann’ okkupàt’ i picciùni!
e ku buonnì e ku buonnà
santunikola p’ cient’anni!
CONCLUSIONI
In definitiva, la Festa non è una semplice occasione di tavole imbandite ma occasione di incontro e di solidarietà, di risposte umane ai riferimenti della simbologia stessa della festa, che va molto al di là del semplice desinare.
Raccogliere dal popolo, per offrire nuovamente ad esso i beni primari, è la più alta funzione che un cristiano, anche alla luce del Vaticano II, può assolvere nella sua vita terrena, nell’ambito della propria comunità…
(Ad Gentes: 12,2 e 22,1).
La festa è una sintonia di intenti e di devozione religiosa che percorre le emozioni di ogni fragnetano, giovane ed anziano, che attraversa anche gli oceani, per coloro che la dura realtà economica degli inizi e della metà secolo scorso ha costretto ad emigrare in Sud Australia e in America, come anche nel nord Europa.
La festa resta uno stimolo alla fede, alla conservazione dei valori che gli avi hanno saputo tramandare, un nucleo storico attivante, ove si esplicano la solidarietà e l’amicizia. Ove la comunità fragnetana vive momenti di alta devozione e si esercita, come in una fucina e segno dei tempi, alla osservanza della indispensabile mutualità.
In definitiva, la tradizionale Festa di San Nicola a Fragneto Monforte, nella nostra epoca moderna, ove spesso i valori della tradizione vengono meno sotto l’influsso del consumismo, rappresenta una vera e propria formula di mutualità devozionale.
Nino Capobianco
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