Eugenio De Simone “ATTERRITE QUESTE POPOLAZIONI”

ANTONIO CIANO – Vorrei sapere chi ha nominato la Santissima Odigitria Patrona delle Milizie e dei barsaglieri . . Nel 1800 hanno massacrato decine di paesi, li hanno incendiati, fiucilato coloro che vi abitavano. Niente a che vedere con i bersaglieri di oggi , si intende. Ricordiamo quelli del generale Angioni mandati in Libano a pacificare quella nazione.Chi deve chiedere scusa per i crimini commessi? I politici o i capi militari ?? Pontelandolfo e Casalduni non sono gli unici paesi eccidiati.Vi invitiamo a leggere il libro di Eugenioe Simone “ATTERRITE QUESTE POPOLAZIONI”.

Il 2 giugno, pochi giorni il rapimento di Alessandro De Rosis, Milon scrisse al generale Sacchi. Gli riferì che grazie alla repressione violenta , si erano presentati al capitano Pagliaio del 10° Bersaglieri, i componenti la banda di Domenico Graziano, alias Turco perché stanchi della continua persecuzione, stanchi di non poter dormire la notte a causa della paura di essere scoperti e fucilati, o incarcerati. Nella lettera di riferimento Milon confessò al suo generale di non osservare la legge, di assassinare i briganti per tentata fuga, istigandoli a fuggire:”…le uccisioni di alcuni individui nelle mani della truppa nelle operazioni che si fanno contro i briganti e che tentarono di opporre resistenza e di fuggire dalle mani della forza. ..a questo proposito, debbo confidarle che qualcuna di queste fughe fu agevolata dalla truppa per ottonere il risultato, di atterrire le popolazioni. …il Generale Pallavicini, si regola appunto in questa maniera.” Molti furono i briganti come Majo Luigi Catalano e la sua banda, arrestati e poi, fucilati per<< tentata fuga>> ( Eugenio De Simone, Atterrite queste popolazioni, Editoriale progetto 2000, Cosenza, 1994, pag. 25)

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ATTERRITE QUESTE POPOLAZIONI. La repressione del brigantaggio nel carteggio privato Sacchi – Milon (1868- 1970) – Eugenio De Simone
Sottotitolo: La repressione del brigantaggio nel carteggio privato Sacchi – Milon (1868- 1970)
Prefazione di Antonio Ciano
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 15); 224 pagine.
Luogo, Editore, data: Milano, Magenes, 2016
Collana: Voci dal Sud
ISBN: 9788866491149
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: In commercio

 

La scoperta di questo carteggio inedito è l’occasione per tornare sul tema della violenta repressione del brigantaggio e dare nuove interpretazioni a diversi episodi.

La repressione del brigantaggio, dopo la cessazione della legge Pica (1865), tornò di competenza dell’autorità politica che, a causa dell’inefficienze delle forze armate e per la corruzione di taluni elementi, non poteva in alcun modo consolidare i risultati ottenuti. I briganti ripresero così nuova forza ricomparendo là dove, solo pochi anni addietro, erano stati scacciati.

Fra il 1867 e il 1868 l’estrema miseria cagionata dallo scarso raccolto e dall’assoluta mancanza di lavoro contribuì a rendere più potente il brigantaggio: mai le condizioni economiche e sociali furono più tristi. La pressione fiscale giunse al colmo. La crisi si estese ai proprietari, che si rifiutarono di pagare le imposte.

Nelle Calabrie, la provincia maggiormente infestata dai briganti era quella di Cosenza e propriamente il circondario di Rossano, dove il paese di Longobucco era ritenuto “fucina di briganti”.

La durissima repressione che seguì fu condotta con mezzi militari adeguati e con poteri eccezionali. Era una repressione volta contro un brigantaggio crudele, ma crudelmente si svolgeva.

Ucciso il brigante Palma, alla fine del 1869, il generale Sacchi dichiarava abolita la zona militare: «Noi abbiamo tolto gli uomini; il miglioramento sociale toglierà le cause che fomentavano e fomentano il brigantaggio.» Era l’onesta conclusione cui giungeva, dopo un anno e mezzo di campagna durissima.

Il carteggio è commentato e contestualizzato, l’opera è arricchita da materiale fotografico e dalla riproduzione di documenti dell’epoca.