Estratto da:Testimonianze inedite dell’Unità d’Italia

coprid“DIARI DELLA CITTA’ DI VENAFRO 1860-1861” di Niccola NOLA Suddiacono- Testimonianze inedite dei primi due anni dell’Unità d’Italia – a cura di Antonio D’Ambrosio -Palladino Editore

Estratto Pagg. 395-396
Pontelandolfo e Casalduni

Pontelandolfo, Borgata di 6mila abitanti, con una ventina di famiglie di Galantuomini, capo di Circondario, e nel di 7 Agosto ricevé con festa 50 Briganti scesi dal Matese; entrarono nel paese al grido Basso Vittorio Emanuele II nel giorno 10 Agosto. Sconsigliatamente 40 piemontesi del 36° di linea andarono nel paese di Pontelandolfo; i Paesani gli fecero entrare, e quando furono dentro li accercchiarono, e li massacrarono tutti, e solo un Sergente poté fuggire a portare la notizia.
La Reazione di Pontelandolfo dunque uccise 3 o 4 liberali nel di 7, e 40 Piemontesi loro nemici nel 10 Agosto. Nel giorno 13 Agosto il colonnello Negri con 500 soldati occupò Pontelandolfo, e per vendicare i 40 mise il fuoco all’intero paese, mentre i Briganti, e tutti i rei se ne erano fuggiti, e dei 6 mila abitanti chi rimase morto e chi va ramingo, essendo tutto incendiato, e distrutto. Altri 400 fra Bersaglieri e G.N si portarono all’altro Paese Casalduni, forse perché si unì al governo Provvisorio di Pontelandolfo, e fu parimenti incendiato e distrutto, e la popolazione tutta o perita, o dispersa. Tutto il di 14 Pontelandolfo bruciò.
Pontelandolfo e Casalduni segneranno una pagina di sangue nella storia del 1861. Questo corriga quanto di contrario scrissi nel 16 Agosto in questo Diario.
pag.391-393
Timori Venafrani

16 Agosto 1861-
Il tremando fatto di Pontelandolfo di Molise ha portato il suo controcolpo In Venafro.
Nel giorno 10 Agosto Bersaglieri Piemontesi andarono al Paese di Pontelandolfo, dove trovarono la tomba, che quali nuovi Vespri Siciliani i Pontelandollfesi a tradimento gli uccisero tutti, ed i giornali di questa mattina arrecano che il paese di Pontelandolfo per castigo è stato interamente incendiato e distrutto, e che Donne, fanciulli, Vegliardi, senza pane, senza tutto vanno raminghi per la Campagna. Oh dio Misericordia!!
Saputosi questo fatto ad Isernia, l’altra sera 14 per telegrafo fu chiamata ad Isernia la Compagnia del l° di Linea, che povera gente a quell’ora, mentre il giorno porzione fece un’altra marcia, dové partire per Isernia, lasciando Venafro scoperto; partì pure il nostro Ufficiale di alloggio. Questa partenza improvvisa, l’ignoranza del motivo di questa disposizione, mise in grande agitazione la nostra Città. Subito furono mandati a chiamare un Plotone di Cavalleria Lucca, che sta in osservazione contro i Briganti a Taverna nuova, i quali sono stati a Venafro l’altro jeri stesso ad accompagnare munizioni.
Infatti jeri mattina quella Cavalleria venne in Venafro, contentissima di essersi tolta in mezzo a quella Taverna, dove manca perfino il pane, ma non arrivarono, che subito che venne un’altro dispaccio da Napoli, che comandava a quella Cavalleria di subito riportarsi di nuovo a Taverna nova, dispaccio a cui si dové ubbidire, e così rimase Venafro di nuovo sprovisto. Così il Delegato di Polizia di Venafro mandò un telegramma direttamente a Cialdini, il quale per mezzo di un segretario rispose col Telegrafo, che la truppa sarebbe venuta, ma che intanto una Città di 4000 abitanti come Venafro doveva sapersi difendere contro i Briganti.
E qui bisogna notare che Venafro sta attorniato di Briganti, i quali sono molti, tanto che lo stesso Giornale Ufficiale di Napoli dové una volta dire, che la Colonna dei Briganti di Torcino ascende ad un 100 uomini armati, comandati da un Capo Calabrese, i quali andarono alla Roccapipirozzi, a Vallecupa dove ci
sono ritornati l’altro giorni, oltre la banda di Centrillo che ci sta alle spalle sulle Majenarde.

Ieri come si fece notte incominciarono le paure, si videro su varii punti di Sammuero e di Cesima, grandi fuochi dei Briganti, così il Sindaco Tito Lucenteforte, che appunto jeri mattina prese possesso con giuramento del suo Sindacato, fece verso 2 ore di notte allarmare la Città pacifica e festante, essendo la festa di Maria, col fare suonare un bando, che tutte le Guardie Nazionali si presentassero sul Mercato sotto le armi, ognuno per timore di compromettersi si portarono al Mercato, e là il Sindaco fece mettere in fila la G. N. a cui indirizzò alcune parole leggendoli il dispaccio di Cialdini, e così si conchiuse che sarebbe stato di Guardia una Compagnia la sera fino a tanto che non viene la truppa, vedendovi il fuoco dei nemici sui monti vicini.
Gennarino, che è solito metterci l’omo, questa notte gli è convenuto di stare di guardia. Ma io ho sempre detto che noi non dobbiamo temere, tenendo S. Nicandro che ci protegge dal Cielo.
Questa notte i Briganti non si sono avvicinati; e questa mattina verso 13 ore è giunta da Isernia una Compagnia del 1° di Linea, che è venuta ad occupare il posto di quella altra che partì per colà l’altra sera. Con una compagnia di truppa regolare, speriamo che ogni timore finisca, e preghiamo Dio che la nostra pace non sia turbata, e che subito ritorni la calma a queste sventurate nostre contrade.
pag 400-401
Fucilazioni sul Matese

Nel democratico Giornale Il Diritto di Torino del 23 Agosto 1861, una corrispondenza da Napoli autorevolissima così finisce:
” Del Brigantaggio non vi parlo, perché i giornali ne sono pieni. Ha destata grande sensazione la distruzione di Pontelandolfo e di Casalduni. Fu una punizione esemplare, immensa per dare un colpo ai reazionari di quella provincia, che avevano trucidato un’intero drappello di regolari che venivano con troppa fidanza da Campobasso. Per noi alla vista degli incendii, delle famiglie derelitte, delle terre insanguinate,dell’innocente confuso col colpevole, dei bimbi bruciati tra le fiamme avvinghiati al collo delle madri trepidanti, alla vista di seimila infelici che vagano senza tetto, senza pane, su per le montagne del Matese dopo aver perduto i cari e sostanze e tutto, non possiamo non rivolgerci altamente al ministero, e domandargli su chi cade la responsabilità di tali scene che riempiono di orrore l’Europa, danno arma tremenda in mano ai nemici, e scuotono le fibre degli uomini più freddi ed insensati? Se il ministero crede di farsi scudo del voto del Parlamento, sappia che dietro il Parlamento vi è l’opinione, ci è il paese, ci è l’Italia, che gli sapranno chiedere severo conto del modo come abbia compito il suo mandato, ostinandosi in un sistema, che tutti da quattro mesi prevedevamo dovesse condurre a deplorabili scene di sangue, e di terrore.” Fin qui il Diritto.

Ieri 27 Agosto la Compagnia che sta qui di guarnigione tornò verso mezzogiorno ed io la vidi arrivare a Portanova, da una spedizione che di conserva con altre truppe d’Isernia hanno fatto contro i Briganti sul Matese, i quali, secondo il Diritto, sono gli infelici di Pontelandolfo e Casalduni abbruciati che vagano su per quei monti. I Soldati e gli Ufficiali, quasi che avessero fatto grandi cose, raccontano che giunti sul Matese hanno fatto strage dei Briganti, con una sola scarica ne uccisero (…. ) e che gli altri si precipitarono giù per i burroni di quei monti, che ne presero prigionieri 24, i quali vcntiquattro furono fucilati sullo stesso Matese; ventiquattro uomini trucidati a sangue freddo…
Fecero pure un grande bottino, cioè presero multi animali carichi di roba, veste, biancherie, ecc., cioè come dice il Diritto, quello che i Pontelandulfesi, e Casaldunesi potettero salvare dall’eccidio delle loro patrie. Questi sono i fatti che leggendoli nei libri non si crederebbero, e pure succedono sotto i nostri Occhi.

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