PANDEMIE PASSATE E PRESENTI: CHIUSURE, APERTURE E CHIUSURE COME NEL 1836 (LEGGENDO IL BEL LIBRO DI GIGI DI FIORE)…
Ogni tanto è sconcertante notare come ci si possa dimenticare della storia e dei suoi insegnamenti. La storia delle epidemie passate e recenti è quasi sempre uguale e alla prima ondata segue in genere una seconda ondata a volte più pesante della prima. Non entriamo nel merito del “liberi tutti” governativo locale e nazionale (comprensivo di bonus per viaggiare e di viaggi in direzione “contagiati-non contagiati”) e neanche dei “rimproveri” di questi giorni (“se chiudiamo tutto è tutta colpa vostra” e la tesi somiglia troppo ad un alibi per giustificare errori scientifici e politici sempre locali e nazionali). È il caso di fare, però, un esempio che riguarda proprio la nostra storia ed in particolare quella dell’epidemia di colera sintetizzata in un ottimo e utilissimo libro da Gigi Di Fiore (“Pandemia 1836”, recensione sui nostri gruppi e siti qualche giorno fa). Ci ha colpito molto, in quelle belle pagine, la descrizione della “voglia di normalità” nel Natale del 1836, con la speranza che tutto fosse finito e la folla magistralmente descritta da Di Fiore nei mercatini colorati e carichi di calore dei quartieri popolari napoletani (“a Porta San Gennaro, a Monteoliveto e alla Carità”). “Nessuno voleva pensare più al colera” ma dopo pochi giorni e dopo la “declinazione” (la diminuzione delle vittime), un nuovo aumento dei casi e i nuovi drammi sperando che lo schema non sia lo stesso oggi. E qualcuno dice ancora che la storia non serve e che magari “non dobbiamo mischiare il passato con il presente”…
Gennaro De Crescenzo