DRAMMA SACRO DI SANTA GIOCONDINA
Mentre lentamente le luci della piazza si spengono e il pubblico ordinatamente prende posto, l’adrenalina dietro le quinte sale e l’emozione si fa forte . Ecco ci siamo : parte la musica, la voce del regista annuncia lo spettacolo, gli attori sono pronti e il tanto atteso dramma sacro di “Santa Giocondina” ha inizio . Tradizione ormai consolidata da centocinquantaquattro anni che tutta la popolazione vive con gioia e pathos ; tradizione ,dicevamo, che viene messa in scena ogni quattro anni (precedentemente ogni sette) e che viene ancor di più sentita per la partecipazione di soli attori locali. Un lavoro duro e impegnativo, dietro il quale ci sono mesi e mesi di prove, e che quest’anno, per la prima volta ha subito qualche modifica per volontà del nuovo regista Gabriele Palladino. Innanzitutto i personaggi : Eleonora Guerrera,nel ruolo di Giocondina, non è solo la “santa” e “martire”, ma da protagonista assoluta e indiscussa , interpreta una giovane dal carattere dolce e forte allo stesso tempo. Trattasi sì della figlia di un senatore romano in un tempo in cui “tanto rispetto” si doveva alla figura genitoriale, ma lei riesce ad affrontare il padre con tenacia, costanza e caparbietà; la sua fede è forte , come forte e irremovibile il coraggio di affrontare le torture prima, la morte per decapitazione poi. Per non parlare di Gianmarco Castaldi che ha avuto probabilmente la responsabilità maggiore : accogliere il passaggio di testimone da Gabriele Palladino che per decenni ha interpretato , sempre con grandissimo riscontro, la parte del Diavolo. Una rivisitazione totale quella della figura del maligno Asmodeo che si evince anche dal costume : non più mantello rosso, non più unghie lunghe e affilate ; ma un essere informe che dalle viscere della terra sale sulla scena a dimostrazione del fatto che “angeli fummo un giorno e poi per sempre mostri”. Ma Gabriele ha saputo dare importanza e lustro a tutti i personaggi , nessuno escluso ;anche i soldati e i littori non si sono limitati a essere sterile cornice , ma parte attiva di una macchina in cui ogni ingranaggio ha funzionato alla perfezione. Cambiata è anche la scenografia : un ambiente sicuramente minimal – ma comunque ben curato – per dare spazio agli attori, proprio come il vero teatro vuole. Sono le musiche meravigliose di Gennaro Santopietro , insieme all’ottima performance degli attori a colmare gli spazi vuoti e inorgoglire l’animo degli spettatori. Frequenti i “fermi immagine” utili ad imprimere negli occhi del pubblico i momenti salienti del dramma ; spettacolare il settimo e ultimo atto : tutti i personaggi sono sulla scena, danno le spalle al pubblico, loro sono gli sconfitti da Giocondina, la cui anima appare bella e soave, mentre leggiadra si avvia al Paradiso accompagnata dalle figure angeliche di Paola Corbo e Serena Romano.
La standing ovation del 31 luglio e dell’1 agosto dimostrano quanto è stato apprezzato dalla comunità il lavoro svolto dal regista Gabriele Palladino , il cast formato da Dolores Del Negro (aiutoregia, suggeritrice), Eleonora Guerrera (Giocondina), Paolo Tranchini (Merio – padre), Michela Delli Veneri (Lucina – zia ), Antonio Addona (Diocleziano – imperatore) , Giovanni Romano (Cassandro – prefetto), Gennaro Del Negro (Dulcezio – generale),Salvatore Griffini (Lucio – capitano ), Gianmarco Castaldi (Asmodeo – diavolo), Paola Corbo e Serena Romano (Angeli), Marcherita Sforza (voce angelica), Antonio Silvestre (Catulo – boia) , Giovanni Palladino , Rocco Guerrera, Luigi Griffini , Antonio Del Ciampo (littori), Jonathan Moavero, Donato Lese, Giuseppe Guerrera, Carmine Calabrese, Federico Mancini, Francesco Mancini, Pasquale Rinaldi, Cosimo Beatrice (soldati) , Davide cocciolillo (centurione pretoriano) con il sostegno di Carmine Fusco (vero deus ex machina ),Gennaro Santopietro (progetto audio), Fiorella De Michele ( direttore di palcoscenico), Elena Baldini (assitente di scena) , Eleonora Di Muraglia (truccatrice), Giovanni Ruggiero (collaboratore costumi ).
Ho vissuto intensamente i mesi di preparazione a questo dramma , ho riscoperto la passione, sopita ma mai svanita, per il teatro; e il grazie di vero cuore che devo a tutti voglio esprimerlo attraverso le parole del grande Victor Hugo “Il teatro non è il paese della realtà : ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta,diamanti di vetro,oro di carta stagnola,il rosso sulla guancia,un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero : ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco”.
Grazie a chi ha recitato, a chi ha applaudito, a chi si è commosso.
Fiorella De Michele