Storie di genetica nei secoli «Il Dna ci parla dei liguri apuani deportati secoli fa nel Sannio»
Una scoperta dei ricercatore Grassi che ha comparato i test di due attuali abitanti in questi luoghi “Persone che condividono un ‘antico padre’ vissuto 200 anni prima del trasferimento forzato”
12 set 2023
Il Dna umano in grado di raccontarci storie affascinanti ed emozionanti. In genetica umano, si studia principalmente l’apogluppo della linea paternoa il cosidetto cromosoma Y. trasmesso di padre in figlio. in quanto le rappresentanti t» sesso femminile ne sono prive, « i’apogluppo dofla linea materna, il cosidctto genoma mitricondea- le, trasmesso dalia madre al figli, Fra i vari ricercatori del sottore nella nostra zana, vi è da tempo Marco Grassi. con al suo attivo importanti risultati nei campo genetico che corllegano lontani progenitori cori persone tutt’ora viventi.
«C’è un’eccezionale scoperta in una nostra ultima ricerca: l’ulteriore prova che Ciò che ha scritto Tito Livio nella sua “Ad Urbe condita” sulla deportazione da parte dei Romani di migliaia di Liguri Apuani, nel 180 a.C„ nell’attuale zona di Circello, l’antico Sannio, è fondato. Dai test genetici effettuati infatti, abbiamo trovato due uomini – spiega II dottor Grassi – che dovrebbero aver condiviso ‘un antico padre’ tra il 450 e il 650 a.C.; si tratta di Franco Bernatdini appartentene a un’antica famiglia sarzanese e di Giovanni Ivo D’Agostino appartenente a un’altrettanto antica famiglia di Circello. In pratica, due lontani fratelli il cui antico padre è vissuto poco più di 200 anni prima della deportazione.
Questa affascinante storia è racchiusa nel loro cromosoma Y, che. si trasmette esclusivamente per via paterna e il loro apogluppo è il R1b U152 Z72, con un’alta i frequenza nella nostra zona.
Per cui, visti i presupposti storici e lscientifici, la probabilità che entrambi siano discendenti per via patema di un apuano è elevatissima. E‘ una scoperta che troverà ulteriori conferme quando sarà ultimato il progetto “lunigiana Dna” che prevede di testare almeno 100 uomini dal cognome antico della zona. La ricerca scientifica, insomma, continua*.
Roberto Oligeri
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