Da Vittorio Emanuele a Carlo III

Da Vittorio Emanuele a Carlo III
Addio alla piazza dei Savoia San Giorgio torna ai Borbone

Gigi Di Fiore

La toponomastica interpreta sempre nuovi sentimenti e percezioni storiche. Per questo, i cambiamenti dei nomi di strade e piazze hanno sempre caratterizzato i diversi momenti delle vicende italiane. Basti pensare a quanti luoghi del Ventennio fascista abbiano mutato nome nel secondo dopoguerra. Un esempio per tutti: piazza Aurelio Padovani è diventata piazza Santa Maria degli Angeli a Napoli.
Negli ultimi anni, però, si sta verificando un fenomeno nuovo: la rivalutazione della storia del regno delle Due Sicilie, a lungo denigrata e giudicata in negativo fino all’ingiustificato eccesso. Un atteggiamento che ha riflessi anche nella toponomastica, non più aggiornata con nomi di storie e vicende recenti, ma con personaggi di due secoli fa.
La rivisitazione del periodo borbonico ha spinto ormai diverse amministrazioni comunali del Mezzogiorno a Intitolare strade e piazze ai sovrani delle Due Sicilie. Una tendenza già di qualche anno,spinta da studi e aumento di Interesse per un’Interpretazione della storia risorgimentale diversa da quella a lungo dominante. Una storia più attenta alle ragioni del vinti del RIsorgimento. La vera novità, In questa tendenza, è da Ieri la soppressione di una piazza Intitolata ad un re Savoia sostituita con il nome di un sovrano Borbone delle Due Sicilie. È accaduto a San Giorgio a Cremano, che già era stato il prlmo Comune ad Intitolare una strada al «martiri di Petrarsa» nel ricordo degli operai uccisi nell’agosto del 1863 durante una manifestazione di protesta contro il pericolo di chiusura della famosa fabbrica meccanlca voluta da Ferdinando II di Borbone.
Sempre a San Giorgio hanno pensato di cancellare piazza Vittorio Emanuele II, facendola diventare piazza Carlo di Borbone. Il primo re d’Italia sostituito con il primo re delle Due Sicilie (anche se allora, nel 1734, la nazione meridlonale era ancora divisa in regno di Napoli e di Sicilia). È una rivoluzione di prospettiva, un segno di attenzione alla storia del regno meridionale prevalente sulla più giovane storia unitaria. Due periodi e fasi politicamente diverse, se anche Benedetto Croce aveva distinto la sua Storia dèi regno di Napoli dalla successiva Storia d’Italia. E la toponomastica, che si fa interprete sempre dei nuovi sentimenti, a San Giorgio a Cremano ha ancora una volta lanciato un segnale di novità, sostituendo un Savoia con un Borbone.
È la voglia di valorizzare la storia autonoma del Mezzogiorno. Un segno del tempi di mutamento socio-culturale nel sud, che consolida una senslbilltà accresciuta per un periodo storico, quello delle Due Sicilie, che non viene più considerato tutto il male e il buio possibile. Una tendenza, accompagnata da una lettura più critica della storia, di cui non si può più ncn tenere conto. Da tempo, al «cattivi» Borbone diversi Comuni, anche al nord, hanno dedicato strade. Come ad Arco di Trento, cittadina dove nel 1894 morì Francesco II di Borbone, l’ultimo re di Napoli. A lui, che lì lasciò un buon ricordo in esilio, è da molto tempo intitolata ad Arco una strada. Un atto di rispetto ed attenzione verso un ex sovrano che, ormai esule, segnò la vita delle cittadina trentina. Lontano da Napoli, la sua città.

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