Cinque grandi discorsi che hanno fatto la storia
Alcuni hanno cambiato il corso delle cose, altri sono rimasti totalmente utopistici quanto affascinanti, pur segnando un’epoca. Eccone cinque impossibili da dimenticare
di Amleto de Silva
Vengo da un’epoca lontana, nella quale le persone tenevano comizi, facevano discorsi, arringavano le folle. Quelli a cui ho assistito personalmente erano, a dire la verità, pagliacceschi e ridicoli, tanto che più che i discorsi ricordo gli sfottò, primo tra tutti quello di Eduardo in Natale in casa Cupiello quando la moglie sviene (Cunce’ parla, fai un discorso!) e poi quelli nel film Gli Onorevoli: c’è quello del borghesone Rossani Breschi interpretato da Gino Cervi, quello di Totò che dice alla gente di non votarlo perché con lui in parlamento entrerebbero anche i mariuoli, e così via.
Poi ci sono i discorsi, quelli veri. Alcuni hanno cambiato la storia, altri non sono che prese d’atto di come sono andate le cose, altri totalmente utopistici quanto affascinanti. Qualche tempo fa la rivista Time ha redatto una lista di dieci grandi discorsi: Socrate, Patrick Henry, Frederick Douglass, Abraham Lincoln, Susan B. Anthony, Winston Churchill, John F. Kennedy, Martin Luther King, Jr. Lyndon B. Johnson, Ronald Reagan. Da parte nostra proviamo a stilare la nostra Playlist in ordine assolutamente causale (e in questo caso, tengo a sottolinare, non ideologica). Ecco i nostri cinque grandi discorsi
1) Gandhi, Discorso della marcia del sale, 1930
La marcia del sale fu una delle tante prove di forza di Gandhi, che era non violento, e questo si sa, ma non cedeva di un millimetro, mai. Partirono in pochissimi, per sfidare il decreto reale che impediva agli indiani di estrarre il sale, arrivarono in migliaia, e in migliaia furono percossi e arrestati dagli inglesi. Quello che colpisce, delle parole di Gandhi è, come sempre nei suoi discorsi, l’inaspettata durezza e secchezza della prosa. Altro che omino dolce e buono: Da quanto ho visto e sentito nelle due ultime settimane, sono propenso a credere che il numero dei seguaci della resistenza civile continuerà ad aumentare ininterrottamente. Ma è necessario che non si manifesti neppure una parvenza di violenza anche dopo che noi saremo stati arrestati. Noi abbiamo fermamente deciso di far ricorso a tutte le nostre risorse per portare avanti una lotta esclusivamente nonviolenta. Nessuno deve consentire che l’ira lo faccia deviare da questa via. Questa è la mia speranza e la mia preghiera. Vorrei che queste mie parole raggiungessero ogni angolo del paese. Se io e i miei compagni periremo nella lotta, avremo portato a termine il nostro compito. Toccherà allora alla Commissione di Lavoro del Congresso indicarvi la via da seguire, e starà a voi seguire la sua guida. Questo è il vero significato della risoluzione della Commissione di Lavoro.
2) Hirohito, Discorso di resa, 1945
Danni incalcolabili, tributo elevato di vite umane innocenti, tollerare l’intollerabile, sopportare l’insopportabile: Hiroshima e Nagasaki. Il nemico ha cominciato a usare un nuovo tipo di bomba, inumano. I danni che essa è in grado di arrecare sono incalcolabili ed esigono un tributo elevato di vite umane innocenti. Proseguire la guerra a queste condizioni non porterebbe soltanto all’annichilimento della nazione, ma anche alla distruzione dell’intera civiltà umana. È per questo che, secondo i dettami dell’epoca e del destino, ci siamo decisi a lastricare la strada dalla grande pace per tutte le generazioni future, sopportando l’insopportabile e tollerando l’intollerabile.
3) Franklin Delano Roosevelt, Discorso d’insediamento, 1933
Roosevelt diventa presidente degli Stati Uniti nel bel mezzo di una crisi economica spaventosa, e nel discorso d’insediamento dimostra di sapere perfettamente a chi attribuire la colpa delle sofferenze del popolo. E’ triste vedere che niente è cambiato, da allora. Anzi. Di fronte al fallimento del credito, essi hanno saputo soltanto proporre di ricorrere a nuove concessioni di credito. Quando è stato loro impossibile di continuare a prospettare il miraggio del profitto per indurre il nostro popolo a seguire le loro false teorie di governo, essi hanno creduto di poter correre ai ripari con pietose esortazioni invitanti a concedere ancora la perduta fiducia. Essi non conoscono altre norme, che quelle di una generazione di difensori dei propri interessi.
4) Hailé Selassié, Discorso alle nazioni Unite, 1963
Lo trovate nella canzone War, in Rastaman Vibration, quello che secondo me è il disco più bello di Bob Marley. Anche da questo discorso avremmo dovuto imparare qualcosina, anche alla luce dei recenti tragici avvenimenti, ma se c’è una cosa che facciamo benissimo è proprio non imparare mai. Niente: finché la filosofia che considera una razza superiore e un’altra inferiore non sarà finalmente screditata e riprovata; finché in nessuna nazione vi saranno più cittadini di prima e di seconda classe; finché il colore della pelle di un uomo non avrà più valore del colore dei suoi occhi; finché i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti, senza distinzione di razza; fino a quel giorno, il sogno di una pace duratura, la cittadinanza del mondo e le regole della morale internazionale resteranno solo una fuggevole illusione, perseguita e mai conseguita; e finché l’ignobile e drammatico regime che oggi opprime i nostri fratelli in Angola, in Mozambico, in Sudafrica, con le sue disumane catene, non sarà rovesciato e totalmente spazzato via (…); fino a quel giorno il Continente africano non conoscerà pace. Noi africani, combatteremo, se necessario, e sappiamo che vinceremo, poiché confidiamo nella vittoria del Bene sul Male.
5) Shakespeare, Il mercante di Venezia, 1596/8
Shylock non è una persona vera, non pronuncia questo discorso davanti a gente che applaude, e forse proprio per questo non è (solo) un monologo, ma anche uno dei più bei discorsi mai scritti: Se ci pungete, non facciamo sangue? Non moriamo se voi ci avvelenate? Dunque, se ci offendete e maltrattate,non dovremmo pensare a vendicarci? Se siamo uguali a voi per tutto il resto, vogliamo assomigliarvi pure in questo! Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo, qual è la sua virtù di tolleranza? L’immediata vendetta! Onde un ebreo, nel sentirsi oltraggiato da un cristiano, come può dimostrarsi tollerante se non, sul suo esempio, vendicandosi? Io non faccio che mettere a profitto la villania che m’insegnate voi; e sarà ben difficile per me rimanere al di sotto dei maestri.
Foto: Ben Kingsley è Gandhi in un celebre film del 1982 diretto da Richard Attenborough
*Amleto de Silva, vignettista, autore teatrale, scrittore. Collabora con Smemoranda, Ilmiolibro.it e TvZap. Ha pubblicato Statti attento da me e La nobile arte di misurarsi la palla con Roundmidnight, Stronzology e Degenerati con Liberaria.
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