Biblioteca Marotta, il web si mobilita

Biblioteca Marotta, il web si mobilita
Petizione per la Regione: 7500 firme

Su Change.org supera quota 7.500 firme la petizione rivolta al governatore campano Vincenzo De Luca, e lanciata da Antonio Luongo, per salvare gli oltre 300mila libri della biblioteca del compianto avvocato Gerardo Marotta, che nel 1975 fondò l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Testi rari e introvabili, come quelli originali di Giordano Bruno e Gianbattista Vico, in cerca di una doverosa sistemazione definitiva.

«L’impegno dell’avvocato Marotta è stato cancellato con un colpo di spugna dalla negligenza della politica – si legge nel testo della petizione di Luongo -. Dal 2009 per l’Istituto è iniziato un lungo calvario causato dai tagli indiscriminati dei fondi alla cultura. Il primo mandante politico fu Giulio Tremonti, ma nel corso degli anni sono cambiati i volti dei protagonisti, ma non l’indirizzo politico, finchè non si è giunti a rendere insostenibile per le finanze dell’anziano Marotta l’affitto dei locali della biblioteca dell’Istituto, sita in via Calascione, a due passi da Palazzo Serra di Cassano. Ora la storica biblioteca è dispersa tra i depositi di un magazzino a Casoria, i sotterranei dell’Istituto Bianchi e le cantine di alcuni privati sostenitori. Un patrimonio inestimabile ormai inaccessibile e a rischio di deperimento o furto. Negli ultimi anni ho abbracciato la battaglia, insieme a Elena Coccia, attualmente vice-sindaco per la Città Metropolitana di Napoli, per ridare dignità all’Istituto in tutti i modi, trovando durante mio percorso grandissima sensibilità nei miei concittadini napoletani. Nel 2013 insieme ad un Comitato Civico abbiamo raccolto oltre 10.000 firme, affinchè la giunta de Magistris e il sindaco in prima persona si impegnassero a risolvere la questione. Nell’aprile 2014 Abbiamo ottenuto attraverso una delibera di iniziativa consiliare, che l’Istituto venisse riconosciuto “Bene comune della città di Napoli di rilievo nazionale e internazionale” affinché questo scandalo potesse varcare i confini cittadini. Riuscimmo a sollecitare anche la Regione Campania. La Regione con una vecchia delibera di G.R. n. 6039/01, aveva individuato e acquistato, con fondi europei, un grande appartamento situato al n. 1 di Piazza Santa Maria degli Angeli, già sede del Coni, per destinarlo a sede stabile della Biblioteca. Sembrava una possibile svolta. Eppure da allora solo un assordante silenzio. Nonostante i fondi già stanziati la situazione è rimasta immutata. Il 12 agosto 2016 abbiamo dunque deciso di occupare simbolicamente i balconi dell’appartamento assegnato alla Biblioteca per riaccendere i riflettori sulla vicenda già da troppi dimenticata. Uno striscione campeggia da quei balconi, per ricordare alla città questa ferita ancora aperta. Sentiamo ora l’esigenza di rivolgerci direttamente al governatore Vincenzo De Luca affinchè sblocchi questa assurda situazione e apra immediatamente la sede preposta di Santa Maria degli Angeli».
Mercoledì 8 Febbraio 2017, 12:24