Appunti Sulla Transumanza

APPUNTI SULLA TRANSUMANZA:
SEGUENDO L’EX STUDENTE DI INFORMATICA, CON LE SUE 200 CAPRE

Le ultime indagini archeologiche in San Lorenzo Bellizzi riguardano alcune tracce preistoriche della pastorizia e della transumanza. In questi primi giorni di novembre abbiamo percorso un tratto dell’antica “trazzèra” mandrile Pollino-Marina di Trebisacce. Insieme a un giovane che è riuscito a inventare il suo originale lavoro: da ex studente di informatica a Milano, è tornato in Albidona e si è dedicato alle capre ! Vi sembra una sconfitta o un rifugio bucolico ? No; questo ragazzo si è mostrato consapevole di un mondo, che oltre al pericolo della pandemia “covid 19”, sta vivendo anche la disperazione di tanti giovani disoccupati.
Ci interessiamo, da tempo, del mondo contadino e pastorale dell’Alto Jonio cosentino. Questo è il periodo della TRANSUMANZA. E’ stato un altro incontro umano e culturale: siamo riusciti a fotografare, non le sole vacche, ma la vecchia transumanza, integrale: con i buoi e le capre. Sì, ci sono anche alcune pecore, ma sono nere !
Siamo andati in contrada “Ezzito”, tra Alessandria del Carretto e Farneta. Dal bosco sentiamo uno scampanio continuo, prolungati belati di capre e muggiti di buoi. Finita la strada da Farneta ed Ezzito, ecco il percorso dell’antica “trazzèra”. Questa era anche la via dei briganti (quando camminavano di notte) e dei “madonnari” che si recavano a piedi alla festa del Pollino.
Ecco la mucca più anziana; il padrone la chiama “Passeggera”; è di 14 anni. Porta la sua grossa campana e fa da sicura conduttrice delle sue compagne di viaggio. Dietro, c’è il giovane Leonardo Aurelio “Chianchiero” junior, 25 anni; alto e snello, con la folta barbetta nera e con gli occhiali. Fa parte del Gruppo nazionale “La terra dei pastori”: lo potete vedere a facebook. Le sue capre nere sono di antica razza che si tramanda da 200 anni: famose quelle di “Pisòne”, poi ereditate da Alessandro Aurelio. Vi sembra una “strana scelta”, la sua ? Nella campagna di “Mostarico” c’è anche un altro giovane, Gennaro Aurelio, che pure 200 capre.
Leonardo ha preso in pascolo estivo le terre di un anziano contadino di Alessandria. Le campagne sono quasi tutte abbandonate, ma forse la pastorizia non è tutta scomparsa. Con Leonardo abbiamo seguito il “rito” della vecchia transumanza. Ci dice che gli animali potevano stare ancora in montagna, ma si è preoccupato non solo per le improvvise ondate di freddo e di neve, ma anche per gli annunciati provvedimenti di restrizione, a causa dell’aggravarsi della citata pandemia covid.
L’ex studente di informatica gestisce, vicino allo zio Antonio, una piccola azienda agricola sul monte “Mostarico”, fra Trebisacce e Albidona. C’è un bel capitale di bestiame: circa 200 capre e una ventina di bianche vacche podoliche.
Ci voleva molto aiuto, e sono stati presenti Giuseppantonio, Vincenzo, Angelo, Michele, e anche un amico di Villapiana: Antonio guida il grosso trattore dove sono stati caricati i caprettini, nati da poche settimane; un altro deve badare alle mucche, un terzo e un quarto sono a capo e a coda della “murra” di capre. Una quindicina di pulitissimi pastori maremmani fanno attenta scorta alle due mandrie. Ma ci sono anche quattro auto di accompagnamento: la prima panda 4 x 4 è in testa al bestiame, per segnalare l’incontro di altre macchine che transitano tra Albidona e Alessandria e viceversa; due pastori fiancheggiano il lungo “corteo” degli animali, che riempiono tutta la carreggiata della SP 153. L’ultima auto sta in coda, per segnalare eventuali ostacoli al traffico. Ma spesse volte, gli animali hanno scelto le scorciatoie delle vecchie “trazzère”, come il tratto “Recolla–Tarantino”, passando per “Timpòne Nardòne.
C’è molto da fare, ma Leonardo non sembra stanco; è sempre sorridente. Sono contenti anche i suoi amici che sono accorsi ad aiutarlo nella transumanza. Fortuna, che in questo paese, c’è ancora l’amicizia e la solidarietà dei vicini di campagna e dei parenti.
Leonardo fa la spola avanti-indietro, e noi gli facciamo pure compagnia, sperando di non disturbarlo, ma parliamo del mondo pastorale e soprattutto della transumanza. Le nostre foto le scattiamo nei passaggi più caratteristici del lungo percorso, che è iniziato in mattinata alle ore 9,30 ed’è terminato nella masseria di Mostarico nel tardo pomeriggio: “Tre arie” di Alessandria, “Serra di tagliamano”, Valico della “Garoccella”, “Piano Senise”, “Piede della scala”, “Tarantino”, centro abitato di Albidona, “Sant’Elia”, “Mastrromajòre”, “Torre Petagna”, “Aia di ruvetta”, masseria “Chianchièro”. Sull’altura di “Mostarico”, chiediamo a Leonardo: “Quando è nato il tuo amore per le capre ?” – “Da quando ero bambino; quando tornavo da Milano, mi affezionai alle capre di mio nonno Leonardo. Ma la razza degli Aurelio è molto antica, e ha avuto a che fare sempre con le capre”.
Crediamo che ti sia innamorato anche della terra di monte “Mostarico”, no ? “Senz’altro; Mostarico è la terra dei miei cari”.
“Non hai paura” di questa fatica pastorale, che può incontrare anche delle grosse difficoltà ?”
“Sì, le difficoltà ci sono sempre, ma si devono superare con la passione e con il lavoro contadino, che è il più onesto”.
“Ti sei dimenticato di Milano, dove sei stato per 17 anni ? – “No; non dimenticherò Milano, dove i miei sono emigrati in cerca di lavoro, ma spero di lavorare qui, al mio paese… “ “La passerai con le capre ?” – “Si, mi trovo bene, e spero di continuare”, conclude Leonardo Aurelio
L’abbiamo vista tutta soddisfatta e allegra la squadra di Leonardo. Alla fine, un po’ di stanchezza c’era davvero. Sicuramente, nonno Leonardo aveva già preparato qualche bella infornata di carne caprina, e pure qualche meritato fiasco di vino di “Mostarico”, che è stato chiamato appunto “monte del mosto”, per i suoi famosi e antichi vigneti. Ci siamo cordialmente salutati, con un prossimo arrivederci, nella transumanza d’andata (inizi di giugno 2021). Buon lavoro, cari amici di “monte Mostarico”. Auguri per il giovane Leonardo junior: I tuoi animali sono i più puliti, i più belli e ben curati; “Mostarico” potrà diventare un luogo di buona economia, anche a livello agro-turistico.
(Giuseppe Rizzo e Pino Genise)

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