Andrea Camilleri – la forma dell’acqua

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AUTORE:
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, nel 1925. A Roma nel 1949 dopo una fitta produzione teatrale e televisiva, approdò alla letteratura con il romanzo Il corso delle cose (1978). È il primo di una serie di romanzi “storici”, ambientati nella Sicilia ottocentesca, che comprende anche Un filo di fumo (1980), La strada dimenticata (1984), Il birraio di Preston (1995, premio Vittorini), La concessione del telefono (1999), La scomparsa di Patò (2000). Il re di Girgenti (2001) è invece ambientato nella Sicilia di inizio Settecento e si ispira a un episodio storico: l’autoproclamazione di un contadino di Agrigento a re della città, trasformata, per sei giorni, in regno indipendente.

Il successo di pubblico arrivò con Un mese con Montalbano (1998), serie di racconti brevi che continuano un ciclo di romanzi gialli incentrati sulla figura del commissario siciliano Salvo Montalbano. La struttura del giallo è più che altro un pretesto per offrire uno spaccato della società siciliana, reso ancor più vivido da un linguaggio ricco di termini dialettali. Tra gli altri titoli del ciclo si ricordano: La forma dell’acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), Gli arancini di Montalbano (1999), La gita a Tindari (2000) e La paura di Montalbano (2002).

 

 

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RIASSUNTO
: Pino Catalano e Saro Montaperto, due disoccupati geometri, trovano il cadavere dell’ingegner Luparello in una zona malfamata di Vigata. I due giovani prima di avvisare i carabinieri chiamano l’avvocato Rizzo. Dopo l’operazione della scientifica, arriva il commissario Montalbano che non accetta l’ipotesi che Luparello sia morto di morte naturale dopo un rapporto sessuale con una prostituta. Il commissario riflette su ogni particolare, ispeziona ogni luogo e a poco a poco emergono dei fatti significativi in contraddizione con la dinamica apparente degli eventi. Il primo indizio è una collana d’oro massiccio ritrovata da due spazzini vicino al cadavere. Questa collana viene richiesta con la giustificazione che accidentalmente una coppia di ubriachi si trovavano ai margini del luogo del delitto e li smarrita, senza alcuna relazione con il delitto. Il secondo indizio è Ingrid Sjostrom, considerata una donna di facili costumi, in realtà viene usata e incastrata coma la donna che era in macchina durante l’omicidio di Luparello, per proteggere un grosso scandalo. Grazie anche all’aiuto della moglie del defunto il commissario ricostruisce i fatti; l’ingegner Luparello dopo un incontro amoroso muore, l’amante si spaventa e chiede aiuto a Rizzo che approfitta della situazione per fini politici. Infatti trasporta il cadavere nel luogo malfamato di Vigata e nasconde una collana vicino ad un cespuglio. Tale oggetto incatena Ingrid nel luogo dove fu ucciso l’ingegnere. Le prove vengono fornite da Giorgio che era molto affezionato allo zio e che uccide Rizzo nel tentativo di salvarne la memoria. La mattina dopo Giorgio muore schiantandosi contro un muretto. È in un colloquio finale con Livia che scopre l’ultima verità: Luparello era morto nella sua villetta durante un rapporto sessuale con Giorgio che impaurito chiama Rizzo che si traveste da Ingrid per incolparla. Giorgio vedendo dopo alcuni giorni le foto dello zio morto, capisce d’essere stato raggiato da Rizzo e lo uccide.